«Sarai la mia pittrice, la mia artista»

di Melania G. Mazzucco

Vi propongo la lettura di poco meno di due pagine da L’architettrice di Melania G. Mazzucco (Einaudi 2019), libro che mi ha letteralmente fatto innamorare di Plautilla, la sua protagonista. Domani, giovedì 12 novembre, nell’ambito di BookCity 2020, alle ore 21 si potrà seguire online la conversazione Restituire una voce e una storia. Plautilla Bricci architettrice con l’autrice di questo bellissimo romanzo storico e con Vincenzo Trione. Sono contenta di potervi proporre inoltre anche la registrazione integrale dellincontro con Mazzucco e L’architettrice organizzato a settembre sulla piattaforma Zoom dal Circolo dei lettori di Milano e al quale ho avuto il grande piacere di partecipare. Buon ascolto e buona lettura. (Paola Ciccioli)

L’epidemia è stata dichiarata estinta. Il papa ha indetto cerimonie per la liberazione della città, e ha fatto cantare il Te Deum. È stato tolto il bando, hanno riaperto i collegi e i tribunali. Ma in realtà dalle robbe nascoste nelle cantine e seppellite nei giardini, oppure rubate nelle case infette, la peste ha continuato a circolare, ed è riesplosa più volte, tanto che fino ad agosto non siamo stati al sicuro. E devo confessare che noi due, nel nostro improvvisato castello, accoglievamo le notizie di quei morti e dei nuovi sospetti con sollievo, perché il prolungamento dell’allarme giustificava la mia permanenza a palazzo Benedetti. Finché è arrivata la lettera da Parigi.

Mazzarino si degnava di compensare Elpidio per il suo servizio e gli annunciava di aver ottenuto per lui dal re Luigi XIV la nomina di Aumale. Una remota abbazia normanna nella quale non era previsto che si recasse, ma la cui rendita di cento scudi al mese avrebbe potuto, finalmente, dimostrargli quanto la sua accurata servitù fosse stata apprezzata. Era una somma importante, che a me sembrò più che adeguata. A quel tempo, un maestro di casa ne guadagnava poco più di cento in un anno. Elpidio si era arrangiato con molto meno.

A Elpidio parve un dono avvelenato. Aveva brigato per ottenere un’altra abbazia, in Italia. Per questo, per ottenere il suo appoggio, da quando si era trasferita a Roma coltivava con pazienza la sorella del cardinale monaca in Campo Marzio, andando a visitarla nel parlatorio del suo convento più spesso di quanto si recasse dalla propria sorella. La raccomandazione di una monaca che verosimilmente nel giro di qualche anno sarebbe diventata badessa valeva più di quella di un laico. Invece gli sarebbe stato difficile farsi pagare la rendita di Aumale, perché il papa avrebbe disapprovato la nomina imposta da Mazzarino e dal re di Francia: doveva firmare la bolla per concedergliela, e non l’avrebbe mai fatto. Alessandro VII era ostile alla Francia, al re e al cardinale – cui non perdonava di aver tramato per impedirgli di essere eletto papa – e non poteva che detestare Elpidio. Quel titolo era solo un miraggio.

Ma il cardinale Mazzarino, osteggiato dal clero francese non meno che da Alessandro VII, non aveva potuto fare di più. Tuttavia, una volta accettata la nomina, l’abate di nulla – abate solo di nome – diventava abate davvero. E la mia presenza nella sua vita uno scandalo.

Stavolta ci dobbiamo proprio lasciare, mi disse, mentre – supini nell’alcova – boccheggiavamo nell’afosa notte estiva. Dalle finestre aperte salivano le voci della strada: benché fosse l’ora del riposo, erano ancora tutti all’aperto, per sfuggire alla calura. Due giovani strimpellavano una serenata con la chitarra alla loro innamorata. La canzone parlava d’amore. Quel giorno compivo quarantun anni, ma a Elpidio non lo avevo detto. Non era traguardo che una donna potesse festeggiare. Era – anzi – il passaggio del confine nella terra più ostile, in cui una donna cessa di essere tale.

Ci siamo arrivati, alla fine. Siamo stati fortunati, ma adesso è finita. Devi seguire il tuo destino di donna, commentò. Devi trovarti un marito che ti faccia un figlio. Non è troppo tardi. Ti resterò sempre amico. Ti proteggerò e quando riuscirò ad avere la rendita della mia abbazia, farò con te cose che nemmeno immagini. Sarai la mia pittrice, la mia artista. Ma non potrò più tenerti così.

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