«L’apparizione di un cammelliere nel deserto afghano. E le avventure che gli ho fatto vivere»

Testo e foto di Lucia Vastano 

Lucia, cammelliere

Il cammelliere con i dromedari nel deserto afghano. La sua visione ha ispirato un romanzo a Lucia Vastano

Nella vita accade spesso che le cose importanti ci succedano per caso, proprio quando non le andiamo a cercare. Non dico che quell’incontro durato qualche manciata di minuti in mezzo al deserto afghano abbia realmente cambiato la mia vita, ma di fatto qualche conseguenza l’ha provocata. Sicuramente più di innumerevoli inutili ore trascorse con conoscenti, colleghi, intellettuali veri o presunti e purtroppo anche amici. Sterili, come dei muli. Le ore, intendo.

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Gli occhi di cielo che urlano: «Giustizia per Bhopal»

Testo e foto di Lucia Vastano

sheela, bhopal

Questa magnifica bambina non può parlare: porta addosso l’eredità del gas fuoriuscito dallo stabilimento della Union Carbide nel 1984

Quegli occhi non te li aspetti. Perlomeno non te li aspetti lì, in quel posto e addosso a una bambina indiana, dalla pelle color delle nocciole. Occhi azzurri profondi, come il cielo e la camicetta che indossa. Due occhi che parlano come purtroppo non può fare lei, Sheela (è il nome che le ho dato io), nata a Bhopal oltre vent’anni dopo la strage di 25mila innocenti avvenuta la notte del 3 dicembre 1984, ma che porta addosso l’eredità di quel gas, l’isocianato di metile, fuoriuscito dallo stabilimento della multinazionale americana Union Carbide. Una nube mortale che ha soffocato un’intera città e che ancora intossica il suo suolo e la sua aria.

Le mamme di Bhopal di oggi continuano a partorire figli affetti da numerose gravi sindromi (soprattutto a livello cerebrale). La bimba con il cielo negli occhi frequenta il Chingari Trust, un centro che aiuta le piccole vittime del disastro con classi speciali e riabilitazione, a seconda delle loro esigenze. Il centro è stato messo in piedi da due donne forti come l’acciaio, Champa Devi Shukia e Rashida Bee. Loro hanno voluto coinvolgere altre donne nella lotta. Continua a leggere

«Il piccolo lanciacacca si è montato la testa»?

di Lucia Vastano*

Lucia Vastano fotografata da Paola Ciccioli alla fine  degli Anni '90 nella vecchia casa milanese di Paola

Lucia Vastano fotografata da Paola Ciccioli alla fine
degli Anni ’90 nella vecchia casa milanese di Paola

Forse voi tutti farete fatica a crederlo, ma il mio primo lavoro non è stato per niente edificante: gettavo escrementi sulle scarpe dei turisti per conto di una shoe shine di Connaught Place, lo stesso al quale poi si rivolgevano le vittime designate per farsele pulire.

«E’ una vergogna, sahib, ma cosa ci vuole fare, questi piccoli disgraziati si divertono come possono. Sono figli della strada. Non hanno un padre e una madre che li educhi. Faranno tutti una brutta fine» mugugnava servilmente il mio capo.

«Ma non si preoccupi, sahib, noi indiani non siamo tutti così, noi rispettiamo gli ospiti stranieri. Le scarpe io gliele pulisco gratis, anche quella che non è stata offesa. Saranno entrambe più belle di prima, sahib».

Non era un caso che il mio boss utilizzasse con tanta generosità il termine sahib per riferirsi agli stranieri. Sapeva che quella parola della nostra lingua la conoscevano tutti molto bene e si sentivano gratificati a sentirsi chiamare così. PadroneContinua a leggere

Vajont, due bambine simbolo del passaggio di testimone della memoria

di Lucia Vastano

Ecco un piccolo teaser del documentario sul Vajont che sto preparando con Maura Crudeli. Sarà un po’ anche la storia di come 12 anni fa ho sbattuto io il muso in questa storia e di come alcune famiglie di superstiti siano diventate la mia famiglia. Immodestamente potrei dire è anche la storia di come si debbano fare le inchieste giornalistiche. Il teaser è servito soltanto per dare un piccolo assaggio ai nostri primi sponsor (Aiea e Medicina Democratica). Per informazione: abbiamo la liberatoria dei genitori delle due piccole protagoniste, Bea e Heidi. Sono troppo carine e simpatiche. Che dire: mi piacerebbe tornare alla loro età quando per giocare, divertirsi ed essere felici bastava sedersi per terra e picchiare una pietra contro l’altra.

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Lucia Vastano, una magnifica integrità

Lucia Vastano qualche anno fa (foto di Paola Ciccioli)

Lucia Vastano qualche anno fa (foto di Paola Ciccioli)

di Paola Ciccioli
Lucia Vastano ha presentato a Milano il suo nuovo libro, La magnifica felicità imperfetta (Salani Editore) nella biblioteca del Parco Sempione. Mi aveva avvertito con largo anticipo e l’appuntamento era per il 26 giugno, nel pomeriggio. Volevo assolutamente esserci, ma non ce l’ho fatta. E sono tante le occasioni importanti alle quali devo rinunciare, in questo periodo.
Però Lucia, accidenti. Lucia no. È probabilmente l’unica giornalista-scrittice che ammiro davvero. Perché la conosco, so il suo cammino, la fatica, l’ostinazione, l’integrità. Le avevo chiesto tempo fa di scrivere qualcosa per il blog su un altro suo recente libro, quello che racconta il Vajont ai bambini e agli adolescenti. Lei me lo aveva postato su facebook e io, cerca cerca cerca, non lo trovavo. Poi stamattina sono andata a spulciare anche nel Gruppo solidarietà creato dopo il mio licenziamento da Panorama. E, contenta, l’ho trovato. Eccolo finalmente su Donne della realtà, insieme con una foto che le ho scattato tanti anni fa nella mia vecchia casa.
Forza, Lucia. Meriti tutto il bene del mondo Continua a leggere