The daughter has Asperger’s syndrome: she takes a leave from her job to attend the same class and graduate together

by Maria Elena Sini*

Maria Elena Sini ad Alghero, estate 2013 (foto di Paola Ciccioli)

Maria Elena Sini in Alghero (Sardinia, Italy), Summer 2013. Photo by Paola Ciccioli

Lucia looks younger than her age: she doesn’t apply makeup as her classmates do, she doesn’t experiment new strange hairstyles or hair colours like other girls of her age, she isn’t a fashion victim but she always wears jeans and a black hooded sweatshirt. Only the image is sufficient to describe her “uniqueness”. Lucia has Asperger’s syndrome, a pervasive developmental disorder related to autism that doesn’t present in all people who suffer from the same set of symptoms. Lucia has limited social relations and often expresses her discomfort zoning out from the class. When Lucia breaks the connection with the rest of the world she covers her head with the sweatshirt’s hood and isolates herself in another reality through drawing or typing furiously on the keyboard of her computer game. She is thus able to implement some sort of  “escape” from reality unsatisfactory, boring and anonymous, finding refuge in a virtual environment. She has an unusual self-centeredness with a lack of concern for others and their different points of view. Sometimes her voice has an unusually high volume and she looks awkward and clumsy. Lucia lacks the natural ability to understand what isn’t said explicitly in social relations and in the same way shows it difficult to communicate accurately her feelings or her own emotional state. She is not able to read facial expressions, therefore she often doesn’t understand a joke. Continua a leggere

Smartphone al posto della via Lattea, ma camminare verso Santiago è ancora andare verso l’umanità

di Cecilia Gaipa

Cecilia in cammino verso Santiago de Compostela

Cecilia sulla strada verso Villafranca del Bierzo, vicino al confine con la Galizia

Nei tempi antichi, quando i pellegrini percorrevano il Cammino di Santiago, usavano il sole per trovare la rotta verso Occidente. Di notte, questa direzione veniva indicata dalla via Lattea. Secondo una leggenda, la via Lattea è stata formata dalla polvere che i numerosi pellegrini sollevavano con le loro scarpe, camminando. E sempre secondo questa leggenda, questo tragitto stellato protegge i pellegrini e riempie le strade che portano a Santiago di un’energia positiva che ricarica sia il corpo sia l’anima. Infatti, molte persone che hanno vissuto quest’esperienza l’hanno definita come qualcosa che ti cambia totalmente. Il Cammino di Santiago ti fa scoprire la tua vera anima. Il Cammino di Santiago ti purifica, dopo di esso inizia la tua nuova e vera vita.

Se dovessi paragonare la mia esperienza con queste affermazioni, commenterei così: Ma, questo, non creto (chiedo scusa per la coltissima citazione).

Se la Cecilia del 2014, che in questo momento scrive, avesse potuto creare un varco spazio-temporale e parlare con la Cecilia del 2012, appena ventunenne, in partenza per Santiago, le avrebbe detto quanto segue: Continua a leggere

Gli occhi di cielo che urlano: «Giustizia per Bhopal»

Testo e foto di Lucia Vastano

sheela, bhopal

Questa magnifica bambina non può parlare: porta addosso l’eredità del gas fuoriuscito dallo stabilimento della Union Carbide nel 1984

Quegli occhi non te li aspetti. Perlomeno non te li aspetti lì, in quel posto e addosso a una bambina indiana, dalla pelle color delle nocciole. Occhi azzurri profondi, come il cielo e la camicetta che indossa. Due occhi che parlano come purtroppo non può fare lei, Sheela (è il nome che le ho dato io), nata a Bhopal oltre vent’anni dopo la strage di 25mila innocenti avvenuta la notte del 3 dicembre 1984, ma che porta addosso l’eredità di quel gas, l’isocianato di metile, fuoriuscito dallo stabilimento della multinazionale americana Union Carbide. Una nube mortale che ha soffocato un’intera città e che ancora intossica il suo suolo e la sua aria.

Le mamme di Bhopal di oggi continuano a partorire figli affetti da numerose gravi sindromi (soprattutto a livello cerebrale). La bimba con il cielo negli occhi frequenta il Chingari Trust, un centro che aiuta le piccole vittime del disastro con classi speciali e riabilitazione, a seconda delle loro esigenze. Il centro è stato messo in piedi da due donne forti come l’acciaio, Champa Devi Shukia e Rashida Bee. Loro hanno voluto coinvolgere altre donne nella lotta. Continua a leggere