Quando Mozart fingeva di essere la sorella Nannerl

di Mario Chiodetti

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Recensione d’autore: il musicofilo Mario Chiodetti ci presenta “Il diario di Nannerl Mozart”, a cura di Olimpio Cescatti (immagine dal film “La soeur de Mozart” di René Féret http://blog.ritacharbonnier.com/)

«Nella rossa sua veste bordata/ e me ne duole assai/ la Nannerl non fa bella figura/ né da presso né da lungi», scrive Wolfgang Amadeus Mozart intervenendo di straforo nelle pagine di diario della sorella maggiore Maria Anna Walburga Ignatia, nata a Salisburgo nel 1751 e scomparsa, assai anziana per l’epoca, nel 1829.

Proprio il diario di Nannerl, vezzeggiativo che sta per Nannina o Nannarella, è una vera miniera di notizie, curiosità e aneddoti sulla vita del genio e della sua famiglia, e un importante affresco sulla società salisburghese dell’epoca che Leopold Mozart e i suoi due straordinari figli si trovavano a frequentare.

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Surprise! Le Trio des Alpes rend hommage aux grandes compositrices méconnues

par Mario Chiodetti

(Traduction en français par Romain Valentino)

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Rebecca Clarke (Harrow, 27 aout 1886 – New York, 13 octobre 1979)

C’est un disque riche en surprises, ce “20th Century Women Composers” publié par la génoise Dynamic et ayant pour protagonistes le Trio des Alpes e la soprano Lorna Windsor. La première d’entre elles concerne les contenus, l’oeuvre de trois femmes musiciennes: l’anglaise Rebecca Clarke (1886 – 1979), la française Lili Boulanger (1893 – 1918) et l’américaine Amy Beach (1867 – 1944). La seconde réside dans l’incroyable qualité de l’interprétation du pianiste Corrado Greco, de la violoniste Mirjam Tschopp et du violoncelliste Claude Hauri, membres du trio italo-helvétique fondé en 2010 et occupé aujourd’hui par une intense activité de concerts en Europe et aux États-Unis, ainsi que de celle de la soprano italo-britannique Lorna Windsor, élève du grand basse Hans Hotter, et d’une des légendes du vingtième siècle en matière de chant, Elisabeth Schwarzkopf.

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Sorpresa! Il Trio des Alpes rende omaggio alle compositrici grandi e sconosciute

di Mario Chiodetti*

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Rebecca Clarke (Harrow, 27 agosto 1886 – New York, 13 ottobre 1979)

È il disco delle sorprese questo “20th Century Women Composers” pubblicato dalla Dynamic di Genova con protagonisti il Trio des Alpes e il soprano Lorna Windsor. La prima riguarda i contenuti, le opere di tre donne musiciste, l’inglese Rebecca Clarke (1886 – 1979), la francese Lili Boulanger (1893 – 1918) e l’americana Amy Beach (1867 – 1944), la seconda, la strepitosa qualità dell’interpretazione da parte del pianista Corrado Greco, della violinista Mirjam Tschopp e del violoncellista Claude Hauri, componenti del trio italo-elvetico fondato nel 2010 e impegnato in una intensa attività concertistica in Europa e Stati Uniti, ma anche del soprano italo-britannico Lorna Windsor, allieva del grande basso Hans Hotter nonché di una delle leggende del ‘900 canoro, Elisabeth Schwarzkopf.

Lili Boulanger (Parigi, 21 agosto 1893 - Mézy, 15 marzo 1918). Sue musiche verranno eseguite martedì 6 settembre al Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Milano nell'ambito di MITO 2016: «Lili Boulanger, pianista e compositrice, morì prematuramente. Nadia, sua sorella, diventò la più celebre insegnante di composizione del Novecento. Alcuni dei grandi frequentarono le sue lezioni; altri non furono accettati come allievi»

Lili Boulanger (Parigi, 21 agosto 1893 – Mézy, 15 marzo 1918). Sue musiche sono state eseguite martedì 6 settembre al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano nell’ambito di MITO 2016: «Lili Boulanger, pianista e compositrice, morì prematuramente. Nadia, sua sorella, diventò la più celebre insegnante di composizione del Novecento. Alcuni dei grandi frequentarono le sue lezioni; altri non furono accettati come allievi» (http://www.mitosettembremusica.it/)

Pregiudizi e ignoranza hanno spesso cacciato in un angolo la creatività femminile in musica, limitandola ad alcuni esempi come quelli di Clara Wieck Schumann, Fanny Mendelssohn, Alma Mahler, Germaine Tailleferre, Cecile Chaminade o della nostra Elisabetta Oddone, senza risalire ai tempi di Nannerl, la sorella di Mozart, di Barbara Strozzi e Isabella Leonarda, o arrivare a noi con la russa Sofija Gubajdulina, la più eseguita nei concerti di musica contemporanea.

Ecco allora che i componenti del Trio des Alpes si sono messi sulle tracce di altre tre magnifiche donne compositrici, la cui storia personale affascina quanto i loro lavori. Nell’Inghilterra puritana di fine ‘800, Rebecca Clarke fu una delle prime donne a studiare composizione, materia che abbinava alla viola, strumento che le avrebbe dato da vivere in qualità di orchestrale, altra anomalia per il periodo.

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Ebe e la Vespa, una storia d’amore

di Mario Chiodetti

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Mario Chiodetti sulla “sua” Vespa. Lo ringraziamo per averci affidato questa bellissima dichiarazione d’amore nei confronti della sua “mamma in Vespa”

La prima Vespa di mia mamma fu una 125 “faro basso” del 1952, di quel verde acido metallizzato che faceva pensare a un coleottero, una grossa cetonia ronzante con un manubrio quasi da bicicletta a sostituire le antenne. L’acquistò a Gavirate, dall’Ossola, uno dei primi rivenditori Piaggio del circondario, che dopo tante Guzzi vendute si era incaponito a puntare su quella strana motoretta con le ruote come le gambe di Charlot, progettata da uno che si intendeva di aeroplani e avrebbe rivoluzionato il modo di muoversi dell’italiano nel dopoguerra.

A mamma luccicavano gli occhi quando parlava della sua prima Vespa, che noi bambini non vedemmo mai se non in qualche vecchia fotografia, perché fu venduta prima del matrimonio, come il “Galletto” di papà, che in quel 1958 già viaggiava in “Topolino”. La mamma in Vespa per noi manteneva un’aura di leggenda, conoscevamo le sue imprese dai racconti, sapevamo che si era spinta anche molto lontano da Varese, a volte era andata perfino al mare, in Liguria, facendo qualche tappa e scollinando dal Passo dei Giovi.

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Ebe Rosa-Brusin, giovane e deliziosa, in sella alla Vespa 125 faro basso

Con lei c’era spesso l’amica Jolanda, le univa la voglia di libertà e di emancipazione, in quegli anni ’50 di grande energia e voglia di crescere. La mamma leggeva le “Meduse” di Maugham e Daphne du Maurier, ascoltava il Duo Fasano e Achille Togliani, si faceva cucire vestitini a pois dalla Olga, lavorava alla Banca d’Italia e la domenica si metteva il caschetto di pelle e volava, a settanta l’ora, sulle strade ancora impolverate della periferia, fino a vedere il mare.

La Jolanda la conosceva dalle elementari, poi avevano frequentato le magistrali, fatto le adunate delle Piccole Italiane con flessioni e coreografie con cerchi e nastri, quindi un po’ di università: filosofia mamma, l’Isef la Jolanda, che sarebbe diventata l’incubo delle ragazze del ’68 come insegnante di ginnastica al liceo classico di Varese. L’impiego in banca però era più allettante, così la Ebe abbandonò la Statale e prese la strada del grembiule nero e degli occhiali da cat woman, allora di gran moda, e io bambino, la manina in quella nodosa di mio nonno, andavo ad aspettarla all’uscita del vasto edificio in pietra scura che pareva una cassaforte.

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«Mia madre, un fiore di campo in Vespa»

di Mario Chiodetti*

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La varesina Ebe Rosa-Brusin è stata una delle prime donne italiane ad andare in Vespa. La foto, postata su Facebook dal figlio Mario Chiodetti, è stata scattata da Jolanda, l’amica con cui Ebe condivideva i suoi viaggi

La Vespa compie 70 anni! Mia mamma fu una delle primissime donne ad averne una, la 125 faro basso, acquistata a fine 1952. Qui la vediamo in gita sul lago di Garda (con tanto di limoni) e bardata da montagna a Locarno, diretta al Gottardo, il 16 agosto 1953. Allora doveva essere una meraviglia girare in Vespa per l’Italia e la Svizzera, poco traffico, luoghi ancora splendidi, caldo nella norma, gente educata e ospitale. Un altro mondo, e sono passati soltanto 63 anni… W la Vespa, e lunga vita!

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Locarno, 16 agosto 1953: Ebe al tour del Gottardo

* Mario Chiodetti, varesino, è giornalista, scrittore, fotografo, appassionato d’arte, collezionista e musicista (anni fa l’ho sentito esibirsi, tra l’altro, in un assolo di fischio…). Ha postato queste splendide foto di sua madre in Vespa e io gli ho chiesto se potevo pubblicarle sul nostro blog e farle vedere a un pubblico ancora più vasto. Ottenuto il suo sì, ho chiesto a Mario di darmi anche delle informazioni per le didascalie su quella fortunata donna che lo ha messo al mondo.

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Ebe e le meraviglie di un’atmosfera italiana che non c’è più

E lui mi ha scritto questo: «Le didascalie son presto fatte: tutte le fotografie, tranne quella dove lei è di spalle con il caschetto di pelle in testa, sono state fatte dalla sua amica Jolanda, con la quale partiva per i viaggi in Vespa, lungo la strada per Sirmione. Quella, invece, come ho scritto su Fb, è stata scattata il 16 agosto 1953 a Locarno, mentre mamma stava compiendo il tour del Gottardo con altri vespisti. Mia mamma si chiamava Ebe Rosa-Brusin, era nata a Varese nel 1923, amava la libertà come me, e quando si è sposata è appassita come i fiori di campo senz’acqua».

(p.c.)