di Paola Ciccioli
Il 18 marzo si avvicina e io mi sto dedicando a lei, ai suoi 30 libri già pubblicati, a quello sulla Shoah che uscirà in autunno. E alla grazia partecipata e rigorosa con la quale ha accolto da Liliana Segre il racconto della propria vita e della deportazione nel campo di Auschwitz-Birkenau, affinché venisse trasmesso alle nuove generazioni di lettrici e lettori.
Perché il 18 marzo, cosa succede? Quel giorno, è un venerdì, Daniela Palumbo sarà a Urbisaglia per #siscrivedonna – cinque appuntamenti con altrettante autrici nel corso del 2022 – e per lei sarà anche la prima volta (se si esclude Porto Sant’Elpidio, nel Fermano) di una presentazione nelle Marche e di un incontro su Fino a quando la mia stella brillerà, il libro scritto con la senatrice a vita, da poco uscito in una nuova edizione per Il Battello a Vapore.
In questa foto nel 2018, che proviene dall’archivio personale della scrittrice, la senatrice e Daniela Palumbo sono insieme al Castello Sforzesco di Milano in occasione della pubblicazione del libro Scolpitelo nel vostro cuore. Dal Binario 21 ad Auschwitz e ritorno: un viaggio nella Memoria (Edizioni Piemme), anche questo connotato dalla loro collaborazione.
Posso dire, da lettrice e con totale onestà, che la vicenda umana di Liliana Segre e l’offesa all’Umanità della Shoah si comprendono davvero integrando i testi storici con questi libri dove la testimonianza e la divulgazione sono affidate alla linearità e alla chiarezza di scrittura. Letture che sono sì indicate per ragazze e ragazzi di 11, 12, 13, 14 anni, ma che rappresentano quasi delle guide per persone di ogni età. Consentono infatti, riga dopo riga ed emozione dopo emozione, di “vedere” la tredicenne Liliana, il suo primo piano, non l’elegante signora dai bianchi capelli diventata familiare a noi tutte e tutti attraverso le immagini televisive.
È la bambina che parla e ci guarda: l’orfana di madre scacciata dalla scuola nel 1938 dalle leggi razziali fasciste, brutalmente respinta nel ’43 dalla Svizzera che aveva faticosamente raggiunto per mettersi in salvo, incarcerata, rinchiusa il 30 gennaio 1944 con il padre Alberto e altre 603 persone in un carro bestiame al binario 21 dei sotterranei della Stazione Centrale di Milano, con destinazione lo sterminio.
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