«La notte mi assale l’emozione: e se ricoverano anche Andrea?»

di Maria Grazia Nichetti

Febbre, saturazione, pressione, ossigeno, cibo, sonno, incubi, reazioni del corpo, dolori, ansie, rapporto con altre donne malate, notizie sulle condizioni del marito Andrea Veronesi – come lei stimato psicologo di Milano – alle prese con la stessa malattia ma a casa. «Tutto è iniziato con un raffreddore», il diario dal Covid di Maria Grazia Nichetti prosegue.

Questo è il quaderno nel quale la psicologa milanese Maria Grazia Nichetti ha annotato il suo “attraversamento” del Covid, dal raffreddore con cui la malattia si è annunciata fino alla fine dell’incubo durato oltre un mese di cure ospedaliere (la foto è sua).

14 novembre Questa notte ho dormito abbastanza fino alle 4,20, poi sono stata sveglia (se continua così mi farò dare qualcosa per dormire, quando mi sveglio nella notte mi assale l’emozione del momento che sto vivendo, penso a casa e mi viene un po’ da piangere, anche la preoccupazione per Andrea che non è seguito da nessuno… e se viene ricoverato anche lui??? Devo farmi dare qualcosa per dormire meglio, più rilassata, sicuramente il cortisone mette agitazione). Al passaggio il medico prova la saturazione con oss: 95, quindi mi toglie l’ossigeno per un po’ e poi la riprova, ma la saturazione si abbassa a 90: quindi rimesso ossigeno a 2 litri questa volta.

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«Tutto è iniziato con un raffreddore», il diario dal Covid di Maria Grazia Nichetti

di Maria Grazia Nichetti

La psicologa Maria Grazia Nichetti fotografata in piazza Duomo a Milano dal marito e collega psicologo Andrea Veronesi: è il 10 gennaio 2021 e la dottoressa Nichetti rimette finalmente piede in centro dopo 3 mesi, uno dei quali passato in ospedale per curarsi dal Covid. La ringraziamo per aver messo a disposizione di tutte e tutti il suo particolareggiato diario dalla malattia che ha infettato il mondo. In questo post la prima parte del suo racconto.

Tutto è iniziato con un raffreddore, nemmeno tanto forte, giovedì 22 ottobre 2020. Dovevano venire a cena mio figlio Michele e la sua compagna Sara. Michele era già qui con noi ma, nel fargli sentire l’odore del lievito madre che stavamo alimentando, mi accorgo di non sentire assolutamente l’odore fortissimo di “vernice” che emana. Subito dico a Michele che non è il caso che si fermino a cena e così se ne va. Quella notte stessa anche mio marito Andrea si sposta a dormire in cameretta.

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Il virus, Francesca e le altre “compagne di strada”

di Gabriella Cabrinidiario dall’ospedale Maggiore di Cremona

«L’epidemia a livello globale è nella fase più acuta».

Nel pomeriggio di oggi – giovedì 9 luglio 2020 – il ministro Roberto Speranza ha «firmato una nuova ordinanza che prevede il divieto di ingresso e transito sul territorio nazionale di cittadini che negli ultimi 14 giorni sono stati nei seguenti Paesi: Armenia, Baharian, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Macedonia, Moldavia, Oman, Panama, Perù, Kuwait, Repubblica Domenicana».  Il responsabile della Salute ha inoltre sottolineato che «non possiamo vanificare i nostri sacrifici fatti negli ultimi mesi».

È con la consapevolezza della sofferenza, della forza e del senso di responsabilità messi in campo dalla stragrande maggioranza degli italiani per fronteggiare l’epidemia da Corona Virus che ripassiamo la parola a Gabriella Cabrini e al suo diario pubblico dall’ospedale di Cremona. (p.c.)

Gli scatti sfocati, fatti con il cellulare da Gabriella Cabrini dal suo letto d’ospedale, esprimono la precarietà e l’incertezza dei giorni in cui la Lombardia era attraversata soltanto dal suono delle sirene delle ambulanze

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“Considero valore tutte le ferite”

Testo e foto di Gabriella Cabrini – diario dall’ospedale di Cremona
«Sono NEGATIVA al virus». La carissima Gabriella Cabrini ha informato così della sua guarigione le amiche e gli amici (reali, virtuali o comunque diventati familiari grazie al colloquio quotidiano su Facebook). Noi siamo felicissim* per lei e ci congratuliamo anche per il modo con cui Gabriella ha affrontato la malattia, la degenza, i momenti di sconforto e le dimissioni dall’ospedale per continuare le terapie nell’isolamento domestico e con l’amorevole vicinanza del marito. Continuiamo a scorrere insieme la sua testimonianza social dalla malattia, ricordando che la pubblicazione avviene all’incontrario: cioè dal ritorno a casa e giù giù fino alla sofferenza della febbre altissima, del ricovero, della diagnosi.

Abbiamo chiesto a Gabriella Cabrini di raccontarci anche delle foto che è riuscita a scattare con il cellulare durante il ricovero ospedaliero: «Dalla finestra della camera in chirurgia al terzo piano vedevo la Chiesa di San Sigismondo con il monastero delle monache domenicane in clausura»

Undicesimo risveglio in stanza. 22° giorno dall’inizio della febbre.

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“Resta poco della notte, perché il sole sta già inondando l’orizzonte”

di Gabriella Cabrinidiario dall’ospedale di Cremona

«Buongiorno.
Un altro giorno è trascorso in casa in attesa di altri giorni che verranno e passeranno. La stanchezza in certi momenti sembra voglia dimenticarsi di me lasciandomi un po’ di forza per iniziare a fare piccole cose, poi si ripresenta ma nel frattempo ho la soddisfazione di aver fatto dei passi in più». Di mattina presto, oggi Gabriella Cabrini ha saluto così dalla sua pagina Facebook le tantissime persone che la seguono e le offrono incoraggiamento e affetto in questa fase di terapie a domicilio dopo il ricovero all’ospedale di Cremona per il contagio da Corona Virus. Continuiamo a pubblicare “a ritroso” il suo diario di sofferenza e resilienza. (p.c).

Dodicesimo risveglio in stanza. 23º giorno dall’inizio della febbre.

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Gabriella, l’ospedale da campo della Samaritan’s Purse e il canto degli uccelli

Testo e immagini di Gabriella Cabrinidiario giornaliero dall’ospedale di Cremona

«Buongiorno.
Anche oggi è un giorno nuovo in più rispetto a ieri e la distanza dal 6 aprile (quando dovrò fare controlli radiografici, analisi e tamponi) diminuisce. Aspetto che la stanchezza piano piano passi e ne approfitto per cercare di imparare da ciò che sto vivendo». Queste sono le parole che Gabriella Cabrini ha scelto questa mattina per salutare le sue amiche e i suoi amici Facebook e noi con loro. Mentre lei da casa continua le terapie contro il Corona Virus, noi continuiamo con il suo consenso a pubblicare il diario della malattia che ha condiviso grazie al cellulare dall’ospedale di Cremona. Un racconto dalla sofferenza e dalla speranza che sul nostro blog abbiamo scelto di proporre all’incontrario, cioè dalle dimissioni al momento del ricovero. Auguri di cuore a Gabriella e a tutte le persone malate. (p.c.)

«L’ospedale da campo donato dalla Ong Usa Samaritan’s Purse con 60 posti e 8 in rianimazione, entrato in funzione 72 ore dopo l’inizio dei lavori. L’ho fotografato dalla finestra della mia camera al terzo piano in Chirurgia specialistica»

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Arrestata per tentato omicidio la donna che aveva accusato il marito di essere un violento

di Paola Ciccioli

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“Médée furieuse” di Ferdinand-Victor-Eugène Delacroix (Charenton-Saint-Maurice 1798 – Parigi 1863). Ho scelto questa rappresentazione di Medea per illustrare il post perché credo che un dibattito completo e intellettualmente onesto sulla violenza debba includere la violenza che a volte anche le donne esercitano. A cominciare da quella psicologica sui figli.

La madre che ho incontrato per caso il 14 agosto nella Milano semideserta è stata arrestata. E in un carcere minorile è ora rinchiuso anche il ragazzo di 17 anni che, secondo l’accusa, avrebbe tentato di uccidere il marito della donna, ingaggiato a questo scopo proprio da lei.

Tentato omicidio.

La svolta è di qualche settimana fa ma ho aspettato di parlare con l’avvocato del marito prima di scriverne sul blog. E dare conto più nel dettaglio del capovolgimento della situazione, di cui ho peraltro già informato chi ci segue, fermo restando che la tremenda imputazione è ancora tutta da provare processualmente.

Lei non ha compiuto quarant’anni e ha messo al mondo tre figli, ancora minorenni.

Il suo sfogo, lucido e senza lacrime, era cominciato alla fermata dell’autobus che fa il giro della circonvallazione interna di Milano. Io avevo appena lasciato il mio dentista, lei arrivava da un noto ospedale della città dove ha sede anche un centro che assiste le donne vittime di violenza domestica.

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Ospedale San Raffaele: delegate e lavoratrici rispondono a Don Verzé su Silvio Berlusconi

Risposta delle delegate sindacali di USB Unione Sindacale di Base e USI sanità alla lettera di Don Verzé pubblicata da “Il Giornale” il 25.01.2011

Come donne e lavoratrici dell’Ospedale San Raffaele di Milano siamo scandalizzate ed offese per il contenuto della lettera scritta dal presidente, don Luigi, difendendo incondizionatamente il presidente Berlusconi. Innanzitutto, per l’immagine di donna che ne emerge: sirena tentatrice, procuratrice di dolori, prostituta in cerca di assoluzione Continua a leggere