La Pietra dove inciampa la sensibilità

di Paola Ciccioli

#GiornodellaMemoria

Fotoriproduzione da schermata di Paola Ciccioli

La sapienza delle bambine e dei bambini è Maestra, anche quando si tratta di comprendere il significato profondo del fare Memoria.

Questo disegno è stato fatto da un bambino autistico che ha partecipato con la sua classe, in Toscana, a un percorso didattico sulla deportazione degli ebrei e degli antifascisti e sulle pietre d’inciampo che li ricordano. Nessuno di noi avrebbe saputo fare di meglio, lo ha sottolineato la presidente dell’Associazione Figli della Shoah, Daniela Dana Tedeschi, che ha mostrato il disegno su un grande schermo il 18 gennaio scorso, durante il seminario promosso dal dipartimento di Pedagogia dell’Università Cattolica di Milano, diretto dalla prof Milena Santerini, e al quale anch’io ho partecipato (qui).

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«La notte mi assale l’emozione: e se ricoverano anche Andrea?»

di Maria Grazia Nichetti

Febbre, saturazione, pressione, ossigeno, cibo, sonno, incubi, reazioni del corpo, dolori, ansie, rapporto con altre donne malate, notizie sulle condizioni del marito Andrea Veronesi – come lei stimato psicologo di Milano – alle prese con la stessa malattia ma a casa. «Tutto è iniziato con un raffreddore», il diario dal Covid di Maria Grazia Nichetti prosegue.

Questo è il quaderno nel quale la psicologa milanese Maria Grazia Nichetti ha annotato il suo “attraversamento” del Covid, dal raffreddore con cui la malattia si è annunciata fino alla fine dell’incubo durato oltre un mese di cure ospedaliere (la foto è sua).

14 novembre Questa notte ho dormito abbastanza fino alle 4,20, poi sono stata sveglia (se continua così mi farò dare qualcosa per dormire, quando mi sveglio nella notte mi assale l’emozione del momento che sto vivendo, penso a casa e mi viene un po’ da piangere, anche la preoccupazione per Andrea che non è seguito da nessuno… e se viene ricoverato anche lui??? Devo farmi dare qualcosa per dormire meglio, più rilassata, sicuramente il cortisone mette agitazione). Al passaggio il medico prova la saturazione con oss: 95, quindi mi toglie l’ossigeno per un po’ e poi la riprova, ma la saturazione si abbassa a 90: quindi rimesso ossigeno a 2 litri questa volta.

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La figlia ha la sindrome di Asperger: lei va in aspettativa per frequentare la stessa classe e insieme si diplomano

di Maria Elena Sini

Maria Elena Sini ad Alghero, estate 2013 (foto di Paola Ciccioli)

Maria Elena Sini ad Alghero, estate 2013 (foto di Paola Ciccioli)

Lucia non dimostra i suoi anni: non si trucca come le sue compagne, non sperimenta nuove pettinature o strani colori di capelli come le altre ragazze della sua età, non segue la moda ma indossa sempre jeans o pantaloni neri da ginnastica e una felpa nera con cappuccio.  Anche limitandosi alla sola immagine si capisce subito che ha una sua “unicità”.

Lucia ha la sindrome di Asperger, un disturbo pervasivo dello sviluppo imparentato con l’autismo che non presenta per tutti gli individui che ne soffrono lo stesso insieme di sintomi e nella stessa configurazione.

Lucia ha limitate relazioni sociali per cui spesso manifesta il suo disagio estraniandosi dalla classe. Quando stacca i contatti con il resto del mondo si copre la testa con il cappuccio della felpa e si isola in un’altra realtà attraverso il disegno o digitando furiosamente sulla tastiera del suo videogioco. Può così attuare una sorta di “fuga” da una realtà insoddisfacente, noiosa e anonima e riesce a trovare rifugio in un ambiente virtuale .

Presenta un egocentrismo inusuale con una mancanza di attenzione verso gli altri e i loro diversi punti di vista, a volte usa un tono di voce con un volume insolitamente alto, tende a parlare verso (piuttosto che con) gli altri, solitamente del proprio interesse con poca preoccupazione circa la reazione di risposta degli altri. Per lei anche piccoli cambiamenti risultano sconvolgenti e le causano veri e propri attacchi di panico; non è in grado di leggere le espressioni facciali per cui non comprende una battuta di spirito o uno scherzo. È priva della naturale abilità nel capire ciò che non viene detto esplicitamente nelle relazioni sociali e in pari modo ha difficoltà a comunicare con accuratezza i propri sentimenti o il proprio stato emotivo.

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