Le donne ucraine e la Resistenza della quotidianità

Domenica 24 aprile 2022 per gli ortodossi è Pasqua.

Domani è Pasqua in Ucraina.

La foto inviata dall’Ucraina dei dolci della Pasqua di guerra 2022 (da Giulia Berti via WhatsApp).

«Domani è la Pasqua in Ucraina e anche in Russia.

Lo “zar” ha proibito qualsiasi festeggiamento.

Le figlie di Natalia hanno dipinto delle uova e hanno fatto dei dolci simili alle nostre colombe, colorate con il giallo e l’azzurro della loro bandiera».

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Piccole donne a Botteghe Oscure

di Paola Ciccioli

La bambina che mangiava i comunisti, il nuovo libro di Patrizia Carrano (Vallecchi), esce giovedì 31 marzo 2022.

Ed è un’avventura che si vorrebbe far continuare a lungo fin dalla dedica: «Per Sara. Ricordando con lei sua madre Miriam Mafai e sua nonna Antonietta Raphaël».

-Sara è la giornalista Sara Scalia.

-Miriam Mafai è la scrittrice, resistente, esponente del PCI, parlamentare e giornalista tra le più autorevoli che la stampa italiana abbia mai avuto.

-Antonietta Raphaël è la pittrice e scultrice di origine lituana, moglie di Mario Mafai, madre di Miriam e nonna di Sara.

Ce n’è in abbondanza per costruire – come ha fatto Patrizia Carrano – un originale affresco della Roma anni ’50, tra baracche e appartamenti ai Parioli, Botteghe Oscure e sezioni di periferia, artisti rigorosamente squattrinati, sublimi poeti ai margini, funzionari e giornalisti, “Paese sera” e “L’Unità”. Una favola vera attraversata con occhi vigili da una bambina secca secca e da una madre sempre impegnata e sui tacchi.

Complimenti, cara Patrizia.

Nell’immagine di Palazzo Merulana, “La fuga”, scultura in bronzo di Antonietta Raphaël (1958), Collezione Elena e Claudio Cerasi, che il museo romano ha dedicato ai profughi dell’Ucraina.

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Lettera a un bambino appena nato

Sonetto di Paolo Marconi – Illustrazione di Patrizia Melonari

Un giorno ti dirò di questi giorni

che stai vivendo senza averli visti,

per te racconterò di fatti tristi

che avranno perso ormai tutti i contorni.

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«Non vi abbiamo salvato»

da Giulia De Florio*

«Quando cercavo di spiegare la poesia russa e in lingua russa cercavo di spiegare questo».

Lettere aperte delle poete e dei poeti russi e russofoni 

AI NOSTRI COLLEGHI UCRAINI

A nome della letteratura russa indipendente ci rivolgiamo ai nostri colleghi ucraini, a coloro che oggi scappano dalle bombe negli scantinati e nelle fermate della metro, a coloro che attendono di combattere per strada come unità di autodifesa del territorio. Non abbiamo nulla per fermare le truppe che avanzano verso di voi. Di generazione in generazione abbiamo lavorato con la parola: sapevamo che erano in pochi a sentirla, ma sapevamo anche che quella parola aveva un futuro. Ora, però, contro il vostro futuro – e contro il nostro – c’è la guerra.

La nostra letteratura si è già inchinata allo spirito imperialista, alla xenofobia e al servilismo. Tuttavia, al netto di un discreto numero di lacchè senza alcun talento e dell’abiezione di singoli individui, da almeno un secolo la nostra letteratura si stringe intorno all’idea che la violenza di stato è inammissibile. La stessa identica forza ostile ha ucciso Mandel’štam e Stus, ha seviziato Mel’ničuk e Gorbanevskaja negli ospedali psichiatrici, ha avvelenato l’anima e la volontà del popolo russo e di quello ucraino. Da queste prove, però, il popolo ucraino è uscito temprato, e con straordinario coraggio affronta oggi questa mostruosa minaccia. Dal canto suo, oggi il popolo russo subisce la più mostruosa sconfitta della sua storia, e la responsabilità storica di tutto questo ricadrà su di noi. Non vi abbiamo salvato: questo è il debito insostenibile che ci porteremo sempre appresso. Ci auguriamo con tutto il cuore che la vittoria sia vostra.

Dmitrij Kuzmin, Evgenij Nikitin, Elena Fanajlova, Stanislav L’vovskij, Vera Pavlova, Aleksej Cvetkov-staršij, Dmitrij Vedenjapin, Fëdor Svarovskij, Polina Barskova, Lida Jusupova, Anna Glazova, Linor Goralik, Katja Kapovič, Aleksandra Petrova, Tat’jana Bonč-Osmolovskaja, Grigorij Geljuta, Igor’ Belov, Aleksandr Baraš, Šlomo Krol, Marina Tëmkina, Chamdam Zakirov, e altri 23 poeti russi (la lista è in costante aggiornamento).

Immagine dalla pagina Facebook di Elena Fanailova, poeta russa tradotta in 9 lingue.

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“Sosteniamo l’Ucraina, Supporting Ukraine”

di Judith Baumel

Immagine dal profilo Facebook della poeta americana Judith Baumel. http://www.judithbaumel.com

Cari amici in Italia,

forse sapete del mio forte legame con l’Ucraina. Mio padre è nato in una città vicino a L’viv (nel 1926 faceva parte della Polonia e si chiamava Zloczow). Ci sono tornata diverse volte e ho rapporti di lavoro continui con scrittori, musicisti, artisti e studiosi del paese.

In questo momento hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile. Questo sito in lingua italiana è dedicato a sostenere il Paese in questo tempo di guerra. Per favore, condividi il più ampiamente possibile?

https://www.hopeukraine.it/

Inoltre, credo che le nostre parole e le nostre preghiere possono essere armi potenti. Se potete, vi prego di inviarmi un breve messaggio a sostegno dell’Ucraina che posso inoltrare ai miei più cari amici, Mariya Tytarenko, poetessa, saggista e professoressa all’Università cattolica ucraina ed ex borsista Fulbright in America. È esausta ma finora al sicuro a L’viv con la sua famiglia, sperando, combattendo e pregando per la pace.

In solidarietà,

Judith Baumel Continua a leggere

In treno con l’angelo protettore venuto dall’Ucraina

di Paola Ciccioli

Nella foto di Paola Ciccioli, una mano di bimba sfiora l’icona dell’ un angelo protettore, di fianco l’immagine di Santa Natalia.

Elisa il 7 marzo compirà 5 anni, è dolce, biondissima e parla in perfetto italiano con la mamma, che italiana invece non è. Riconosco da quale parte dell’Europa proviene dalla tensione del suo viso, in parte protetto dalla mascherina ma con i segni della sofferenza sulla pelle e negli occhi.
La mamma di Elisa si chiama Natalia, ha quarant’anni e da 10 vive in Italia, dov”è arrivata dall’Ucraina. La sua città è Kiev, là vivono i suoi genitori e suo fratello, che hanno abbandonato il loro condominio per un rifugio che si spera sia più sicuro. «Avevano un carro armato russo davanti alla porta», mi dice Natalia, alla quale chiedo di raccontarmi la sua storia dopo averla sentita sussurrare alla figlioletta che colora un album: «Meno male che noi siamo qua».

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Donne ucraine

 

Una poesia particolare come epigrafe alla propria tesi, intitolata “Donne ucraine in Italia: una migrazione per lavoro. Un’indagine qualitativa“. Questa la scelta fatta da Stefania Fiocco che si è laureata in Psicologia, con il massimo dei voti e la lode, all’università Bicocca di Milano.

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