di Paola Ciccioli
Sembrerebbe ormai assodato che i comunisti non mangiano i bambini. Anche perché quelli che avevano in tasca la tessera del Pci non ci sono più per conclamata estinzione del Partito, fondato nel 1921 e sciolto nel 1991. In mezzo ci sono passaggi cruciali della storia politica e culturale italiana, che adesso ci vengono restituiti attraverso la sguardo di una bambina. Una bambina piccola e curiosa che, al seguito della madre, a Roma si intrufola nelle riunioni dei grandi e ne osserva le crisi, conosce gli artisti che sanno quali sono le osterie dove mangiare senza pagare, vede ingrossare attorno a sé il fiume delle aspiranti celebrità.
La piccola si chiama Elisabetta ed è la protagonista del nuovo libro di Patrizia Carrano, “La bambina che mangiava i comunisti”, in uscita ad aprile per Vallecchi.
Autrice di venti romanzi, tradotta in cinque lingue, sceneggiatrice, commentatrice per un ventennio del Festival del cinema di Venezia su Rai1, Patrizia Carrano vive e pratica l’amore per gli animali e in questa foto, che ho avuto da lei, è con Willy, purosangue che la scrittrice e giornalista definisce «il principe della mia allegria».
Io, che la seguo e la ammiro da sempre, non vedo l’ora di leggere “La bambina che mangiava il comunisti”. E intanto la ringrazio immensamente per aver dato il via al mio obiettivo di divulgazione letteraria al femminile #siscrivedonna
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