di Andrea Colombo*

Carolina Morace lavora attualmente a Perth, in Australia. «Eterna campionessa in campo e fuori. È a capo di una Female Football Academy e insegna il gioco del calcio, lei lo conosce bene. Le sue bambine hanno dai 9 anni in su, e questo inedito progetto sta avendo un enorme successo»: dal sito http://www.gianlucadimarzio.com
Carolina Morace ha ricoperto molti ruoli nel mondo del calcio: prima giocatrice ad altissimi livelli, poi allenatrice di club maschili e femminili e commissaria tecnica, infine commentatrice tecnica e opinionista.
– Lei ha iniziato nel settore femminile giocando per circa 20 anni in giro per l’Italia e anche per la Nazionale: com’è percepito il calcio femminile rispetto al più seguito calcio maschile?
«Il mondo femminile in Italia, sia a livello sportivo che lavorativo, è molto indietro rispetto alla maggior parte dei Paesi europei e Oltreoceano. In Italia una atleta viene prima giudicata in base alla sua “bellezza” dopo in base alle sue capacità, probabilmente perché la maggior parte dei direttori in campo giornalistico sono uomini e, purtroppo, quasi mai giovani ma spesso “datati”, come età e come mentalità».
– Non le hanno mai consigliato di dedicarsi alla danza o alla ginnastica artistica come “tutte le bambine” ?
«No, le mie capacità calcistiche erano troppo evidenti».
– Nel 2012 Zlatan Ibrahimovic, dopo una partita del Milan, attaccò la giornalista Vera Spadini dicendo: «Vai a casa a cucinare!». Nel dicembre 2013 Gennaro Gattuso, dopo una domanda su Barbara Berlusconi, dichiarò: «Le donne nel calcio non le vedo bene». Queste dichiarazioni rispecchiano la realtà?
«Si, rivelano la non cultura nel calcio. Riporto una frase del compianto Boskov: “Testa di giocatore di calcio è buona solo per mettere cappello”. Ovviamente ci sono anche le eccezioni. Ad esempio quando ho fatto i corsi a Coverciano per il conseguimento di vari patentini di allenatrice sono sempre stata rispettata dai compagni, ex calciatori di grande livello. So di essere molto stimata nell’ambiente del calcio maschile, anche da Gattuso». Continua a leggere