Di nuovo “noi”: un oceano e 37 anni dopo

di Adele Colacino

La mia vita l’ho passata in gran parte attraversando il mare. Tra il nord dell’Italia e il Venezuela.

Due mondi totalmente diversi che non si sono mai veramente amalgamati né nel mio cuore né nella mia testa.

Mi piaceva stare nella mia casa in Venezuela, con mamma e papà e il mio fratellino, ma fu deciso che dovevo stare lontano, in Italia con gli zii e con la nonna, dovevo andare a scuola in Italia e fui impacchettata e spedita, senza poter dire: NO!

Può un pacchetto decidere il suo percorso? Ha due etichette incise nella pelle, una da dove viene e una dove andrà.

Il pacchetto andava e tornava attraverso l’oceano e ogni volta il timbro sulle carte era un segno indelebile impresso nella carne, timbri e timbri, tanti da cancellare sentimenti, fiducia, speranze.

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Sull’autobus, con la donna scappata dal marito cocainomane che la massacra di botte

di Paola Ciccioli

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Tutte le immagini di questa cronaca sotto tratte dal web

È successo oggi, 14 agosto, a Milano. Intorno all’ora di pranzo.

Stavo andando a piedi verso la fermata dell’autobus, camminando senza fretta grazie a un sole benevolo e a un po’ di vento. Nei Giardini della Guastalla, sul prato verdissimo, un ragazzo a torso nudo si abbronzava e giocava con il cane. Un signore mi aveva superato sul marciapiede e avevo notato che in mano teneva delle rose avvolte in una carta bianca.

Poco prima, l’edicolante di fianco all’ospedale, si era prodotto in un articolato ragionamento deduttivo per dirmi che, sì, l’acqua della fontanella lì accanto è potabile. Un sorso, per mandar via l’amaro della sigaretta, mentre un piccione immergeva il becco nella vasca.

Ho sentito dire tante volte che Milano è bella d’agosto. Sarà, non sono mai stata di questo avviso.

Ma quest’anno è diverso e oggi lo è ancora di più.

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