Festival di Sanremo: la verità vi fa male, lo so

di Roberta Valtorta

Record di ascolti e di polemiche, piedi nudi, linguaggio dei segni, reunion, familismi e monologhi che vorrebbero far dimenticare le gaffe. La nostra inviata speciale nell’insidioso mondo degli stereotipi ci riporta al lapsus freudiano che tiene insieme il mastodontico carrozzone del festival di Sanremo.

Questi sono i bozzetti degli abiti che Francesca Sofia Novello indosserà domani e sabato sera sul palco di Sanremo. La modella milanese , legata al campione di motociclismo Valentino Rossi, li ha pubblicati sul proprio profilo Instagram, alimentando così l’attesa per la propria “co-conduzione” dell’edizione 2020 del festival della canzone italiana (immagine da informazione.it)

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Pari opportunità e orrori mediatici da “fine del mondo”

di Roberta Valtorta

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Apriamo con la foto di Sadiq Kahn, nuovo sindaco di Londra, la riflessione di Roberta Valtorta su stereotipi di genere e ignoranza e inconsapevolezza imperanti su questo delicatissimo tema. Kahn, che tra l’altro è padre di due figlie adolescenti, ha invece subito deciso di vietare l’affissione di manifesti con immagini femminili “dannose” nella metropolitana e sui mezzi di trasporto pubblici. In altre parole: qui si chiacchiera, li si fa.

Nell’ultimo periodo ho pensato di frequente: «Questo è interessante, potrei proporlo a Paola».

Mi sono fermata spesso a riflettere su quello che avrei potuto scrivere, ma ogni volta che aprivo un nuovo file finivo con il guardare per ore la barretta lampeggiante senza riuscire a buttare giù nemmeno una parola. Stavo lì, col vuoto in testa e tra le dita. Il tempo poi passava, io procrastinavo e pensandoci giorni dopo mi sembrava tutto così inutile che lasciavo stare, per buona pace del cestino che si riempiva con le bozze.

Sono passati mesi e ora ho deciso di lanciarmi.

In queste settimane, ho visto cose terribili: orrori mediatici, da social network e linguistici. Ho capito, a mie spese, che purtroppo c’è ancora tanta gente che non comprende, che ci passa sopra, che fa spallucce svalutando sforzi e ricerche.

Qualche tempo fa, nel presentare un lavoro su stereotipi di genere e “donna oggetto”, ho fatto uno dei più grandi errori che si possano commettere in questo mondo: dare per scontato che tutti gli altri la pensino come me. Ero convintissima di ogni parola e per un secondo ho addirittura avuto il dubbio di aver scelto un argomento troppo banale e carico di ovvietà. Non è stato così.

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No, no: il training dell’anima con Belén non si può

di Chiara Pergamo

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Chiara Pergamo, per sua stessa ammissione, si nutre da sempre di televisione. Ma, quando aveva l’età della bambina di questa foto, i Teletubbies erano di là da venire

Io ho 24 anni e una memoria che è un prodigioso container di informazioni inutili, un tir di fuffa: tra le facezie immagazzinate, quelle in ambito televisivo occupano numerose piegoline del mio cervello. Un bel po’ di anni fa, in un periodo in cui mi bastavano le dita di una mano sola per indicare la mia età, nel pomeriggio di Canale 5 andava in onda il programma Agenzia Matrimoniale, condotto da Marta Flavi, all’epoca moglie di Maurizio Costanzo, terza di quattro prima di Maria De Filippi: a parte che ho sempre trovato simpatico questo avvicendamento delle mogli di Costanzo nella fascia post-prandiale della rete ammiraglia di Mediaset, mi sono trovata a ripensare ad “Agenzia Matrimoniale” in questi giorni (sì, “ripensare” presuppone che lo guardassi e, non senza vergogna, ammetto che a 4 anni, messe giù le Barbie, guardavo la Marta Flavi).

 

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A volte purtroppo ritornano. Ovvero: il talento di Elisabetta Gregoraci di nuovo sulla Rete 2 della televisione pubblica

di Chiara Pergamo

Made-in-Sud-logo3-586x348Mio padre non è un fisionomista: è di quel tipo che se anche segue ogni sera un programma televisivo fa fatica a distinguere un ospite fisso dall’altro, a meno che non siano radicalmente differenti.
L’altra sera, però, si è imbattuto in Made in Sud, show comico della prima serata di Rai 2: per le prime tre stagioni, questo programma è andato in onda solo su Sky e mio padre lo ha seguito con costanza. Aveva ormai capito che a condurre il programma erano in tre: i due comici napoletani Gigi e Ross, già noti per le loro partecipazioni a Mai dire Martedì e a Colorado, e la giovane Fatima Trotta, anch’essa partenopea. Continua a leggere

“Avanti un altro!”, indietro tutti

di Chiara Pergamo*

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Chiara Pergamo

Chi segue Paolo Bonolis da diversi anni sa che un cardine del suo stile di conduzione è sempre stato il porsi come un uomo colto, dal linguaggio forbito, con l’aria di chi è l’unico ad aver studiato in un paese di villani: come già detto in principio, però, responsabile dei casting è spesso la signora Bonolis, che conoscendo le attitudini e le abitudini del marito, confeziona scenette in cui il concorrente/ospite/malcapitato di turno sia sempre ridicolizzabile dall’istrionico Paolo, che del suo stile così sopra le righe ha fatto un marchio di fabbrica. Dai tempi delle ormai preistoriche telefonate in studio di Tira & Molla, in cui sembrava che chiamassero solo persone certificate come stupide (casualità probabilmente frutto di un abile lavoro di filtraggio al centralino), Bonolis ha sempre fatto pesare la sua presunta superiorità culturale, che risulterebbe incontestabile se dimostrata in un consesso di dotti, ma che se invece emerge solo per contrasto con abissi di ignoranza ha meno motivo di essere un vanto. In Avanti un altro!, questo meccanismo appare esasperato, quindi cercherò di spiegare con alcuni esempi che cosa intendo:

1. Il valletto o la valletta della puntata

Ho già parlato dell’abitudine di scegliere ogni sera tra il pubblico un “valletto” (o valletta), che oltre ai compiti tradizionalmente spettanti a questa figura televisiva, ha anche quello di fornire opinioni riguardo all’argomento sottoposto dal conduttore. Il valletto è sempre scelto perché, già a un primo sguardo, lombrosianamente lascia intendere di essere una persona di scarsa cultura, magari goffo, impacciato, persino quasi analfabeta, come testimonia il fatto che Bonolis gli faccia anche leggere un avviso su un foglio e di solito il compito sia portato a termine con fatica. Ora, chiedere a una persona evidentemente non colta e istruita quale sia la sua pozione nei confronti del solipsismo o se sia avvezzo a pratiche apotropaiche («Lei è sposato? Con sua moglie si dedica alle pratiche apotropaiche?») è un ovvio, quanto banale, tentativo di metterla in una condizione di imbarazzato silenzio, che un sorriso abbozzato non stempera, ma semmai acuisce. Continua a leggere

Il “male” DRIVE IN e l’autoassoluzione dei suoi inventori (tutti maschi)

di Daniela Natale

drive_inLa prima messa in onda me l’ero persa. La seconda, meno di un mese dopo, proprio non me la potevo far scappare. “Drive In – L’origine del male” è il documentario di Luca Martera che Canale 5 ha trasmesso alla fine del 2013, al termine di un anno ricco di festeggiamenti per i trent’anni del programma. Striscia la Notizia ci ha tediati per settimane con dvd, ospitate e sketch patetici con le vecchie glorie dello show. Festeggiamenti, poi: di cosa parliamo? Del compleanno di uno show che non va più in onda dal 1988! Non si festeggia il compleanno di qualcosa o qualcuno che, in effetti, è vivente e ogni anno ha un anno in più? Continua a leggere

Who makes the news? Quale visibilità hanno le donne e le pari opportunità nell’informazione? Un incontro il 29 settembre a Milano

La Provincia di Milano in collaborazione con le associazioni DonneInQuota e Amiche di ABCD organizza l’incontro: Who makes the news? Quale visibilità hanno le donne e le pari opportunità nell’informazione? Presentazione dei risultati del Global Media Monitoring Project

Mercoledì 29 settembre 2010 – ore 15.30 – Sala Nuovo Spazio Guicciardini – Via Macedonio Melloni, 5 – Milano Continua a leggere

Ospizio Maria

di Nanni Delbecchi
La vecchiaia è una bestia feroce, dice Philip Roth; troppo feroce perché non ne fosse attratta la più affermata domatrice della nostra televisione, Maria De Filippi. Continua a leggere