Napoli in chiaroscuro, con in testa la domanda: «Dopo cosa farai?»

Testo e foto di Elena Novati

San Gregorio Armeno

San Gregorio Armeno

Ecco finalmente il momento tanto atteso: laurea. Vuol dire che «finalmente me ne vado di qui» (qui: l’Università), vuol dire che finisci di brindare e pensi al dopo, un generico e inconsistente periodo di tempo che può variare tra un minuto e i prossimi 30 anni. Parto per prendermi un fine settimana di stacco dopo mesi passati su dati&articoli; vado a Napoli, ho deciso per un tour dedicato a visita della città e visita (ipercalorica) alla sua cucina: tanto quel che gli altri non ti vedono ingurgitare, non conta. Dunque parto accompagnata dal fidanzato (ignaro della destinazione sino al momento della partenza: sì, doveva essere un regalo di compleanno con un onesto mese di ritardo) e curiosa di visitare quanto previsto dal mio programma di viaggio; arriviamo a Napoli verso le 17, l’ora del tè diventa immediatamente l’ora della riccia o della frolla (le due versioni della sfogliatella): ci si adegua con estrema facilità a questo cambio d’abitudine, con gioia delle papille gustative (sarà forse questo, il “Miracolo di San Gennaro” per chi, come noi, è più vicino al paganesimo che ad altra confessione?…).  Continua a leggere