La Resistenza negli occhi dell’Agnese

di Renata Viganò

Al Mic – Museo interattivo del Cinema di Milano mercoledì 4 dicembre 2019 (ore 15) verrà proiettato il film L’Agnese va a morire di Giuliano Montaldo (qui), tratto dall’omonimo romanzo del 1949 di Renata Viganò che ha come protagonista una lavandaia che, intimamente ferita dalla violenza del nazifascismo, diventa quasi senza accorgersene una valorosa partigiana. La trasposizione cinematografica del bellissimo libro, di cui proponiamo le pagine iniziali, è del 1976, con Ingrid Thulin nel ruolo della protagonista e Massimo Girotti in quello del marito Palita. Musiche di Ennio Moricone.

L’attrice Ingrid Thulin in un fotogramma del film “L’Agnese va a morire” di Giuliano Montaldo (scatto di Paola Ciccioli). Nel 2021 è uscito per Solfanelli il libro di Massimo Recchioni “Una svedese in guerra. La storia de L’Agnese va a morire”.

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Tra le prostitute reiette del Bottonuto

di Paolo Valera*

Bisogna turarsi il naso. È un ambiente di case malfamate. Vi si vende di tutto. È una fogna, una pozzanghera. In certi momenti il vicolo delle Quaglie è un pisciatoio fino in fondo. Vi si guazza come intorno a un orinatoio. Se ne odora la peste. Sovente c’è una ressa di soldati che lascia supporre che ci siano nascoste moltitudini di vergini. Il chiasso che discende dalla casa a destra dà l’idea che gli uomini e le donne siano calcati in amplessi. Facce rosse, facce gramolate, facce bitorzolute, facce andate alla vergogna. I gradini non sono molti. Si sale e si discende con la sigaretta. Le finestre sono sporche, marrone, diffuse su muri più sporchi di loro. Nasi paonazzi

Di sopra, le stanze non adescano. Contengono la mobilia andata in malora o divani che non sono ancora sprofondati nella stoffa sbiadita e si vedono sulle pareti quadri di due o tre lire ciascuno e oleografie che lasciano credere a certa distanza che siano dei capilavori. La ruffiana non lascia irrompere. Essa si contenta di pochi per volta. Nessuno si guarda in faccia passando. Alcuni scompaiono senza andare nel salotto. Il salotto sovente è di gente che fa flanella. È mossa dalle guardie regie, se vi giungono.

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