Suicida a 13 anni dopo gli stupri: un graphic novel per Carmela Cirella

A sei anni dalla morte ancora nessun colpevole

io-so-carmeladi Daniela Natale

Oggi poteva essere un grande giorno per la giustizia italiana, per la famiglia di Carmela e per tutte le donne. Invece è stato un venerdì di caldo asfissiante, di avvocati in sciopero e udienze rinviate. Una udienza in particolare la aspettavamo con ansia, invece dovremo attendere l’11 ottobre per assistere alla sentenza definitiva, per dare un senso al volo di Carmela che si è suicidata, a Taranto, vittima dei suoi stupratori, che l’hanno violata, e delle istituzioni, che non l’hanno saputa ascoltare Continua a leggere

Ilaria Ferramosca, segni particolari: sceneggiatrice

Ilaria Ferramosca

di Daniela Natale

Ilaria Ferramosca, scrittrice e sceneggiatrice pugliese, ha vinto molti concorsi nazionali e internazionali. È coordinatrice editoriale per Edizioni Volier e insegna sceneggiatura presso le scuole di fumetto pugliesi Lupiae Comix (Lecce) e Grafite (Taranto e Bari).

La narrativa e la sceneggiatura sono il tuo pane quotidiano: quando hai capito che scrivere sarebbe diventato il tuo mestiere?

«Credo di non poter considerare la scrittura un mestiere. Nel senso che per me è passione ed è così che continuo a viverla; non so neppure, in realtà, se possa ritenerla in senso stretto un “mestiere”. Benché sia l’attività preponderante che svolgo da qualche tempo in qua, infatti, e occupi la maggior parte della mia giornata, credo siano davvero pochi, in Italia, coloro che riescono a vivere di sola scrittura e a farne un mestiere nel vero senso del termine. Se invece intendi dire “Quando hai deciso di cominciare a scrivere?” questo è avvenuto circa sette anni fa, nel momento in cui, sempre per pura passione e divertimento, partecipai ad alcuni concorsi di scrittura vincendoli. Da allora ho continuato, seguendo imperterrita il mio desiderio di raccontare determinate cose e storie» Continua a leggere

Renata Fonte, una donna che ripudiava la mafia

Renata Fonte

Renata Fonte

di Daniela Natale

Di donne come lei nel Salento, oggi, non ce ne sono molte. È più facile scegliere la strada della lentezza e dell’apatia, la strada che quasi tutti percorrono, per comodità e perché “se ti piace è così, se no te ne vai”. Lei, Renata, era invece una donna caparbia e determinata, che si distingueva per l’impegno politico e sociale: insegnante alle elementari e con due figlie piccole, era segretario cittadino del Partito Repubblicano Italiano (P.R.I) di Nardò (LE). È il 1982 e Renata Fonte, a 31 anni, si candida alle elezioni amministrative e diventa la prima consigliere e assessore del suo partito Continua a leggere

Il Centro antiviolenza “Renata Fonte” di Lecce non chiuderà

??????????????????????di Daniela Natale

Venerdì 15 febbraio è stato raggiunto l’accordo tra il Comune di Lecce, nella persona del sindaco Paolo Perrone, e il Centro Antiviolenza, rappresentato dalla presidente Maria Luisa Toto. «La nostra determinazione è stata premiata», commenta la presidente. «È una conquista, una vittoria, che riguarda tutte le donne del territorio, che ora possono di nuovo rivolgersi al Centro, usufruendo di tutti i servizi. È un traguardo importante anche per le persone che in questi mesi ci hanno dimostrato la loro solidarietà» Continua a leggere

Rischia la chiusura il Centro antiviolenza “Renata Fonte” di Lecce

Maria Luisa Toto

Maria Luisa Toto

di Daniela Natale

Anche stavolta i cavilli burocratici e la “fantomatica” revisione della spesa pubblica rischiano di danneggiare e uccidere quanto di positivo, in quindici anni di duro lavoro, si è costruito qui, nel profondo Sud dell’Italia. Una terra evidentemente ancora bendata rispetto al fenomeno della violenza sulle donne, sempre più diffuso in Italia. I dati del rapporto annuale (stilato proprio dal Centro “Renata Fonte”) parlano di 720 richieste di aiuto raccolte nel corso dell’anno 2011. I reati più comuni sono i maltrattamenti in famiglia, lo stalking e la violenza sessuale Continua a leggere

Sdisonorate, storie di donne uccise dalla mafia

L’associazione Dasud ne ha contate 150, ammazzate per faide, per vendette trasversali, per paura che parlassero. Il rapporto scritto da Irene Cortese, Sara Di Bella e Cinzia Paolillo racconta le loro vite e i loro drammi

I mafiosi uccidono le donne, a dispetto di tante vecchie leggende sui “codici d’onore”. L’associazione Dasud ne ha contate 150, ammazzate – o indotte al sucidio – per faide, per vendette trasversali, per paura che parlassero, o solo perché passavano per strada nel luogo e nel momento sbagliato Continua a leggere