di Elena Novati

“Gazzelle”, 15 racconti di Anna Pravadelli. La foto è stata scattata da Elena Novati durante le vacanze in compagnia (anche) di questo libro.
Anna scrive dell’umanità, delle debolezze e dei sensi di colpa. Degli errori, della continua tendenza delle persone a reiterare senza imparare nulla dalle esperienze passate. Dei sentimenti contrastanti e spinti al limite, di quei pensieri che una volta nella vita (forse) fanno tutti gli esseri umani. Di debolezze, di normalità, di relazioni che ci ostiniamo a portare avanti, di decisioni che ci faranno pentire quando sarà troppo tardi. Ho già detto troppo credo, ma è bello poter parlare di un libro che mi ha lasciata con la sensazione, non comune al termine di una lettura, di sospensione: al termine della sua prima opera, “Gazzelle”, sfido chiunque a non essersi identificato almeno in uno dei personaggi che popolano il libro. Si ha la strana sensazione di essere stati assorbiti dagli stessi pensieri dei protagonisti dei 15 racconti che compongono l’opera: ognuno di loro è una gazzella, perché? Le gazzelle sono loro e siamo noi, sono le persone che tutti i giorni si incrociano per strada e tutte le persone che non conosciamo. Siamo tutti gazzelle perché corriamo a cercare ogni giorno il modo giusto per tenerci strette le nostre esistenze, il modo migliore per tentare di non deluderci ai nostri stessi occhi o a quelli degli altri, il segreto per cercare di non vergognarci di quello che facciamo o pensiamo. Sembra, dopo aver letto il libro, che l’umanità sia alla fine tutta uguale: a tratti cattiva, per essere poi subito schiacciata da un senso di colpa, come impaurita dalla sua stessa ombra. L’unico comune denominatore è la ricerca, sempre e comunque, di una giusta distanza tra il “noi” e gli altri, quella giusta distanza che ci permette di vivere senza farci troppo male.
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