«Le donne spostano qualcosa quando non si fanno trovare al loro posto»

di Maria Elena Sini

Libro

Il libro di Anna Simone è stato al centro del convegno che si è tenuto all’università di Sassari: Maria Elena Sini ce ne dà conto in questo articolo

Il titolo del convegno che si è tenuto a Sassari il 13 maggio nell’aula magna dell’Università, organizzato dalla sezione cittadina della Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni e affari), ha origine dal libro I talenti delle donne, scritto da Anna Simone, sociologa e ricercatrice presso l’università di Roma 3. Si tratta di una riflessione sul presente e sul futuro del femminile che cerca di leggere i mutamenti sociali del presente attraverso ventuno profili esemplari di donne, evitando il più possibile la retorica della vittimizzazione o, al contrario, l’esaltazione di un femminile da cui estrarre solo plusvalore economico. Le voci di Emma Bonino, Chiara Saraceno, Norma Rangeri, Ilaria Cucchi, Lucrezia Reiclin e di altre donne piene di talento e passione per quello che fanno raccontano il proprio percorso per dimostrare quanto le loro singole biografie, le loro esperienze e le loro scelte siano irriducibili alle narrazioni di superficie che, per fortuna o per sfortuna, a seconda delle circostanze, toccano l’universo femminile.

Attraverso questo mosaico di testimonianze l’autrice indaga i rapporti di potere che si realizzano nella politica, nel mondo del lavoro, nella vita quotidiana per dimostrare come possa essere possibile, nonostante tutto, per passione e per talento, riuscire a fare ciò che si desidera anche se si è donne.

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Womenomics: hai potere e non lo sai?

L’Espresso parla, nel numero in edicola, di “Womenomics“, il libro di successo di due giornaliste televisive, Claire Shipman e Katty Kay. In sintesi, Antonio Carlucci, autore dell’articolo, (“Ragazze Womenomics”, L’Espresso 20/2/2010) scrive che il libro «fotografa perfettamente la svolta: sempre più donne scelgono la flessibilità nell’orario di lavoro e usano ogni ora di tempo guadagnata per dedicarla a se stesse, ai figli, alla famiglia, ai propri passatempi. E sempre di più vengono accontentate perché le aziende, gli studi professionali, i giornali, sanno che lavoreranno meglio e con maggiore serenità. E alla fine daranno molto più valore al loro lavoro». Ma tutto questo succede in America dove «l’ultimo dato di inizio febbraio dice che gli occupati negli Usa sono per il 50,1% donne e per il 49,9% uomini».  A riportarci alla nostra diametralmente opposta realtà è l’intervento dell’economista Irene Tinagli, docente di Economia delle imprese all’Università Carlos III di Madrid. Ve lo proponiamo qui di seguito. Continua a leggere