Gli ebrei a “Urbisaglia Bonservizi”

di Giovanna Salvucci*

Questa mattina nel comune maceratese di Urbisaglia viene presentato il libro di Edda MorettiLa mia Guerra. Urbisaglia nel buio del fascismo” (Donne della realtà Editrice, 2022).

Pubblichiamo un estratto della nota storica di Giovanna Salvucci, ringraziandola per la generosa collaborazione. E augurando a tutte e tutti una serena Festa della Liberazione.

A Urbisaglia il ventennio fascista, la Seconda Guerra mondiale e la Liberazione furono caratterizzati da tre circostanze particolari che condizionarono fortemente le vicende del paese.

La prima è che a Urbisaglia nacque, il 2 dicembre 1890, Nicola Bonservizi.

Redattore de “Il Popolo d’Italia” fin dalla sua fondazione da parte di Benito Mussolini, Bonservizi partecipò alla Grande Guerra e nel 1920 assunse l’incarico di corrispondente da Parigi del “Il Popolo d’Italia”. Nel 1922 costituì il primo fascio di Parigi e nel 1923 fondò il giornale “L’Italie nouvelle”, con lo scopo di intensificare l’attività di propaganda del fascio parigino. Gravemente ferito da un colpo di pistola sparatogli da un giovane anarchico, Nicola Bonservizi morì a Parigi il 26 marzo 1924 e fu da subito considerato un martire del fascismo. Mussolini stesso, in un discorso al Cimitero Monumentale di Milano tenutosi il giorno dopo gli imponenti funerali, lo ritrasse come “un fascista di purissima fede, di coraggio indomito che ha santificato la causa con la vita e con la morte.”

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«Macerata è Libera»

di Augusto Pantanetti

Domani, 30 giugno 2021, saranno 77 anni che Macerata è stata liberata dall’oppressione del nazifascismo. L’Amministrazione comunale della città marchigiana, guidata dal sindaco leghista Sandro Parcaroli, con una decisione senza precedenti ha (letteralmente) “snellito” la cerimonia istituzionale in ricordo dello storico 30 aprile 1944 e vietato ai rappresentanti dell’Anpi di tenere il loro discorso. Al punto che l’Associazione nazionale partigiani ha dovuto organizzare un altro incontro pubblico per il pomeriggio, durante il quale verranno letti brani dal libro Il Gruppo Bande Nicolò e la liberazione di Macerata del comandante partigiano Augusto Pantanetti. Vi proponiamo con commozione l’ultimo capitolo.

La bandiera che i partigiani issarono sul Monumento ai Caduti di Macerata la mattina del 30 giugno 1944 dove domani alle ore 19 si terrà la commemorazione delle democratiche e dei democratici maceratesi. La presidente dell’Anpi di Macerata, Lucrezia Boari (della quale trovate un intervento in questo blog) ha scritto: «Una bandiera cucita con la stoffa di un paracadute degli Alleati e dipinta a mano. Un tricolore senza lo stemma della monarchia. La bandiera dell’Italia che sognavano libera e migliore “per chi c’era, per chi non c’era e anche per chi era contrario”».

Avanziamo a passo di lumaca. La gente viene avanti con noi continuando a manifestare con gioia, sino all’imbocco della città ormai libera. Con una autocarretta attraversiamo in un lampo la città e laggiù sullo sfondo, anche se piccolissima vista da lontano, laggiù sul monumento alla Vittoria svetta la nostra bandiera. Pino Pinci e i 12 ragazzi del suo gruppo hanno fatto il miracolo; alle ore 11 e 30, cioè ben 5 ore prima che noi si giungesse a Macerata, deponevano il vessillo bianco-rosso-verde sull’Ara che ricorda i caduti in guerra. Ma lasciamo a lui il compito di ricordare quest’ultima azione dei 296 giorni di preludio alla libertà, tanti furono i giorni della nostra guerriglia:

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