di Daniela Natale
Non capisco cosa ci sia di tanto difficile nel dire che una persona è morta. Ci si arrampica sugli specchi, si cerca di trovare le parole giuste, partono voli pindarici infiniti per arrivare poi alla sostanza, a quella parola. Morta.
In questo primo anno di “orfananza” ho parlato con tanta gente, per i motivi più diversi, e dall’altra parte, che fosse il personale di un ufficio, l’operatore di un call center, il fioraio, il marmista o chi vi pare, l’atteggiamento è stato, ed è, sempre lo stesso. Prima o poi, in qualunque discorso, arriva il momento della fatidica domanda Continua a leggere