In Val di Susa il nostro grido contro lo “stupro di territorio”

di Erri De Luca

Oggi, sabato 11 gennaio 2020, a Torino si tiene una manifestazione in solidarietà di Nicoletta Dosio, l’attivista NoTav dal 30 dicembre in carcere per scontare una pena definitiva a un anno per aver partecipato a un blocco stradale contro la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione. Anche lo scrittore Erri De Luca ha subìto un processo per istigazione al sabotaggio dell’infrastuttura, da più parti ritenuta impattante e superata. Ne è nato il libro La parola contraria, pubblicato nel 2015 da Feltrinelli, da cui Paola Ciccioli ha estratto questo brano dedicato a chi si batte in ogni ambito per il bene comune.

«Se andrò in carcere, non me ne pentirò, perché, come scrisse Rosa Luxemburg, dalla cella dove scontava la sua ferma opposizione alla guerra, “ mi sento a casa mia in tutto il mondo, ovunque ci siano nubi, e uccelli, e lacrime umane”», scrive Nicoletta Dosio sul suo sito. La foto è quella dell’account Twitter dell’attivista arrestata (https://www.nicolettadosio.it).

Uno scrittore ha in sorte una piccola voce pubblica. Può usarla per fare qualcosa di più della promozione delle sue opere. Suo ambito è la parola, allora gli spetta il compito di proteggere il diritto di tutti a esprimere la propria. Tra i tutti comprendo in prima fila i muti, gli ammutoliti, i detenuti, i diffamati da organi di informazione, gli analfabeti e chi, da nuovo residente, conosce poco e male la lingua.

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Gli occhi di cielo che urlano: «Giustizia per Bhopal»

Testo e foto di Lucia Vastano

sheela, bhopal

Questa magnifica bambina non può parlare: porta addosso l’eredità del gas fuoriuscito dallo stabilimento della Union Carbide nel 1984

Quegli occhi non te li aspetti. Perlomeno non te li aspetti lì, in quel posto e addosso a una bambina indiana, dalla pelle color delle nocciole. Occhi azzurri profondi, come il cielo e la camicetta che indossa. Due occhi che parlano come purtroppo non può fare lei, Sheela (è il nome che le ho dato io), nata a Bhopal oltre vent’anni dopo la strage di 25mila innocenti avvenuta la notte del 3 dicembre 1984, ma che porta addosso l’eredità di quel gas, l’isocianato di metile, fuoriuscito dallo stabilimento della multinazionale americana Union Carbide. Una nube mortale che ha soffocato un’intera città e che ancora intossica il suo suolo e la sua aria.

Le mamme di Bhopal di oggi continuano a partorire figli affetti da numerose gravi sindromi (soprattutto a livello cerebrale). La bimba con il cielo negli occhi frequenta il Chingari Trust, un centro che aiuta le piccole vittime del disastro con classi speciali e riabilitazione, a seconda delle loro esigenze. Il centro è stato messo in piedi da due donne forti come l’acciaio, Champa Devi Shukia e Rashida Bee. Loro hanno voluto coinvolgere altre donne nella lotta. Continua a leggere

Vajont, due bambine simbolo del passaggio di testimone della memoria

di Lucia Vastano

Ecco un piccolo teaser del documentario sul Vajont che sto preparando con Maura Crudeli. Sarà un po’ anche la storia di come 12 anni fa ho sbattuto io il muso in questa storia e di come alcune famiglie di superstiti siano diventate la mia famiglia. Immodestamente potrei dire è anche la storia di come si debbano fare le inchieste giornalistiche. Il teaser è servito soltanto per dare un piccolo assaggio ai nostri primi sponsor (Aiea e Medicina Democratica). Per informazione: abbiamo la liberatoria dei genitori delle due piccole protagoniste, Bea e Heidi. Sono troppo carine e simpatiche. Che dire: mi piacerebbe tornare alla loro età quando per giocare, divertirsi ed essere felici bastava sedersi per terra e picchiare una pietra contro l’altra.

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Lucia Vastano, una magnifica integrità

Lucia Vastano qualche anno fa (foto di Paola Ciccioli)

Lucia Vastano qualche anno fa (foto di Paola Ciccioli)

di Paola Ciccioli
Lucia Vastano ha presentato a Milano il suo nuovo libro, La magnifica felicità imperfetta (Salani Editore) nella biblioteca del Parco Sempione. Mi aveva avvertito con largo anticipo e l’appuntamento era per il 26 giugno, nel pomeriggio. Volevo assolutamente esserci, ma non ce l’ho fatta. E sono tante le occasioni importanti alle quali devo rinunciare, in questo periodo.
Però Lucia, accidenti. Lucia no. È probabilmente l’unica giornalista-scrittice che ammiro davvero. Perché la conosco, so il suo cammino, la fatica, l’ostinazione, l’integrità. Le avevo chiesto tempo fa di scrivere qualcosa per il blog su un altro suo recente libro, quello che racconta il Vajont ai bambini e agli adolescenti. Lei me lo aveva postato su facebook e io, cerca cerca cerca, non lo trovavo. Poi stamattina sono andata a spulciare anche nel Gruppo solidarietà creato dopo il mio licenziamento da Panorama. E, contenta, l’ho trovato. Eccolo finalmente su Donne della realtà, insieme con una foto che le ho scattato tanti anni fa nella mia vecchia casa.
Forza, Lucia. Meriti tutto il bene del mondo Continua a leggere