Due cromosomi X e la storica barriera dei talenti

rita-levi-montalcini-1di Rita Levi-Montalcini 

«De tous les Préjugez on n’en a point remarqué de plus propre à ce dessain que celuy qu’on a communément sur l’Inegalité des deux Sexes… Après avoir examiné cette opinion suivant la regle de verité, qui est de n’admettre rien pour vray qui ne soit appuyé sur des idées claires et distinctes; d’un costé elle a paru fausse, et fondée sun un Préjugé, et sur une Tradition populaire et de l’autre on a trové que les deux Sexes sont égaux: c’est à dire, que les Femmes son aussi Nobles, aussi parfaites et aussi capables que les hommes. Cela ne peut estre étably qu’en refusant deux sortes d’Adversaires, le Vulgaire, et preseque tous les Sçavants.» *

François Poulain De La Barre, De l’égalité des deux sexes, Paris, 1673

A quattro anni non conoscevo il piccolo trattato sull’uguaglianza dei sessi scritto da questo illuminato filosofo francese, né sapevo che la palese differenza fisica e quella, presunta, delle capacità intellettuali tra individui di sesso maschile e femminile della nostra specie, sono dovute  al fatto di avere nel primo caso, un cromosoma X e uno Y, nel secondo due cromosomi X. A me era toccato in sorte di avere due cromosomi X e di essere nata in un periodo nel quale essere uomo o donna significava il potenziamento o la repressione delle naturali doti intellettuali del singolo. Allo stesso modo nelle società arcaiche e in molte tuttora fiorenti, l’aver ereditato i geni da genitori di alto o basso rango sociale segnava in modo indelebile il destino del nuovo nato. Nel secolo scorso e nei primi decenni del Novecento, nelle società più progredite (se si accetta l’erroneo quanto radicato concetto che sia valida l’equazione tra industrializzazione e progresso), due cromosomi X rappresentavano una barriera insormontabile per entrare alle scuole superiori e poter realizzare i propri talenti. Se l’era vittoriana era tramontata, la sua influenza era ancora molto potente sull’educazione impartita ai giovani dei due sessi, e determinava i ruoli che sarebbero spettati a ciascuno di essi.

 

elogio-dellimperfezione*«Di tutti i pregiudizi nessuno appare così rispondente a tale definizione quanto quello che comunemente si ha sull’ineguaglianza dei due Sessi… Esaminata tale opinione secondo la regola di verità che è di non dare per vero se non ciò che si basa su idee chiare e distinte: da un lato essa è sembrata falsa e fondata su un Pregiudizio e su una Tradizione popolare e dall’altro si è concluso che i due sessi sono uguali: cioè le Donne sono altrettanto Nobili, altrettanto perfette e altrettanto capaci degli uomini. Il che non può essere asserito se non refutando due specie di Avversari, il volgo e quasi tutti i Dotti».

Tratto da: Elogio dell’imperfezione. Autobiografia di una scienziata. Più che una lettura, un viaggio straordinario. L’edizione che ho io è un po’ “particolare” e richiede un discorso che mi divertirò a fare più avanti. (P.C.)

 

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