Ciao nonna, guarda che “chi paré” all’Isola

di Luca Bartolommei

Un momento della registrazione al Blue Note di Milano del programma dedicato a Lelio Luttazzi, la cui messa in onda su Rai1 in prima serata è stata posticipata a venerdì 11 agosto 2017. Sul palcoscenico la cantante Simona Molinari in veste di conduttrice, alle sue spalle gigantografie del maestro triestino con i protagonisti della Tv italiana in bianco e nero (Foto di Nadia Pastorcich da https://www.facebook.com/FondazioneLelioLuttazzi/

“Viaggio” Atto II. La serata continua.

Ricominciamo esattamente da dove avevamo finito, senza riassunto della puntata precedente.

Passiamo agilmente il primo sbarramento di security e veniamo scortati all’interno del locale, Paola si qualifica come giornalista e accediamo alla sala, parliamo con un responsabile Rai che ci invita gentilmente ed in tutta tranquillità ad accomodarci a un tavolo di nostro gradimento. Siamo dentro! Una signora seduta da sola ci invita a sederci insieme a lei e Arisa comincia a cantare. Indossa un bell’abito rosso sgargiante è molto rilassata, si appoggia ad uno dei protagonisti della serata, un pianoforte a coda, e finisce la sua esibizione con sorrisi e saluti per tutti. Brava e simpatica.

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La vera emergenza

C’è un paradosso tutto italiano. Parliamo tanto di famiglia – nel bene e, sempre più spesso, nel male – ma pochissimo di famiglie: di come aiutarle ad attraversare una fase che incrocia crisi economica e disagio sociale. La famiglia è un ottimo slogan, crea sempre consenso in un Paese di cui sinora ha costituito il più importante ammortizzatore sociale e una fonte mai esaurita di identità. Non può essere un caso se molti tra i migliori film italiani degli ultimi anni hanno al centro la famiglia, ne raccontano il valore e le trasformazioni: pensate solo a Happy Family di Salvatores, Le mine vaganti di Ozpetek, La prima cosa bella di Virzì, Genitori e figli Continua a leggere

Leggiamo, così diventiamo davvero pericolose

Leggiamo che “Le donne che leggono sono pericolose”, come recita il titolo del libro di Stefan Bollmann ed Elke Heidenreich in cui attraverso dipinti, disegni e fotografie viene raccontata la storia della lettura femminile dal Medioevo al XXI secolo. Una citazione-pretesto per riproporre un articolo di Paolo Giordano apparso sul Corriere della Sera su Joyce Carol Oates.

Arriva in Italia l’autrice più volte candidata al Nobel. La sua prosa parte da una sola molecola e si infiltra ovunque

L’ossessione di Joyce Carol Oates (per la madre e per la scrittura) Continua a leggere