“L’onda nera che minaccia la città di Fo e Quasimodo”

di Leonardo Coen*

Questo ritaglio del “Corriere della sera” del 17 giugno 1968 proviene dall’archivio di microfilm della Biblioteca Sormani di Milano. Fu uno dei più grandi intellettuali italiani, Carlo Bo, a firmare il ricordo di Salvatore Quasimodo, scomparso il 14 giugno a Napoli. Il ritardo nella pubblicazione si deve al fatto che c’era in quei giorni uno sciopero dei giornali, infuriava il ’68 e lo stesso poeta Premio Nobel ne aveva scritto nelle ore precedenti la sua morte nell’ultimo dei suoi “Colloqui” per il settimanale “Tempo”. Tutto questo è raccontato nel libro “Assolo sul padre” che riporta testimonianze private e documenti inediti di Alessandro Quasimodo e di cui l’autrice Paola Ciccioli leggerà un’anticipazione sabato 17 novembre in corso Garibaldi a Milano (https://www.facebook.com/events/759577767714123/)

L’altro giorno, in un bar di Porta Romana, ho sentito dire che forse “è un bene stia tornando il fascismo. Così tutti questi immigrati metteranno la testa a posto”. Altrimenti, gli sparano alla testa, avrebbe ironizzato Dario Fo, come hanno fatto in Calabria. D’altra parte, Milano è la città dove ad un anarchico arrestato capitò una morte accidentale, volando giù dal quarto piano della Questura.

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L’empatia di Wisława Szymborska e la vita psichica dei cani

di Wisława Szymborska*

Alla Szołayski House di Cracovia resterà aperta fino al 30 dicembre 2020 la mostra Szymborska’s Drawer (La scrivania di Szymborska) che presenta pezzi di arredamento della poeta Premio Nobel e alcuni dei suoi mitici collage che nel 2016 furono esposti a Bologna. 

Collage © Fondazione Wislawa Szymborska

Uno dei collage di Wisława Szymborska: fa parte della mostra ” La fiera dei miracoli”, allestita da Sebastian Kudas nella sala Ercole del Palazzo d’Accursio di Bologna. Da oggi fino al 31 maggio (Collage courtesy Fondazione W. Szymborska http://www.istitutopolacco.it)

In questo libro sulle malattie canine troviamo una trattazione completa di quasi tutti i disturbi umani, dall’anemia all’itterizia. I cani soffrono e muoiono proprio come gli uomini. Si sforzano di tenerci compagnia persino in questo ambito. Naturalmente soffrono in maniera molto più discreta: non ci raccontano ogni dettaglio dei loro malanni, non sono vittima di insopportabili attacchi di ipocondria, e nemmeno si accorciano la vita fumando sigarette o bevendo vodka. Ciò non significa che da un punto di vista statistico la loro salute sia migliore di quella umana, dal momento che, oltre alle malattie comuni all’uomo, i cani sono afflitti anche da morbi specificamente canini. Non per nulla il libro ha più di quattrocento pagine e dà l’impressione di essere un’opera fondamentale al riguardo. Tuttavia non lo è. L’autore ha tralasciato le più frequenti affezioni tra i cani, vale a dire psicosi e nevrosi d’ogni sorta. Un tempo la scienza veterinaria non stava a perdersi dietro a cose del genere, adesso invece la vita psichica degli animali domestici è divenuta oggetto di specifiche ricerche. Peccato che a questo proposito nel libro non troviamo nulla. Verremmo senz’altro a sapere che, al nostro fianco, i vari Fido e Rex non se la passano benissimo. Per tutta una vita tentano di capirci, di adattarsi alle norme di comportamento che imponiamo loro, di cogliere nelle nostre parole e nei nostri gesti ciò che li riguarda. Si tratta di uno sforzo immenso, di una tensione continua.

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