Dante, il paroliere delle canzoni del mondo

di Paola Ciccioli

«Amor, ch’al cor gentile ratto s’apprende»: in “Soffio” della cantautrice Roberta Alloisio la citazione dantesca è in genovese. Ma la Divina Commedia – il terzo libro più tradotto al mondo dopo la Bibbia e Pinocchio – continua a frullare nella mente dei parolieri di ogni lingua, dialetto e latitudine. E nella cosiddetta musica leggera italiana spopola addirittura, con tracce dei 14.233 versi di Dante Alighieri nel cabaret di Ettore Petrolini e nelle irriverenze di Elio e le Storie Tese (Dannati Forever), nella canzone d’autore da antologia scolastica (Venditti, Vecchioni, Guccini, Branduardi, Battiato, De Gregori…), tenendo come paradigma il Carlo Martello in salsa medievale cantato da Fabrizio De André su testo di Paolo Villaggio.

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«Macerata, 1991. Cara amica lontana, siamo dominati dai corrotti ma i giornalisti scelgono carriera veloce e tranquillità»

Paola con l’amica Gigliola e la sua figlioletta nel Nord-Est del Brasile nel 1990

Paola con l’amica Gigliola e la sua figlioletta nel Nord-Est del Brasile nel 1990

di Paola Ciccioli*

Macerata, 20 novembre 1991

Cara Gigliola,

forse ti arrabbierai vedendo una mia lettera scritta a macchina. Ma, forse, il mezzo non conta. E l’ultimo disco di Paolo Conte si intitola proprio “Parole d’amore scritte a macchina”. Mi è più facile, soprattutto in questo pomeriggio di riposo e di pioggia. Oggi che posso rimanere tappata in casa, in pigiama alle cinque del pomeriggio, ad assaporare il piacere di sedere alla mia scrivania, di battere sui tasti di questa Olivetti “Lettera 35” che ha accompagnato Sandro e me nell’ormai sputtanatissimo esame di idoneità professionale Continua a leggere

A chi crede nella bellezza e nell’integrità

Dedichiamo questa “amaca” di Michele Serra, sulla Repubblica di oggi, a coloro che credono nella bellezza di qualcosa, nell’integrità di qualcuno. Perché tutti sappiamo di avere il dovere di sapere, ma siamo tentati dal bisogno di salvarci.

“Penso che sia meglio non parlare  di realtà, per non sollecitare brutte abitudini”. Sono parole di un italiano grande e importante, Paolo Conte (Repubblica di ieri, intervista di Gino Castaldo). Mi hanno colpito a fondo, contraddicono il bisogno di sapere, Continua a leggere