“El Aleph” di Borges, un vinile di Cat Stevens e il ritorno da Vigo con frammenti di destino

di Romain Valentino

Gli alfarrabistas stanno risentendo negativamente del massiccio afflusso turistico in Portogallo e in particolare a Porto. Alcuni di questi collezionisti-rivenditori di libri usati sono costretti ad abbandonare le loro caratteristiche attività a causa dell’aumento degli affitti. Spiega l’autore del post Romain Valentino: «I movimenti “O Porto não se vende” e “Habita Porto” sono tra i più impegnati a rendere lo sviluppo turistico realmente un bene a lungo termine per la città e i suoi abitanti». (https://www.facebook.com/portonaosevende/) La foto del post è tratta da https://www.dn.pt/portugal/interior/outra-livraria-ameacada-em-lisboa-ulmeiro-em-risco-de-fechar-5021819.html

Riprendiamo il viaggio in Portogallo con il filosofo musicista Romain Valentino che, in compagnia della sua amica (della quale conosciamo l’iniziale del nome: “L.”), arriva in un alfarrabista di Vigo per poi tornare a Porto con due libri e un universo di ricordi.

L. era, più che una frequentatrice di alfarrabistas, una compratrice compulsiva quasi patologica di libri usati, con conseguenti problemi di spazio in casa, necessità di inventari, e lunghe code di lettura. L. ha amato molto a suo tempo Il favoloso mondo di Amélie, ha adorato passare lunghi pomeriggi a leggere tra gli antichi scaffali parigini della libreria Shakespeare & Co. (di fronte ai famosi bouquinistes di bordo Senna), ha bevuto molte cañas e copas ascoltando rock dal vivo nella molto rock Vigo, della cui età d’oro rimangono i tossicodipendenti sopravvissuti a elemosinare per le strade e i negozi di vinili usati. In uno di questi negozi, un po’ libreria alfarrabista e un po’ mercatino delle pulci, seguii L. durante un giro turistico molto personale della città. Continua a leggere

Que viva Gabo!

di Gabriel García Marquez

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“Gabo – Il mondo di García Márquez” è in programma al MIC – Museo interattivo del cinema di Milano per tre domeniche nell’ambito della rassegna “Talenti” Sudamericani (17 marzo – 2 aprile 2017). Premio Nobel per la letteratura, Gabriela Garcia Marquez era nato ad Aracataca, in Colombia, il 6 marzo 1927 (http://mic.cinetecamilano.it/rassegne/talenti-sudamericani/)

Muchos años después, frente al pelotón de fusilamiento, el coronel Aureliano Buendía había de recordar aquella tarde remota en que su padre lo llevó a conocer el hielo. Macondo era entonces una aldea de veinte casas de barro y cañabrava construidas a la orilla de un río de aguas diáfanas que se precipitaban por un lecho de piedras pulidas, blancas y enormes como huevos prehistóricos. El mundo era tan reciente, que muchas cosas carecían de nombre, y para mencionarlas había que señalarlas con el dedo.

(“Cien años de soledad”, Gabriel García Marquez, Debolsillo 2007)

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“Gazzelle”, un libro sulla vita

di Elena Novati

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“Gazzelle”, 15 racconti di Anna Pravadelli. La foto è stata scattata da Elena Novati durante le vacanze in compagnia (anche) di questo libro.

Anna scrive dell’umanità, delle debolezze e dei sensi di colpa. Degli errori, della continua tendenza delle persone a reiterare senza imparare nulla dalle esperienze passate. Dei sentimenti contrastanti e spinti al limite, di quei pensieri che una volta nella vita (forse) fanno tutti gli esseri umani. Di debolezze, di normalità, di relazioni che ci ostiniamo a portare avanti, di decisioni che ci faranno pentire quando sarà troppo tardi. Ho già detto troppo credo, ma è bello poter parlare di un libro che mi ha lasciata con la sensazione, non comune al termine di una lettura, di sospensione: al termine della sua prima opera, “Gazzelle”, sfido chiunque a non essersi identificato almeno in uno dei personaggi che popolano il libro. Si ha la strana sensazione di essere stati assorbiti dagli stessi pensieri dei protagonisti dei 15 racconti che compongono l’opera: ognuno di loro è una gazzella, perché? Le gazzelle sono loro e siamo noi, sono le persone che tutti i giorni si incrociano per strada e tutte le persone che non conosciamo. Siamo tutti gazzelle perché corriamo a cercare ogni giorno il modo giusto per tenerci strette le nostre esistenze, il modo migliore per tentare di non deluderci ai nostri stessi occhi o a quelli degli altri, il segreto per cercare di non vergognarci di quello che facciamo o pensiamo. Sembra, dopo aver letto il libro, che l’umanità sia alla fine tutta uguale: a tratti cattiva, per essere poi subito schiacciata da un senso di colpa, come impaurita dalla sua stessa ombra. L’unico comune denominatore è la ricerca, sempre e comunque, di una giusta distanza tra il “noi” e gli altri, quella giusta distanza che ci permette di vivere senza farci troppo male.

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Scelsi LUI’, così persi mia figlia e trovai la sua

di Adele Colacino*

rosa rossa

Il mio nome era ROSAROSSA

Ho attraversato paesi e città, ho conosciuto la miseria e il lusso.

Nascere in una famiglia povera, nascere donna, nascere in un paese del Sud, non è una combinazione vincente – spesso significa dover lottare e pagare caro ogni passo, in ogni giorno di tutta la vita .

Le scelte da farsi erano sempre per il male minore : scappare lontano, proteggere la figlia in ambiente sicuro e riprenderla quando sembrava che una vita normale fosse possibile e poi, quando ogni pezzo faticosamente s’incastrava finalmente al suo posto, arriva la passione, arriva l’amore difficile, complicato.

Ancora una scelta lacerante, saltare tenendo le mani sugli occhi e sulle orecchie per non sentire, per non vedere il dolore degli altri, quello di un’altra donna, quello dei suoi figli bambini, lui che aveva per me e per mia figlia una casa, forse un futuro.

Andare via e prendere dalla vita quanto sembrava mi spettasse, infine.

Altre città, altre case, altri giorni .

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«Quando Paola inalbera il libro»

Paola Ciccioli in isolamento da lettura, anni '80 (foto di Sandro Stacchietti)

Paola Ciccioli in isolamento da lettura, anni ’80 (foto di Sandro Stacchietti)

di Maria Elena Sini 

Conosco Paola Ciccioli da circa 35 anni, come lei ha recentemente ricordato, ho vissuto con lei e ho viaggiato con lei e so che sicuramente non ama stare in branco.

Nei viaggi preferisce fare le sue scoperte autonomamente, con i suoi modi e con i suoi tempi. Soprattutto con i suoi tempi: nessuno, se vuole conservare la sua amicizia, deve alterare i suoi ritmi di colazione, sigaretta, aperitivo… Continua a leggere