“Pane nero”, le nostre letture dalla terrazza sul lago di Como

di Paola Ciccioli*

Pane nero, oggi dalla terrazza di Bellano, sul lago di Como e di fronte al monte Bregagno, ci siamo affidat* alle parole della maestra di giornalismo Miriam Mafai. Che ha scritto questo libro, a mio giudizio bellissimo, denso di storie delle donne che durante la seconda guerra mondiale presero l’Italia sulle proprie spalle, facendosi forza anche con la musica e le canzoni per poi dire, una volta arrivata la pace: «… però, in fondo, è stato bello».

*Questo video è stato anticipato in giornata sui nostri canali Facebook e rientra nell’iniziativa sfogliare collettivamente ogni giorno un libro alle persone costrette in casa su disposizione del Governo italiano a causa della drammatica epidemia da Corona Virus in corso.

Grazie come sempre a Luca Bartolommei per le riprese con il cellulare.

«Presa da una temeraria curiosità»

di Lucio Apuleio*

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“Amore e Psiche” di Antonio Canova (1797) © 2004 Musée du Louvre / Pierre Philibert http://cartelfr.louvre.fr/

(La torre altissima da cui Psiche si vuole gettare le parla).

Non lontano da qui si trova Sparta, una bellissima città dell’Acaia. Ai confini di essa devi cercare un promontorio di nome Tenaro, che si trova in un luogo nascosto e fuori mano. Lì si trova una spaccatura che porta al regno degli Inferi, e attraverso le sue porte spalancate si intravede un cammino inaccessibile. Tu supera la porta e avviati per quella strada; arriverai attraverso questo cunicolo alla reggia dell’Orco.

Ma non dovrai andare là, in quelle tenebre, a mani vuote: porta in entrambe le mani una focaccia d’orzo impastata con vino e miele, e mettiti in bocca due monetine.

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L’amore ai tempi della guerra

di Miriam Mafai

Parigi

«Au moins 129 personnes ont perdu la vie après les attentats du vendredi 13 novembre à Paris et Saint-Denis. 117 d’entre elles ont été identifiées a annoncé Christiane Taubira, mardi 17 novembre». http://www.lemonde.fr

Luciana che partorisce in un basso di Napoli nell’intervallo tra due bombardamenti; Bianca che con i figli il grammofono e la cassetta dei gioielli attraversa a piedi l’Abruzzo; Marisa che a Roma occupata dai tedeschi impara a sparare; Sofia che da Milano si rifugia con le sue provviste di tè e la sua biblioteca in un paesino al confine con la Svizzera; Zita, la mondina di Cavriago che ha il fratello partigiano e il fidanzato nell’esercito repubblichino; e ancora la confinata Cesira, Lela che comanda le ausiliarie di Salò nel Veneto; Carla che durante tutta la guerra fa la postina aspettando il ritorno del marito; Lucia che impara a guidare il tram a Milano e il marito non lo aspetta più, la Biki che continua imperterrita a preparare le sue collezioni di abiti da sera…; queste e tante altre sono le donne che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui a un certo punto ho avuto voglia di scrivere la storia.

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10 giugno 1940, ore 17. La sorella di Claretta disse: «Finalmente la guerra»

di Miriam Mafai

10 giugno 1940

Roma, 10 giugno 1940: «Combattenti di terra, di mare e dell’aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d’Italia, dell’impero e del regno d’Albania! Ascoltate!»

La prima a conoscere le parole esatte con cui l’avvenimento sarebbe stato annunciato fu Myriam, la sorella più piccola di Claretta Petacci, l’amante del Duce. Mussolini telefonò alla Camilluccia poco dopo le quattro del pomeriggio del 10 giugno, ma Claretta era uscita con la mamma e così rispose la «cognatina». Fu lei a raccogliere l’indiscrezione. Si limitò a sussurrare nel microfono, con la voce adolescente emozionata: «Finalmente». Continua a leggere