Canzone per Rita

di Erica Sai

canzone

L’immagine è tratta dal video di “Canzone” di Lucio Dalla, citata da Erica Sai in questo ricordo familiare di Rita Barozzi, morta tre giorni fa a 102 anni (il brano è contenuto nell’album “Canzoni” del 1996)

Rita è morta. Poco fa, sì. Aveva 102 anni, quasi 103 perché li avrebbe compiuti all’inizio di maggio; il 4 per la precisione, proprio come Lukas (il mio quasi nipotino) che invece ne farà due. Non ero lì, però secondo me è morta come è vissuta: senza “disturbare”.

Rita era una parente dal mio ramo paterno, cugina di mio nonno Valente; il nonno che non ho conosciuto perché è morto troppo presto, troppo anche per mio papà che era solo un bambino. È stata madrina di battesimo di mio papà, per quanto ne so in passato erano stati tenuti abbastanza vivi i rapporti con mia nonna che raccontava qualche episodio. A quei tempi c’era anche Livia, una cugina che ha vissuto tutta la vita con Rita e che molti anni fa ha iniziato ad ammalarsi. Comunque, mia nonna non aveva un gran bel carattere, mal sopportava le pesantezze caratteriali di Livia, e non era una persona molto predisposta a tirare per le lunghe le relazioni di aiuto. È stata mia mamma ad entrare nella dinamica e prestare la sua mano. Con la spesa al supermercato, poi con i medici, con l’assistenza in generale. Da decenni possiamo ormai dire.

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La musica e il “carattere dell’anima”

di Daniel Barenboim*

faraj-suleiman

Piano City Milano torna per la sua sesta edizione il 19, 20 e 21 maggio 2017. Da oggi, 13 gennaio (e fino al 28 febbraio), sul sito http://www.pianocitymilano.it, sarà possibile iscriversi online come pianista, per mettere a disposizione il proprio spazio o per tenere un concerto a casa propria. E questa sera alle 19 si festeggia l’apertura delle iscrizioni con un concerto del compositore e pianista palestinese Faraj Suleiman (foto) nella Sala Polifunzionale della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli (immagine da  https://www.youtube.com/watch?v=rOtflMo7P3M)

Sono fermamente convinto che sia impossibile parlare della musica. Ne sono state date numerose definizioni che in realtà descrivono solo una reazione soggettiva alla musica. A mio parere l’unica definizione davvero precisa e obiettiva è quella data da Ferruccio Busoni, il grande pianista e compositore italiano, il quale disse che la musica è “aria sonora”. Con ciò si dice tutto e il contrario di tutto. Schopenhauer, invece, vide nella musica un’idea del mondo. In musica, come nella vita, possiamo parlare davvero solo delle nostre reazioni e delle nostre percezioni. E se provo a parlare della musica, è perché l’impossibile mi ha sempre attratto più del difficile. Non fosse altro perché tentare l’impossibile è, per definizione, un’avventura, e mi comunica una sensazione di energia che trovo assai attraente. Inoltre c’è il vantaggio che il fallimento non solo appare tollerabile ma è addirittura previsto. Quindi tenterò l’impossibile e cercherò di individuare alcuni collegamenti fra l’inesprimibile contenuto della musica e l’inesprimibile contenuto della vita.

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