“Apipiradore de paràulas”, Nanni Falconi e la poesia

di Nanni Falconi*

Apipiradore de paràulas,
ammuntono rimas
che andàinas de bide americana.
Fraigadore de muros bìdrinos,
trasparentes a sas ogradas,
bos sperro s’ànima
in perras de turmentos.
Abe busigadora de frores
acàbido netare de emotziones
pro tzapulare sas bestimentas
stratzuladas bostras
che unu mastru de pannu àbile e pretzisu.
Magma bombitadu
dae sas intragnas de sa terra.
Bardaneri de beridades,
colo in mesu a sos pecos
apedrende sa linfa mia in roca.

“Sa pintura est de Francesca Salis, e la podides mirare in Aristanis su 30 de Austu”, scrive lo stesso Nanni Falconi sulla sua pagina Facebook. Chi può, vada dunque ad ascoltarlo il 30 agosto a Oristano dov’è in programma una lettura alla quale parteciperà anche la pittrice Francesca Salis. La poesia che qui proponiamo in sardo e nella traduzione in italiano è stata segnalata da Maria Elena Sini ed è tratta dal libro ‘Su grodde bos at a contare de me’ (La volpe vi racconterà di me). https://www.facebook.com/nanni.falconi

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Il segreto del talento di un ragazzo sovrappeso e cattivo

di Wisława Szymborska*

“Rebecca. La prima moglie” del 1940 è uno dei nove film della rassegna “Alfred Hitchcock. Capolavori in bianco e nero”, in programma allo Spazio Oberdan di Milano dal 29 luglio al 6 agosto 2017 (http://www.cinetecamilano.it/rassegna/alfredhitchcock)

Hitchcock deve essere stato l’incubo di ogni dietista. È vissuto fino a tarda età, sebbene per tutta la sua vita adulta si sia dovuto portare sul gobbo svariate decine di chili in sovrappeso. Mangiava incredibili quantità di carne grassa, ricchi intingoli e dolciumi. L’alcol fu il fedele compagno delle sue giornate, dalla mattina fino a notte fonda. E per di più visse incessantemente in preda allo stress. Ebbe duri scontri con produttori, sceneggiatori e attori. Fu un esempio ambulante di come non si dovrebbe vivere, se solo si desidera rimanere in salute e lavorare con efficienza. Ma lui lavorava, eccome. Pochi altri nel mondo del cinema possono eguagliarlo, da questo punto di vista. Girò cinquantatré film, una decina dei quali sono entrati stabilmente nella storia del cinema. E si tratta di film che ancora oggi tengono lo spettatore con il fiato sospeso. Aggiungiamo i numerosi lavoretti effettuati per la televisione e i film che non riuscì a realizzare, nonostante li avesse preparati per mesi. Alla fine morì ma, se la memoria non mi inganna, sono cose che capitano anche alle persone che hanno molta cura di sé…

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«Cosa, secondo Lei, si deve fare per prevenire la guerra?»

di Angela Giannitrapani 

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Adeline Virginia Woolf, nata Stephen (Londra, 25 gennaio 1882 – Rodmell, 28 marzo 1941)

«Cosa, secondo Lei, si deve fare per prevenire la guerra?».

«Cosa ci fa credere che l’istruzione impartita all’università faccia odiare la guerra?».

«Che tipo di istruzione vogliamo…?».

«Il lavoro di una madre, di una moglie, di una figlia non ha dunque alcun valore in moneta sonante per la nazione?».

«Che soddisfazione potrà mai dare il dominio al dominatore?».

(“Le tre ghinee”, Virginia Woolf)

Sono, queste, domande attuali? Potremmo ritrovarle sui giornali, nei blog, in alcuni forum, in qualche programma televisivo? E, se no, dovrebbero comparirvi?

Sono state formulate tra il 1936 e il 1938, anno quest’ultimo di pubblicazione a Londra del libro che le contiene: Le tre ghinee di Virginia Woolf.

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