Guarda cosa ti fa un foglio a quadretti, durante gli esami di Stato

di Maria Elena Sini

La prova orale dell’esame di Stato dovrebbe consistere in un colloquio multidisciplinare; uso il condizionale perché ciò avviene solo quando il candidato riesce a costruire un percorso con un argomento che si presta ad essere osservato da più angolazioni e riesce ad interagire con le sollecitazioni proposte dai docenti. Il più delle volte invece la multidisciplinarietà si limita ad un esile pretesto che collega i diversi ambiti culturali e in definitiva il candidato affronta una serie di verifiche sulle diverse materie coinvolte: italiano, inglese, pedagogia, diritto… a seconda dell’indirizzo di studi, spostandosi da uno all’altro dei commissari seduti dietro un lungo tavolo. Anche quest’anno, come avviene regolarmente da un po’ di tempo, facevo parte di una commissione d’esame nella quale dovevo valutare le conoscenze dei candidati in statistica e per questo motivo davanti a me avevo sempre un pacco di fogli a quadretti sui quali chiedere agli studenti di disegnare tabelle, effettuare rappresentazioni grafiche, eseguire semplici calcoli su valori medi e indici di variabilità.

Considerando che raramente si assiste a un vero colloquio e spesso invece si realizza una somma di interrogazioni, nell’attesa del mio turno ho sempre scarabocchiato sui fogli a mia disposizione: spirali, linee, stelline, disegni geometrici… ma quest’anno una serie di immagini si affollavano nella mia mente e chiedevano di materializzarsi sulla carta spingendomi a disegnare delle figure attinenti alle tematiche che venivano affrontate nel colloquio d’esame.

Una delle materie interessate era psico-pedagogia per cui inevitabilmente si parlava dell’importanza del gioco come esperienza formativa ed educativa per i bambini, si parlava degli anziani e del loro ruolo nella nostra società, di Freud e della scoperta dell’inconscio e a poco a poco queste figure si sono composte sui miei fogli:

DISEGNO 1 (bambini di spalle) Continua a leggere