di Rosa Di Paolo

Questa immagine arriva da Rosa Di Paolo, autrice di questa e altre importanti testimonianze scritte appositamente per il nostro blog. Oggi Rosa racconta, dall’interno e con la leggerezza e l’ironia che le sono proprie, il lato comico della burocrazia
In tutti questi anni trascorsi all’Agenzia delle entrate, a contatto con i contribuenti, spesso mi sono imbattuta in espressioni “divertenti”, “ bizzarre, dovute al linguaggio tecnico che viene utilizzato nel luogo in cui io lavoro.
Linguaggio difficile da capire per la maggior parte delle persone.
Infatti, i termini burocratici usati sono di derivazione tecnico-giuridica e non sempre possono essere sostituiti da parole comuni.
Sono termini di significato univoco, che non vengono utilizzati al di fuori del linguaggio settoriale, sono lontani dalla vita quotidiana, inaccessibili al grande pubblico, comprensibili solo dagli “addetti ai lavori”.
Si pensi ai termini: usucapione, enfiteusi, de cuius, detrazioni, deduzioni, ecc…, difficili da far recepire alla massa eterogenea che affolla gli sportelli dell’Agenzia. E, come se non bastasse, il linguaggio della burocrazia è influenzato anche dall’inglese: front-office, back-office, audit, tax-compliance, audit, check-list, customer-satisfaction, ecc.
Proprio a causa di questo linguaggio indecifrabile, talvolta vengono fuori da parte dei contribuenti “interpretazioni soggettive”, strafalcioni”, che fanno sorridere.
Chi lavora in Agenzia, però, ha sviluppato ormai una certa abilità di traduzione e riesce a capire al volo quello che il contribuente vuole dire.
Io vorrei condividere con voi alcune di queste espressioni seriose, che si rivelano molto scherzose.
“All’Agenzia Entrate e Uscite”: indirizzo su una busta indirizzata all’Agenzia.
“Oggi vi ho fatti tutti”: cioè “sono stato a tutti gli sportelli” (da un contribuente al collega).
“Senta, ho fatto il 730 insieme a marito e moglie”: congiunto.
“Il mio codice fiscale presenta un orrore“: errore.
“Mi scusi il ritardo, venendo qui ho incontrato dei “branchi di nebbia”: banchi (di nebbia).