Al Dams con Umberto Eco e la sua infuocata lezione sul gessetto nel villaggio globale

di Marcello Jori

Il Centro internazionale di studi umanistici “Umberto Eco” di Bologna ha promosso un ciclo di seminari, Un lessico per le scienze umane, sulla comunicazione ambientale, medica, scientifica, sulla cultura digitale e l’etica dell’informazione. Gli incontri andranno avanti fino a maggio 2020 in collaborazione con cheFare, Agenzia di trasformazione culturale, e con PreTesti, Laboratorio studentesco di ricerca semiotica. E, a proposito di semiotica, proponiamo questo brano tratto dal romanzo Nonna Picassa in cui l’artista Marcello Jori, con evidenti richiami autobiografici, racconta il legame speciale tra un aspirante pittore e la nonna che lo surclassa in genialità e bravura. Tanto che il nipote, studente del Dams che non sa esattamente cosa sia la semiotica, ordisce ai suoi danni un imbroglio che alla fine lo costringerà a farsi carico del proprio talento. Eccolo al cospetto del semiologo diventato “leggenda”.

Umberto Eco e le dita incendiate dai fiammiferi durante una lezione di semiotica al Dams nella Bologna degli Anni 70. L’illustrazione è contenuta nel libro “Nonna Picassa”, romanzo del 2000 di Marcello Jori, da poco ristampato da Mondadori. L’illustrazione è dello stesso artista-autore e Paola Ciccioli l’ha fotografata per noi.

Continua a leggere

Alzi lo sguardo, la vedi, sorridi e la canti

di Luca Bartolommei

Il Duomo, la Madonnina, la Galleria, piazza della Scala con l’inizio di via Manzoni. Sono questi alcuni dei luoghi che Giovanni D’Anzi ha descritto nelle sue canzoni, anche attraverso i personaggi che vi si potevano incontrare. Appena sotto i grattacieli sullo sfondo un tempo trovavi “Il Barbisin de la Mojazza” e non inquadrato, tutto sulla destra, ci aspettava “Il tu mi ami de Lurett”. Ecco Milano e i milanesi. Foto di Andrea Cherchi

“Canten tucc: Lontan de Napoli se moeur ma poeu vegnen chi a Milan…”. Questi i versi che chiudono il refrain di “O mia bèla Madonina” canzone che a ragione viene definita come l’inno di Milano. Il titolo del brano di Giovanni D’Anzi è anche quello del volume di Giancarla Moscatelli, pubblicato dalle Edizioni Curci.

Nei giorni di BookCity ho assistito alla presentazione del libro, che si è tenuta negli ambienti accoglienti, ben illuminati e ricolmi anche di spartiti musicali e strumenti vari del Magazzino Musica, qui a Milano (dove il Maestro era nato il 1° gennaio del 1906…). Continua a leggere

Canzonette di massa e di governo

di Giovanni Sabbatucci e Vittorio Vidotto*

Maria Callas durante le vacanze a Ischia nel 1957 (foto dal diario Facebook di Jose Luna). La grande soprano fece il suo debutto in palcoscenico nel 1939 al Teatro Olympia di Atene nel ruolo di Santuzza nella “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, che prese la tessera del Partito nazionale fascista nel 1932 (http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-mascagni_%28Dizionario-Biografico%29/)

Consapevole di quanto le motivazioni ideologiche e culturali fossero importanti ai fini del consenso, il fascismo dedicò un’attenzione tutta particolare al mondo della cultura e della scuola. La scuola italiana era stata profondamente ristrutturata, già nel 1923, con la riforma Gentile: una riforma, ispirata ai princìpi della pedagogia idealistica, che cercava di accentuare la severità degli studi e sanciva il primato delle discipline umanistiche (considerate come il principale strumento di educazione delle élites dirigenti) su quelle tecniche, relegate a una funzione nettamente subalterna. Una volta consolidatosi, il regime si preoccupò di fascistizzare l’istruzione sia attraverso il controllo dei libri scolastici e l’imposizione, dal 1930, di «testi unici» per le elementari. Nel complesso il corpo docente si adattò senza grosse resistenze alle direttive del regime: anche se la fascistizzazione fu spesso superficiale, dal momento che molti insegnanti, formatisi nel clima culturale di prima della guerra, continuarono a svolgere il loro lavoro come avevano sempre fatto, senza concedere al fascismo nulla più che un’adesione generica.

Continua a leggere