di Vivian Lamarque
POESIA ILLEGITTIMA
Stellina, ma perché piangi…? Orazio
Quella sera che ho fatto l’amore
mentale con te
non sono stata prudente
dopo un po’ mi si è gonfiata la mente
sappi che due notti fa
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera ti somiglia
mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia.
Vivian Lamarque ha letto ieri pomeriggio alcune poesie nella Libreria del Mondo Offeso, a Milano. C’era una piccola folla ad ascoltarla mentre, sempre in piedi, ha srotolato con commozione, leggerezza e ironia il filo poetico che aveva preparato mettendo assieme tanti fogli e tanti versi, non soltanto suoi. Ha iniziato spiegando che il nome della libreria, riferito a un passaggio di “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini, «ci ricorda come il mondo sia offeso dalla miopia e dall’indifferenza». La lettura è iniziata con «due esempi di poesia non inutile», due dediche all’ecatombe di migranti nel Mediterraneo. La sua voce lieve ha accompagnato la preghiera laica di Erri De Luca “Mare nostro che non sei nei cieli” e “In memoria” con la quale Giuseppe Ungaretti nel 1916 «ha reso immortale Moammed Sceab, “Discendente/di emiri di nomadi/suicida/perché non aveva più/Patria”. Un saluto particolare ai numerosi volontari di Emergency presenti, impegnati nella raccolta fondi a sostegno dell’associazione fondata da Gino Strada: «Il termine “volontario” mi piace molto perché contiene la parola “volontà”».
“Poesia illegittima” è tratta da “Vivian Lamarque, Poesie (1972 – 2002), Oscar Mondadori
(a cura di Paola Ciccioli)
AGGIORNATO IL 19 GIUGNO 2019