Paola, una giornalista per la meritocrazia

di Paola Ciccioli

«Il talento è il petrolio del futuro». Anni fa ho ritagliato una pagina di giornale con questo titolo e l’ho attaccata dietro la mia scrivania. Quasi fosse il manifesto di ciò che credevo, e continuo a credere, debba essere il motore di un gruppo di lavoro, di una comunità, di un Paese.

Ho staccato quella pagina di giornale non perché il futuro preconizzato nell’articolo sia arrivato. Non perché nella quotidianità veda fuoriuscire, e premiare, quel fiume di energia che sgorga dalle persone di qualità. Da quelle donne e da quegli uomini che, inesausti, continuano a chiedere in primo luogo a se stessi risultati sempre migliori. Che sanno illuminarsi di fronte all’intelligenza, allo studio, all’impegno. Piuttosto, ho visto la strada del riconoscimento del merito farsi più tortuosa, episodica, in salita. Ed è da questa constatazione che è scaturita la decisione di immergermi dentro Talea, svestendo i consueti panni della giornalista che si limita a raccontare. Indossando, invece, con tutti i limiti della neofita, quelli della professionista che entra nei meandri della costruzione di un progetto. Insomma, ho avuto l’opportunità, direi la fortuna, di contribuire a disegnare un piccolo tassello del mondo che cambia, che corre e che si mescola. Ho imparato, tanto. E ai “taleani”, quando sono andata a conoscerli a Camaldoli, ho raccontato questo. Ammonendoli a non considerare come definitivi gli ostacoli, le difficoltà e le chiusure fin qui incontrati.

Il mondo gira nella loro direzione. Ciò che hanno visto, conosciuto, lasciato è come un passaporto per qualsiasi destinazione, un bagaglio da disfare soltanto dove varrà la pena di mettere radici.

L’immagine e questo intervento di Paola Ciccioli sono tratti dal libro: “Talea, il merito mette radici”, curato dalla giornalista nel 2010 e dedicato al corso di leadership per immigrati altamente qualificati promosso dalla Fondazione Ethnoland a Camaldoli, in Toscana. Ricordiamo che Paola Ciccioli è stata fatta licenziare dal direttore di Panorama, Giorgio Mulè, di cui la redattrice ha criticato severamente la politica delle promozioni.

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