Non ho l’età. Il disagio della disoccupata di 50 anni fotografata al colloquio di lavoro (e di chi ha scattato la foto)

di Elena Novati

Elena Novati

Elena Novati

Ieri sera ero a casa bella tranquilla e già col pensiero di cosa mettermi il giorno seguente in ufficio (ho sviluppato questa forma ossessiva da quando il tirocinio è iniziato: odio lo shopping, vorrei che fossero i vestiti a scegliermi e che mi bussassero alla porta una volta convinti di starmi bene), quando improvvisamente e senza motivo mi è venuta in mente una signora incontrata oggi in ufficio nel pomeriggio.

Lei era lì per fare un colloquio, un’offerta come impiegata amministrativa per alcune ore alla settimana: insomma, non esattamente quel tipo di posizione lavorativa a cui tutti aspirerebbero se non spinti da una necessità o grande volontà di non rimanere fermi. Insomma, si usa così: i candidati (leggere: A.C.) fanno il colloquio, il senior/junior HR esce dalla stanza dopo aver concluso il colloquio, in stanza entra un altro membro dell’ufficio per scattare una fotografia al/la candidato/a, in modo da poterla associare alla sua scheda in archivio (anagrafica, situazione familiare, esperienze lavorative e istruzione). Torna il senior/junior che ha condotto il colloquio e il candidato viene fatto congedare Continua a leggere

Maternità oltre i cinquant’anni: i primi dubbi della pioniera inglese

di Silvia Vegetti Finzi

Dopo secoli di idealizzazione della maternità è ora in corso il suo ridimensionamento. Le donne si sono accorte che, anche se «mamma è bello», rimane tuttavia un ruolo faticoso, conflittuale, solitario, difficile da gestire. La rivolta anti-stereotipi è così diffusa che i blog in cui le mamme si incontrano per scambiare confessioni e consigli sono più di mille e il tono delle conversazioni si annuncia già dalle sigle: smamma , non solo mamma , m’ammazza . La revisione sembrava però aver risparmiato le gravidanze medicalmente indotte «oltre i limiti fisiologici», consolatorie illusioni Continua a leggere