“La giornalista”

di Luca Bartolommei*

Ho scritto il testo di questa canzone in non più di venti minuti, di notte e in casa, giusto prima di andare a dormire, la musica mi ha portato via al massimo un’oretta. È il risultato di una lunga osservazione e di uno studio durato settimane durante le quali, senza troppo rendermene conto, ho evidentemente tenuto molto d’occhio mia moglie Paola Ciccioli. La canzone parla infatti della “mia”, se mi è consentito il termine, giornalista.

Il ritratto che ne esce è decisamente rispondente a quelle che sono le sue caratteristiche di dinamismo professionale, di molteplicità di interessi e di passione che ha sempre, sempre, messo nello svolgere il suo lavoro.

Il marito della giornalista deve avere buona tenuta di strada, se è ottima meglio, una cartuccia nuova della stampante, quantomeno quella dell’inchiostro nero, sempre a portata di mano, memoria di acciaio trilegato per ricordare tutti i nomi, professioni e ruoli delle sue colleghe e delle amiche (se confondi Donatella con Maria Elena sei finito e succed on spavent), non parliamo poi dei luoghi delle conferenze stampa (scambiare il Mic con il Mudec, anche se il marito è un po’ sordo, può essere esiziale) e soprattutto sempre, anche qui, sempre, qualcosa di commestibile, ma anche buono e di qualità, a disposizione.

I tempi di reazione da marito di giornalista se li sognano anche i centometristi.

Poi, nel silenzio da spazio siderale che si crea durante la stesura di un articolo, di un post o di un capitolo di un libro (anche lì, provasse a starnutire, il marito…) parte un richiamo, è il di lui nome di battesimo, ma… strano, il tono è dolce e tenero… hmmmm… non stava scrivendo l’articolo, è una poesia, è per te, marito pasticcione, che sbagli ogni tanto l’accento, è per te. Ecco la mia giornalista.

Fermi tutti! Sono le 23 e 30, la voeur mangià

*La giornalista – 2018 – Testo e musica di Luca Bartolommei

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