Io a Roma, purtroppo, c’ero

di Anna Bartolacci

Anna Bartolacci fotografata dal marito Giancarlo Fiammelli

Anna Bartolacci fotografata dal marito Giancarlo Fiammelli

Sono risalita ora sul pullman. Intorno a me visi che esprimono tutti i miei stessi sentimenti: incredulità, rabbia, tristezza, tanto dolore. Siamo partiti da Macerata stamattina alle 9. Due pullman in pratica autogestiti, una ottantina di persone: il gruppo è eterogeneo che più non si può: pensionati, studenti, disoccupati, impiegati, bancari, artigiani, commercianti. Vado alla manifestazione degli indignati perché ho cinquant’anni e non mi rassegno a non avere più un futuro,perché in questa crisi così pesante il nostro governo non ha fatto nulla di concreto, se non far pagare a chi paga già e troppo, perché non è più possibile che chi deve pagare diventi invece ancora più ricco, perché lo strapotere delle banche sta distruggendo il tessuto economico del paese, soffocando privati e piccole imprese, che sono ancora la parte sana della nostra economia, e ancora mille altri perché, ma soprattutto perché credo che non si possa cambiare nulla stando seduta sul divano di casa.

L’atmosfera non è la solita di quando si parte per una manifestazione, c’e tensione e un po’ di preoccupazione; dopo un paio d’ore cominciano i primi: «Si dice che saremo molti di più del previsto, speriamo bene”. A Carsoli facciamo pausa in autogrill: nel bagno in attesa con noi un gruppo di Pescara; una signora che sembra essere la loro referente dice che ha parlato non so con chi e a Roma c’è molta preoccupazione, sono previsti incidenti all’altezza dei Fori Imperiali.

All’arrivo Roma ci regala una delle sue meravigliose ottobrate: prendiamo la metro all’Anagnina e arriviamo in piazza della Repubblica. Sono le due del pomeriggio: la gente che c’è è impressionante. Ci spostiamo fino a piazza dei Cinquecento per seguire il corteo in via Cavour, decidiamo, insieme al mio amico Francesco e ad alcuni altri della nostra comitiva di aspettare il gruppo della Fiom, un po’ perché c’è gente che conosciamo, un po’ perché, essendo la manifestazione senza servizio d’ordine, la Fiom ha il proprio in ogni manifestazione e ci sentiamo più tranquilli.

Ho visto bandiere e striscioni di ogni varietà: No Tav, Popolo viola, Rfondazione, Usb (che non è la chiavetta salvadati, ma Unione sindacati di base), No global, vari sindacati, Sinistra e Libertà e tanti altri, cartelli contro il governo e le banche principalmente, alcuni seri, alcuni ironici, tantissima gente e bella atmosfera (alle due e un quarto a piazza dei Cinquecento). Intanto che aspettiamo vediamo il primo gruppetto (otto/dieci) di questi black block che entrano nel corteo: vestiti di nero dalla testa ai piedi, il volto coperto. I miei amici dicono che avevano un distintivo con una specie di tridente, io non ci ho fatto caso. I soliti fischi, “fuori, fuori”, e questi in un istante come sono venuti spariscono: intanto di fianco a noi tre tipi che avevano scritto in faccia “siamo Digos”, che hanno fatto finta di nulla. Ancora non siamo preoccupati, la situazione e troppo bella. Per spiegare quanto è grande la manifestazione basti dire che quando siamo arrivati noi il corteo era già partito, abbiamo aspettato oltre un’ora la postazione Fiom, dietro a noi in via Cavour gente a perdita d’occhio.

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Un’immagine delle devastazioni a Roma

Verso le 15.45, eravamo circa a meno della metà di via Cavour, cominciano ad arrivare le prime chiamate da casa di parenti che stavano vedendo la televisione ed erano preoccupati perché avevano visto che c’erano degli scontri. E noi ancora tranquilli, le solite strumentalizzazioni del Tg1, abbiamo pensato. Noi eravamo lì, cantavamo “Bella ciao”. Poi abbiamo visto il fumo in lontananza. E il tam tam delle manifestazioni dice che avevano, i neri, incendiato una macchina: e no porca puttana, così finisce che diranno che la manifestazione è stata violenta. Che stupidi e che illusi. Alle quattro di pomeriggio e in mezzo a centinaia di migliaia di persone, per noi ancora andava tutto bene. A metà via Cavour arriva un altro gruppetto di neri e viene buttato fuori dal corteo dalla parte opposta a dove siamo noi.

A questo punto la preoccupazione inizia a esserci, inoltre il nostro gruppo si è sfaldato, ora siamo solo io e Francesco. Dopo una diecina di minuti arriva un altro gruppetto dalla nostra parte, erano cinque o sei, provocavano per vedere se potevano far succedere qualcosa: Francesco si è incazzato ed è andato in mezzo a loro dicendo che erano vigliacchi, io dietro. Un ragazzino mi manda a fare in culo e allora io urlo: io la mia faccia la metto, dov’è la vostra? Quello che sembrava il capo fa un balzo verso di me, si toglie il fazzoletto e a un centimetro dal mio naso. Urla: «Eccola la mia faccia, allora?». E io: «Sei bellissimo, peccato che sei stupido». Allora quello mi ha afferrato i polsi cercando di strattonarmi. Io, con la calma degli incoscienti, non ho fatto una piega: «Lasciami immediatamente». Questo, visto che a quel punto non c’era reazione, mi ha lasciato e sono spariti in un attimo. A questo punto comincia la preoccupazione vera: mio nipote che era con me era già in piazza San Giovanni, cominciano le telefonate: «Zia qui è un macello, attaccano da tutte le parti, non abbiamo via d’uscita per andarcene». Superiamo il Colosseo e la situazione è pesante, cassonetti rovesciati e incendiati, così come la caserma della Guardia di finanza. Noi andiamo avanti ancora un po’, arriviamo in Via Merulana e qui ci fermiamo perché è tutto bloccato, non si poteva più andare avanti. Sappiamo più notizie dalle telefonate a casa che sul posto.

Un gruppo di ragazzi era riuscito non so come a venir via da piazza san Giovanni, raccontavano di cose terribili: questi neri (dicevano forse un centinaio) che assaltavano e la polizia che caricava: «Sono piombati con le camionette sulla folla a sportelli aperti, hanno sgomberato la piazza con gli idranti sulla folla», il ragazzo che me lo raccontava piangeva incredulo. In pratica la polizia ha bloccato fin da prima che iniziassero gli scontri (ma quali scontri poi, hanno fatto tutto da soli) tutte le vie di uscita dal percorso della manifestazione: la fortuna è stata che questi delinquenti, forse impressionati dal grandissimo numero di persone, hanno cominciato il casino in piazza san Giovanni quando ancora il grosso del corteo doveva arrivare, non oso pensare cosa poteva succedere con la piazza piena.

Che dire, è incredibile, questi non sono dei centri sociali, questi sono militari addestrati alla guerriglia, li ho visti muoversi, fanno paura, arrivano e spariscono in un attimo, hanno scopi e obiettivi ben precisi. Venendo via, in un bar ho visto in Tv il sindaco che dichiarava che i veri indignati sono i romani: è vero, per Roma oggi è una brutta giornata, ma è una bruttissima giornata per tutti. Chi ha orchestrato tutto questo purtroppo ha vinto. Sono state gettate le basi per la repressione.

Finalmente possiamo ripartire, è arrivato anche mio nipote con i suoi amici. Massimiliano, Feliciano, Erica e Ivan, vent’anni sani ciascuno, sono sgomenti più di tutti noi, loro erano nel cuore della guerriglia: gli chiedo se hanno avuto paura, mi rispondono un po’, ma la cosa più brutta è la delusione.

Abbiamo fatto paura: eravamo tantissimi, eravamo tutti, eravamo pacifici. Forse potevamo significare qualcosa: hanno distrutto tutto in un attimo, e non i black block o come diavolo si chiamano, ma chi li ha organizzati. Mi dicano il sindaco, il prefetto, la questura, come è potuto succedere tutto questo: quattrocentomila persone, o forse più, tranquille e serene, e cento delinquenti che tengono in ostaggio la polizia. Se il nostro fosse un Paese serio Alemanno avrebbe già fatto le valigie. Se. Torniamo a casa: è stata proprio una brutta giornata.

AGGIORNATO IL 1° AGOSTO 2015

4 thoughts on “Io a Roma, purtroppo, c’ero

  1. La descrizione degli eventi fatta da Anna coincide perfettamente con quello che abbiamo vissuto noi, che eravamo in uno spezzone verso la coda del corteo, e con le notizie che arrivavano dalle nostre staffette che tenevano i collegamenti con la testa del corteo. Anch’io ho visto per qualche momento, accanto a me, i tre Digos (o che altro) i quali evidentemente dovevano dislocarsi sempre in trio, chissà, e ho pensato che stessero tenendo d’occhio la situazione. Séeeee….. Poco dopo viene segnalato un gruppo di squadristi neri che sta in coda al corteo, e che viene lasciato defluire per non provocare incidenti. Errore, ma del resto in quella parte del corteo non c’era servizio d’ordine. Ah, ma dimenticavo gli agenti in borghese, efficenti, eh, visto il risultato. Infatti, poco dopo ancora, verso l’incrocio con via dei Fori imperiali, giungono notizie che a piazza San Giovanni la situazione è quella descritta da Anna: altri squadristi c’erano arrivati ben prima della testa del corteo, segue devastazione e risposta degli agenti, che peraltro bloccano tutti gli accessi e caricano i sequenza i manifestanti che man mano arrivavano dalla testa del corteo. Grandiosa operazione di ordine pubblico. Nel frattempo gli squadristi che erano risaliti dalla coda verso la piazza devastavano via Labicana e se la vedevano con la parte di corteo Fiom con proprio servizio d’ordine. A questo punto, noi con “ll nostro tempo è adesso” siamo appena al Colosseo, e decidiamo, molto a malincuore, di svoltare a sinistra per colle Oppio verso piazza Vittorio. Con la precisa sensazione di aver subito un sopruso, anzi, due soprusi. Uno da parte degli squadristi, ed un altro da parte di forze dell’ordine che dovrebbero essere al servizio dei loro concittadini. Devo ammettere che in queste circostanze la mia indole pacifica vacilla, e avrei voluto avere davanti un squadrista per sputargli in un occhio.

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  2. Anch’io c’ero! Ero in piazza san Giovanni, all’inizio del corteo, stava ancora arrivando il resto. Si vedeva il fumo in lontananza e si era saputo che c’erano stati scontri in via Cavour, ma in quel tratto era ancora tutto tranquillo. C’era una bellissima atmosfera, sia durante il corteo, prima di arrivare in piazza, sia appena giunti in piazza. Una mezzora tranquilla, tra musica, canti ed un bellissimo sole che di li a poco sarebbe stato oscurato! Poi è arrivata una camionetta della polizia che irrompe in piazza con gli idranti e spara acqua su una folla assolutamente pacifica! Non mi spiegavo il perchè di questo intervento apparentemente fuori luogo! Poi ho capito che la polizia stava precedendo i neri e che probabilmente volevano sgombrare la piazza prima che arrivasse il caos totale! E così è stato: di li a poco è sono arrivati i black bloc ed è iniziata la guerriglia! Per fortuna c’erano vie di fuga, io mi sono allontanata con una mia amica, mentre la piazza era ricoperta di fumo e assordata dallo scoppio di petardi…..in un attimo è cambiato tutto!! Ho avuto un pò di paura, ma di certo è prevalsa la delusione e la rabbia per una grande occasione che, purtroppo prevedibilmente, è stata drammaticamente persa!
    Manuela- Ancona

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  4. Grazie Anna…hai trovato le parole migliori per raccontare quello che abbiamo vissuto e provato, sabato scorso a Roma!
    Ma non ci spaventeranno e NON torneremo al sicuro delle nostre case…NON avete vinto…NOI CI SAREMO UN MINUTO IN PIU’ DI CHI VUOLE REPRIMERE manifestazioni popolari dovute alla forte DISUGUAGLIANZA ed INGIUSTIZIA SOCIALE nel nostro Paese!
    Occhio in Valsusa…la tattica repressiva, ormai, è quella del 15 OTTOBRE!

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