«Quando tornai, la mia famiglia era riunita attorno al tavolo a pregare»

di Anna Caltagirone Antinori

«Era l’8 dicembre, la mia famiglia era riunita attorno al tavolo e recitava le preghiere della novena alla Madonna Immacolata per implorare il nostro ritorno». Queste parole di Anna Caltagirone ci hanno spinto a scegliere, per la seconda parte del suo racconto, l’immagine della Madonna della Basilica di San Francesco d’Assisi, a Palermo, alla quale la sua città di origine è sempre devotissima (https://www.comune.palermo.it/noticext.php?id=16492)

È il 1943 e una ragazza  palermitana di 16 anni cerca una via d’uscita alla guerra e alla fame raggiungendo, da sola, il fratello nelle Marche. Ecco: questa non è la Storia che si studia sui libri ma la testimonianza, scritta al computer per noi, di una donna di novant’anni che trascorre le proprie giornate a leggere, studiare, ricordare. Di seguito la seconda parte del suo emozionante racconto. Grazie, signora Anna. Auguri a lei e tutt* noi per un 2018 di serenità e soddisfazioni!

L’estate passò in fretta, molti eventi si susseguirono portando nel paese e nelle famiglie cambiamenti che sconvolsero la vita di tutti: la caduta del fascismo, lo sbarco degli alleati in Sicilia, l’armistizio dell’8 settembre. Mi toccavano particolarmente perché non potevo più comunicare con la famiglia in Sicilia e in settembre, con l’armistizio, i militari dovettero decidere se collaborare o darsi alla macchia. Nei mesi di luglio e agosto avevo avuto modo di conoscere la fidanzata di mio fratello e la sua famiglia, bravissime persone che si offrirono di ospitarmi a Macerata mentre mio fratello si univa ai partigiani tra le montagne di Acquaviva Picena. Lino, pur stando lontano, mi seguiva affettuosamente e provvedeva alle mie necessità.

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Ettore, il destino di un nome fa ritrovare due fratelli nella Rete

di Elisabetta Baccarin

Elisabetta, la lettera dal campo di concentramento di bolzano

La lettera di Ettore Baccarin spedita dal campo di concentramento di Bolzano. Grazie alle ricerche di Elisabetta Baccarin, pubblicate sul nostro blog, un prezioso incontro in Rete ha messo insieme due pezzi di famiglia e di Storia

“Carissimo Albano e Gilda dopo circa due mesi che manco da casa, vengo a voi con questo mio biglietto, facendovi sapere che la mia salute va bene come spero che sarà pure di tutti voi. Caro Albano mi trovo in campo di concentramento a Bolzano, dunque il motivo che sono qui io, è a causa del rifugio che sai bene anche tu, speriamo al meno che non servi. Caro Albano mi perdonerai se ti domando un gran favore se puoi quando ricevi questo scritto di mandarmi un pacchetto con un po’ di pane biscotto e un po’ di tabacco, magari di quello in foglia, come puoi e qualche pacchetto di cartine. Se puoi mi mandi anche un po’ di danaro in sicurata, che se avrò la grazia di tornare tutto ti sarà ricompensato. Gli ho scritto pure a mia moglie che mi mandi qualche cosa ma io so le condizioni che si trova la mia famiglia!

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