Stiamo a casa: la nostra casa in cima al canyon

di Luca Bartolommei

Joni Mitchell ritratta nel 1970 da Henry Diltz, il fotografo del rock, alla finestra della sua casa di Laurel Canyon. Foto da morrisonhotelgallery.com

Una donna, un uomo, una casa. Lei mette i fiori nel vaso che ha appena acquistato, lui accende il camino e rimane a lungo a osservare il fuoco ascoltandola mentre canta le canzoni d’amore che ha scritto, probabilmente accompagnandosi al pianoforte, dico io. Ci sono anche due gatti che ascoltano. Minga perché hinn i mè, ma pure Gatto e Gattino amano ascoltare musica, anche se sono io a suonare… Continua a leggere

Il gancio delle anime e dei ricordi

di Mariagrazia Sinibaldi

mar_5

Questa e le altre foto del post provengono dall’archivio privato di Mariagrazia Sinibaldi e sono state scattate In Marocco alla fine degli Anni ’60

Certamente uno psicologo o qualcuno che eserciti uno di quei mestieri il cui nome inizia con ‘ps’, che studi la mente umana, la psiche appunto, potrebbe spiegare il meccanismo che lega un ricordo antico di un certo tipo ad una recente esperienza di tutt’altro genere. E ancora di più: come il racconto di un’esperienza vissuta da una persona possa legare questa ad un’altra in modo così forte da generare in questa seconda un déjà vu tanto limpido, vivido, colorato e odoroso da trasformarsi a sua volta in vita reale e immanente… Follie? Forse.

«Perché – si chiedeva la Vecchia signora – il racconto del mio amico ha scatenato in me quel groviglio di ganci che mi ha trascinato in tutt’altro mondo e in tutt’altro tempo? Forse perché il mio amico era mio amico un milione di anni fa, perso di vista (complice la vita di ognuno dei due) e casualmente ritrovato? Può essere? Forse.

Continua a leggere

Figli e padri a scuola di sogni

di Luca Bartolommei

siria-bambini

Aleppo. Bambini. Quasi sorridenti. Potremo mai insegnargli a nutrirsi dei nostri sogni? Chissà quali saranno i loro. Foto http://www.BBC.com

È quasi Natale e siamo tutti buonissimi, quindi pensiamo a cose belle, carine, anche tenere.

Questa canzone è da cantare insieme, con le amiche e gli amici del liceo, allora eravamo figli, ora qualcuno è genitore, e tocca lavorare. Le acustiche, Roberto Nespoli con la 12 corde, la versione di 4 way street, le tre voci, insomma, era un inno. Ma non dimentichiamoci i ragazzi, i bambini, eh no, anche loro devono partecipare al “Teach your children” di Natale, cerimonia che si ripete annualmente, nelle case di qualche nostalgico… così com’era per il “Blue Monk” di fine anno.

Continua a leggere