Quando Mozart fingeva di essere la sorella Nannerl

di Mario Chiodetti

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Recensione d’autore: il musicofilo Mario Chiodetti ci presenta “Il diario di Nannerl Mozart”, a cura di Olimpio Cescatti (immagine dal film “La soeur de Mozart” di René Féret http://blog.ritacharbonnier.com/)

«Nella rossa sua veste bordata/ e me ne duole assai/ la Nannerl non fa bella figura/ né da presso né da lungi», scrive Wolfgang Amadeus Mozart intervenendo di straforo nelle pagine di diario della sorella maggiore Maria Anna Walburga Ignatia, nata a Salisburgo nel 1751 e scomparsa, assai anziana per l’epoca, nel 1829.

Proprio il diario di Nannerl, vezzeggiativo che sta per Nannina o Nannarella, è una vera miniera di notizie, curiosità e aneddoti sulla vita del genio e della sua famiglia, e un importante affresco sulla società salisburghese dell’epoca che Leopold Mozart e i suoi due straordinari figli si trovavano a frequentare.

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Brahms e il respiro

di Sergio Angelo Picchioni*

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Fulvio Luciani (violino) e Massimiliano Motterle (panoforte) nelle foto di Dario Menia. Il duo suonerà musiche di Schubert, Brahms e Ravel a Milano il 5 e a Torino il 6 settembre nell’ambito di MITO, che quest’anno ha come filo conduttore il tema “Padri e figli” (http://www.mitosettembremusica.it/it)

Lo rividi poi casualmente dopo molti anni, in Italia dove ora insegnavo, durante un concerto al teatro comunale di Bologna. Era seduto alcune file di poltrone davanti a me, e mi dovetti quasi sforzare per riconoscerlo, tanto che se ben ricordo fu proprio lui, voltandosi, che mi salutò per primo.

Lo avvicinai più tardi, durante l’intervallo, e mi sembrò veramente cambiato. Fu come sempre molto gentile, e come se ci fossimo lasciati il giorno prima intavolò subito un complicato discorso sulla musica romantica, sul rapporto con la letteratura, e su come si sarebbe dovuto suonare il violino. Secondo lui, molto spesso, gli archi stridevano. Per tutto aveva le sue idee, e non si poteva far altro che ascoltarlo.

«Brahms, mio caro, ah Brahms, hai sentito che quartetto… con il suo respiro… sì vedi… perché di fatto la frase musicale di Brahms si può veramente ascoltare respirando a pieni polmoni, giù e su con il petto, attraverso le note, le legature, le forcelle di piano e poi di forte, insomma respirando con lui, in un crescendo che ti porta a fremere di eroismo e ti gonfia il cuore di passione…».

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