Media

“Come una ragazza” non è un insulto, lo spiega lo spot degli assorbenti

chiara-pergamo-video-mediasetVe lo ricordate lo spot della Lines di qualche anno fa? Vi risparmio un faticoso ravanare nei cassetti della memoria, è questo qui. È l’avventura di questa ragazza che partecipa a un provino per diventare “veejay”: se sei troppo giovane o troppo adulta per sapere che caspita sia un “veejay”, trattasi di un giovanotto o una fanciulla che aveva il compito di condurre i programmi sui canali musicali come MTV e affini, dunque una figura televisiva che ha tenuto botta per una buona decina d’anni, salvo poi diventare un effimero ricordo…

Pari opportunità e orrori mediatici da “fine del mondo”

di Roberta Valtorta

sadiqkhanNell’ultimo periodo ho pensato di frequente: «Questo è interessante, potrei proporlo a Paola». Mi sono fermata spesso a riflettere su quello che avrei potuto scrivere, ma ogni volta che aprivo un nuovo file finivo con il guardare per ore la barretta lampeggiante senza riuscire a buttare giù nemmeno una parola. Stavo lì, col vuoto in testa e tra le dita. Il tempo poi passava, io procrastinavo e pensandoci giorni dopo mi sembrava tutto così inutile che lasciavo stare, per buona pace del cestino che si riempiva con le bozze…

Aridatece la pipì rosa e blu. Ovvero: “dittatura del gender” e pannolini

di Roberta Valtorta

Lei penserà a farsi bella, lui a fare goal.

Lei cercherà tenerezza, lui avventure.

Lei si farà correre dietro, lui invece ti cercherà.

Così piccoli e già così diversi. Allora perché usare gli stessi pannolini?

La rivoluzione Huggies: Bimba e Bimbo. L’unico pannolino progettato sulle loro differenze. 

Questo lo spot dei nuovi pannolini progettati da Huggies.

Maschi e femmine sono anatomicamente differenti, su questo non ci piove, ma la domanda mi sorge spontanea: perché accostare un’innegabile diversità biologica con un inutile elenco di differenze che di geneticamente determinato hanno ben poco?…

Che macedonia horror fuoriesce dalla Tv!

di Adele Colacino

Adele Colacino

La Tv accesa in sala parla al divano vuoto, aspetto un Tg, stamattina per un contrattempo non sono uscita a comprare il mio quotidiano.

Volano per la stanza i titoli, la voce dello speaker mi raggiunge mentre giro per casa: è morta Laura Antonelli, attrice famosa negli Anni settanta, poi crollata nell’oblio e nella disgrazia alle prime rughe, ora tutti le dedicano ipocriti coccodrilli e copertine.

Una donna di 84 anni, muore a Bra, in Piemonte a seguito di una rapina, pare che due uomini biondi e rasati l’avessero legata per rubare nella sua casa. La casa di una pensionata italiana che percepiva poche centinaia di euro al mese, vivevano con lei un cane ed un gatto che pare sparito, il cronista ritiene, evidentemente, che questa sia una cosa da dire ed importante per far comprendere meglio la disgrazia. I gatti scappano sempre davanti a un pericolo.

In Calabria si è svolto un incontro tra lo Stato, rappresentato dalla presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi ed il presidente della Conferenza episcopale regionale calabrese Monsignor Salvatore Nunnari…

Matematica, scienza, tecnologia: le adolescenti sappiano di avere i numeri!

di Roberta Valtorta

Roberta foto

A me non è mai piaciuta la matematica però ricordo che circa 12 anni fa, quando conobbi quella che oggi è una delle mie più care amiche, fui quasi tentata di cambiare idea.

Era uno dei primi giorni delle scuole superiori ed eravamo sedute vicine mentre il professore spiegava qualcosa sui multipli e sui divisori. «Io adoro la matematica», mi disse, «I numeri sono universali: se tu scrivi2+2=4, persone di lingue diverse lo capiscono allo stesso modo, senza bisogno di traduzioni. Se ci pensi, è una cosa affascinante». Non cambiai mai idea: la matematica non mi piaceva allora e non mi piace neanche adesso ma, per una qualche strana ragione, quella sua frase mi è sempre rimasta in mente…

Mamme con il taccuino davanti alla Tv (tra ricette e Tangentopoli)

di Chiara Pergamo

Chiara Pergamo 1

Oggi mia madre guardava la Tv con il taccuino: qualche tempo fa le ho svelato l’esistenza di un canale di soli programmi di cucina (Alice, canale 221 del digitale terrestre) e da allora trascorre parte del pomeriggio a sciropparsi cuochi che preparano timballi e pasticceri che imbevono savoiardi per il tiramisù.

Oggi guardava Alice col taccuino per segnarsi la lista della spesa e, perché no, due o tre passaggi per la preparazione di una ricetta nuova: perché va detto, mia madre non è un asso in cucina. Infatti non mi ha insegnato lei a cucinare: detto tra noi, non sarò pronta per Masterchef, ma qualcosa sul tavolo all’ora di cena arriva sempre e non sono ancora vedova, segno che non ho ancora avvelenato il consorte…

Donne spaziali, imbecillità terrestri

di Roberta Valtorta

Si tratta probabilmente della Preghiera più “popolare” pubblicata da Camillo Langone: passando dal sito ufficiale de Il Foglio si leggono 154 commenti (mai successo per nessun altro pezzo della sua rubrica), circa 17.000 condivisioni tramite Facebook, 240 retweet su Twitter e 115 condivisioni su Google+. Riesce a essere al contempo la più popolare e la più infelice (e in quanto a tristezza ce ne vuole per battere le tante uscite del giornalista de Il Foglio!)….

She is a prostitute, then “his own” property: Italian sheets and newspapers drifting

 by Roberta Valtorta*

Valtorta 1

«Maybe due to the heat or to a sudden hormone derangement, but the blameless and good guy achieved the Guinness World Records in a few hours. It would have been the particularly engaging and pleasant appearance of the young girl, the first to be approached, to provoke a real insanity act by that guy who defined the girl as “very cool with the miniskirt”». Il Giornale

This is an example of what you can find out in the newspapers that we read every day. It is becoming more and more common reading an article describing an event, which simply justifies the executioner and makes the victim guilty

È una prostituta, dunque di “sua” proprietà: fogli e quotidiani italiani alla deriva

di Roberta Valtorta

prostituta

«Saranno stati il caldo oppure un’improvvisa tempesta ormonale, fatto sta che il ragazzino, incensurato e di buona famiglia, nel giro di poche ore è praticamente entrato a far parte del Guinness dei primati. A scatenare in lui quello che a tutti gli effetti è definibile come un raptus di follia sarebbero state le forme particolarmente gradevoli e accattivanti dell’adolescente, la prima ad essere stata adescata, che lui stesso ha definito «una fighissima, con la minigonna».

“Tenta di stuprare tre ragazze: «Erano belle…”, Il Giornale (1)

Questo è un esempio di ciò che è possibile trovare sui giornali che sfogliamo ogni giorno. Sempre più spesso, infatti, capita di leggere articoli che, nel descrivere un fatto di cronaca..

E cartone dopo cartone, guarda cosa passa nelle pubblicità per le bambine

di Gianluca Suanno

Gianluca Suanno apertura

«Non posso entrare nelle case delle famiglie di tutto il mondo, ma è pensiero comune che i bambini vengano messi di fronte alla Tv quando soprattutto in momenti di alto stress i genitori non riescono a gestire le loro richieste. Il gesto non è certamente dei migliori, infatti è stato constatato che gli individui, in particolare i bambini, sono più sensibili ai messaggi della televisione quando sono da soli a guardarla, mentre la presenza di altri ridimensiona la pressione del messaggio e rafforza la voglia di esprimere ciò che si pensa. (Hansoon e Jones 1981, citato in McGuire 1985)»…

No, no: il training dell’anima con Belén non si può

bambini_televisionedi Chiara Pergamo

Io ho 24 anni e una memoria che è un prodigioso container di informazioni inutili, un tir di fuffa: tra le facezie immagazzinate, quelle in ambito televisivo occupano numerose piegoline del mio cervello. Un bel po’ di anni fa, in un periodo in cui mi bastavano le dita di una mano sola per indicare la mia età, nel pomeriggio di Canale 5 andava in onda il programma Agenzia Matrimoniale, condotto da Marta Flavi, all’epoca moglie di Maurizio Costanzo, terza di quattro prima di Maria De Filippi: a parte che ho sempre trovato simpatico questo avvicendamento delle mogli di Costanzo nella fascia post-prandiale della rete ammiraglia di Mediaset, mi sono trovata a ripensare ad “Agenzia Matrimoniale” in questi giorni (sì, “ripensare” presuppone che lo guardassi e, non senza vergogna, ammetto che a 4 anni, messe giù le Barbie, guardavo la Marta Flavi)…

Barzellette: le risate aggressive che colpiscono le donne (e non solo)

di Giada Sofia Conti

È possibile che le generalizzazioni semplicistiche che fanno sorridere per la loro imprevedibilità possano finire per essere considerate dati di fatto? E che le eccezioni servano solo a confermare la regola e non a prendere in considerazione un punto di vista alternativo?

La mia ricerca muove da tali domande e vuole indagare il rapporto tra umorismo e rafforzamento dello stereotipo di genere. Come scrive Charles Brenner, «La tecnica della battuta generalmente serve a provocare la liberazione, o lo scarico, di tendenze inconsce, le quali altrimenti non avrebbero avuto il permesso di esprimersi o che, almeno, non avrebbero potuto esprimersi in maniera così completa»…

Il calcio italiano è fuori dal mondo: “maschi ignoranti”, direttori di giornali “datati” e “figlie di” (magari intelligenti)

di Andrea Colombo

Carolina Morace ha ricoperto molti ruoli nel mondo del calcio: prima giocatrice ad altissimi livelli, poi allenatrice di club maschili e femminili e commissaria tecnica, infine commentatrice tecnica e opinionista.

– Lei ha iniziato nel settore femminile giocando per circa 20 anni in giro per l’Italia e anche per la Nazionale: com’è percepito il calcio femminile rispetto al più seguito calcio maschile?

«Il mondo femminile in Italia, sia a livello sportivo che lavorativo, è molto indietro rispetto alla maggior parte dei Paesi europei e Oltreoceano. In Italia una atleta viene prima giudicata in base alla sua “bellezza” dopo in base alle sue capacità, probabilmente perché la maggior parte dei direttori in campo giornalistico sono uomini e, purtroppo, quasi mai giovani ma spesso “datati”, come età e come mentalità»…

Il grande business della pubblicità: una città sessista dentro Milano

di Donatella Martini

Rompo gli indugi e dico senza mezzi termini la mia. Contro la pubblicità sessista il Comune di Milano non ha fatto quel che doveva. Non voglio apparire come una guastafeste, né assumere un atteggiamento ipercritico. Intendo spiegare, dati alla mano, perché sono scoraggiata. E il verbo scoraggiare non rende appieno la mia posizione di presidente dell’associazione DonneinQuota, impegnata su questo fronte dal 2008, a partire dalla pubblicazione della Risoluzione del Parlamento Europeo sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini (2038/2008).
Oggi la sensibilità dell’opinione pubblica è cambiata ed è più attenta a questi temi. Lo dimostra l’ultimo caso che ha fatto recentemente discutere (e meno male)…

A volte purtroppo ritornano. Ovvero: il talento di Elisabetta Gregoraci di nuovo sulla Rete 2 della televisione pubblica

di Chiara Pergamo

Made-in-Sud-logo3-586x348Mio padre non è un fisionomista: è di quel tipo che se anche segue ogni sera un programma televisivo fa fatica a distinguere un ospite fisso dall’altro, a meno che non siano radicalmente differenti.
L’altra sera, però, si è imbattuto in Made in Sud, show comico della prima serata di Rai 2: per le prime tre stagioni, questo programma è andato in onda solo su Sky e mio padre lo ha seguito con costanza. Aveva ormai capito che a condurre il programma erano in tre: i due comici napoletani Gigi e Ross, già noti per le loro partecipazioni a Mai dire Martedì e a Colorado, e la giovane Fatima Trotta, anch’essa partenopea…

Donne con il velo, donne con la barba: cinquanta sfumature di Marrone

di Chiara Pergamo

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Qualche giorno fa, Paola mi ha chiesto: «Ti andrebbe di scrivere un articolo su Suor Cristina?». Ovviamente si parla della concorrente rivelazione di questa edizione di The Voice of Italy: purtroppo, non seguendo il programma, le mie conoscenze su di lei si limitavano al “sentito dire” o poco più, quindi sono andata sul web a documentarmi. Ma lo sapevate che esiste il boylesque? È tipo il burlesque, ma fatto da uomini, quindi vedi questi ragazzotti ricoperti di piume di pavone e brillantini che ballano canzoni di Lady Gaga: il perché di questo cortocircuito informativo si capirà alla fine dell’articolo, ma per rimettere insieme bene i pezzi è necessario raccontare una storia partendo dall’inizio, un po’ in stileQuarto Grado, il programma di Rete 4…

Luci da stadio su volti da studio: intrecci di menti, corpi (e fotine su Twitter)

di Chiara Pergamo

domenicaspTutto comincia da questo commento sul blog:

«Salve. Penso che il vostro blog tocchi un problema reale: “Chi sono le donne della realtà? Dove sono finite?”.  E io aggiungerei che questo potrebbe essere utile per scoprire un ente ancora più sconosciuto: l’uomo. 🙂A proposito della donna che lavora e della donna “velina” (fermo restando che lavorano anche le veline) c’è un episodio che per me è emblematico. Paola Ferrari, una nota e brava giornalista RAI, tempo fa ha partecipato a “Ballando con le Stelle”.
Mi ha colpito perché mi è sembrata una ricerca della celebrità – popolarità fatta attraverso non la “mente” ma con il “corpo”: movimenti seducenti, vestito molto molto scollato etc. Mi è sembrato quasi un tornare indietro di una donna che è riuscita a imporsi attraverso il lavoro di giornalista, la mente, e poi ha scelto di comparire attraverso il corpo, come una qualsiasi velina diciottenne.
Mi farebbe però piacere sapere cosa ne pensa una donna….

Real Time abbatte (in Italia) il tabù degli “inappuntamentabili”

di Chiara Pergamo

The Undateables

Per ciascuno noi, il primo appuntamento è sempre un momento di grande coinvolgimento emotivo: come glielo chiedo? Come mi vesto? Dove potremmo andare a prendere un caffè? E se non beve caffè?
I giusti timori e le apprensioni di mamme e amici si mescolano alla curiosità frivola di chi vorrebbe condividere con te il pettegolezzo sul nuovo flirt. Tutto normale, dunque.
Sì, va bene, ma se tu sei autistico? O se soffri di un disturbo ossessivo-compulsivo che ti impedisce di avere un contatto fisico con le persone? Diciamo che in questi casi la situazione si complica.
È proprio su “questi casi” che si concentra The Undateables (letteralmente “Gli inappuntamentabili”), docu-reality della BBC portato in Italia da Real Time, che vi ha aggiunto il sottotitolo L’amore non ha barriere

24 scatoloni Mondadori

Testo e foto di Paola Ciccioli*

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-Salvatore Boemi, ‘Ndrangheta. Origini, natura e ramificazioni nell’economia del terzo millennio. Autografato. (Si tiene).

La vendetta della Pantera Rosa. Dvd (si tiene, si tiene…)

Icon (bidone della differenziata)

Cucina no problem, Sale&Pepe,Cucina Moderna, Guida Cucina ( Rossana. Maria?)

A prova di morte di Quentin Tarantino (lo si tiene)

Rommel, La volpe del deserto (figlio della vicina con passione per la storia)

Fuga di mezzanotte, versione integrale, Vhs (lo si tiene)

Star Trek, serie classica (chi è che lo collezionava?). Ah, c’è anche Star Trek Voyager, Star Trek deep space nine, Star Trek the next generation, Star Trek enterprise (Urca!)…

Lo scontrino da 80 euro di Pina Picierno e le riflessioni di una cassiera quasi psicologa

di Erica Sai

Erica Sai

Che dire, la notizia sugli 80 euro che bastano per una spesa di due settimane mi ha fatto riflettere. Sarà perché mi piace analizzare le questioni e dirne sempre almeno una contro, sarà perché sono una cassiera del fine settimana, sarà perché studioPsicologia (quindi, a quanto pare, automaticamente una persona strana) o sarà probabilmente per l’intrecciarsi di queste cose, ma questa notizia mi ha fatto riflettere. Oddio, diciamo che quando ho visto il titolo mi è venuto un sorriso che potrebbe essere tradotto con le parole: ma figuriamoci un po’. Però, è stato solo uno sguardo veloce alle notizie, niente su cui pensare davvero; anche perché, si sa, tra il titolo di un articolo e il suo contenuto spesso ci passa un mondo (e spesso anche tra contenuti e fatti reali, ahimé!). Quindi, a parte quel sorriso e un pensiero non definito, tutto è caduto velocemente nell’oblio…

Quel mezzo milione di telespettatrici che ha voltato le spalle al più soft “Avanti un altro!”

di Chiara Pergamo

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Dall’inizio di aprile adAvanti un altro! la musica è cambiata, o meglio, la nave ha cambiato capitano: a condurre la trasmissione di Canale 5 è arrivato Gerry Scotti, presentatore di grande esperienza e chiara fama, ma dallo stile apparentemente inconciliabile con quello del programma, disegnato come un abito sartoriale su un Bonolis cinico come mai prima. Sì, Scotti potrà anche tirar fuori qualche lato un po’ più oscuro di sé stesso per ambientarsi nell’aria che tira, ma non perderà mai del tutto i suoi modi affabili, familiari e garbatamente paciocconi che gli hanno donato il soprannome di “zio Gerry”…

“Avanti un altro!”, indietro tutti

di Chiara Pergamo*

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Chi segue Paolo Bonolis da diversi anni sa che un cardine del suo stile di conduzione è sempre stato il porsi come un uomo colto, dal linguaggio forbito, con l’aria di chi è l’unico ad aver studiato in un paese di villani: come già detto in principio, però, responsabile dei casting è spesso la signora Bonolis, che conoscendo le attitudini e le abitudini del marito, confeziona scenette in cui il concorrente/ospite/malcapitato di turno sia sempre ridicolizzabile dall’istrionico Paolo, che del suo stile così sopra le righe ha fatto un marchio di fabbrica. Dai tempi delle ormai preistoriche telefonate in studio di Tira & Molla, in cui sembrava che chiamassero solo persone certificate come stupide (casualità probabilmente frutto di un abile lavoro di filtraggio al centralino), Bonolis ha sempre fatto pesare la sua presunta superiorità culturale, che risulterebbe incontestabile se dimostrata in un consesso di dotti, ma che se invece emerge solo per contrasto con abissi di ignoranza ha meno motivo di essere un vanto. In Avanti un altro!, questo meccanismo appare esasperato, quindi cercherò di spiegare con alcuni esempi che cosa intendo..

Chef Rubio, l’ultimo (per ora) sex symbol da pignatta

di Elena Novati

Chef Rubio

Chef  Rubio, io non ce l’ho con te, perché tu non hai colpe nella faccenda da gastrite serale che mi coglie ogni volta che leggo qualcosa di vagamente relativo alle tue possenti braccia tatuate e alla tua genuinità da grezzo riproposto in salsa sexy da articoli(ni) dedicati a noi donne. Tu sei un ragazzo simpatico e mediatico (non c’è dubbio) ma io non posso pensare che ogni volta si debba parlare di te come di (in ordine sparso ma con fonti autentiche) icona gay (ne Il Fatto Quotidiano)naturale stimolatore di fantasie femminili (questa è facile, ma allego il link per fugare ogni dubbio sulla fonte) o forzuto ed erudito rimestatore di risotto – per non dimenticarci i sopracitati sexy bicipiti tatuati, tutto torna-…

«Un drink e sei più appetibile». Quando il sesso tra i giovani diventa violenza

Erica Sai

Erica Sai

di Erica Sai

Ogni giorno, immersa nelle più semplici attività quotidiane, rimango colpita da una particolarità dell’ambiente sociale che mi circonda. Prendendo l’autobus, camminando per la strada, navigando su Internet, mi ritrovo a captare conversazioni, osservare comportamenti, leggere frasi che hanno un medesimo filo conduttore: sono propri di persone giovani e connotati da una “brutalizzazione” della sessualità…

La donna è cuoca, l’uomo (invece) è chef

di Elena Novati

Hanna Hansen

Hanna Hansen

“When you think about food,
it’s often seen as a female domain,
but as soon as it becomes something
where you can win a crown,
then the boys move in, right?”

Anna Hansen, chef del “The Modern Pantry”, Londra

Prenderò in esame un aspetto rilevante sugli stereotipi di ruolo legati al genere, ovvero quello della visione culturalmente più comune e accettata che vorrebbe la donna in cucina per soddisfare i palati dei familiari e l’uomo nelle grandi cucine internazionali, attorniato da un’aura di creatività ed estro ben lontana dalla tradizione familiare, che porta a mio parere a una differenza di attribuzione di titolo non trascurabile: la donna ècuoca, l’uomo è chef

“Ho letto di Anita Sarkeesian sul blog della presidente Laura Boldrini”

di Paola Re*

Anita Sarkeesian

Quando ho iniziato a compiere le ricerche per la realizzazione di questa tesina, il mio scopo era quello di trovare informazioni per poter analizzare dettagliatamente il ruolo che i personaggi femminili, umani e non, ricoprono all’interno dei diversi videogiochi presenti sul mercato. Procedendo nelle mie ricerche, mi sono imbattuta in un’interessante serie di video caricata su Youtube intitolata Tropes vs Women in videogames. In questi video vi era una donna che, parlando direttamente alla telecamera, esaminava i personaggi femminili presenti nei videogiochi e i ruoli da essi ricoperti. L’autrice e protagonista di questi video è Anita Sarkeesian, una giovane attivista per i diritti delle donne che, ormai da anni, si batte per denunciare e cambiare l’immagine femminile trasmessa dai vari media. Per raggiungere il suo obiettivo ha aperto un canale Youtube intitolato Feminist Frequency, dove periodicamente carica video in cui descrive a fondo l’immagine della donna che emerge da film, telefilm, riviste e libri. Tropes vs Women in videogames è il suo ultimo progetto ancora in fase di realizzazione. Esso consiste in un’analisi completa della rappresentazione dei personaggi femminili all’interno dei videogiochi, prendendone in considerazione tutti i vari aspetti. Il fine di questo dettagliato esame è di portare alla luce e demolire tutti quegli stereotipi che stanno alla base di un’errata e denigrante raffigurazione delle figure femminili…

Vuoi vedere che il Sud batte tutti in fatto di “cultura antisessista”?

di Daniela Natale

Daniela Natale con Ico Gasparri

Incontro Ico in un pomeriggio quasi primaverile di gennaio. Temperatura mite, strade piene di gente e vetrine illuminate: Ico Gasparri è a Lecce per esporre “Chi è il maestro del lupo cattivo?” negli spazi del MuSt, una mostra (ma anche un libro) che raccoglie oltre 300 fotografie di cartelloni pubblicitari in cui il corpo femminile è deumanizzato e oggettivato. Già nel 2011 la mostra era approdata da queste parti, evidenziando un serie di criticità riguardanti la comunicazione che fino ad allora nessuno aveva fatto notare…

Barbara Spinelli alla Vigilanza Rai: «Giornalisti e registi imparino a evitare gli stereotipi di genere»

«Quando si evidenzia la necessità di modificare la rappresentazione di uomini e donne, non entrano in gioco solo i valori, ma anche i diritti fondamentali della Persona, ed in particolare quelli di donne e bambine». È la premessa fondamentale delle richieste presentate dell’avvocata Barbara Spinelli e dallaPiattaforma Cedaw nell’audizione dell’8 gennaio al presidente della Commissione di vigilanza Rai, Roberto Fico, in vista dell’approvazione del nuovocontratto di servizio della televisione pubblica. Impossibilitata a partecipare di persona, la firmataria di questo importante documento, che vi invito a leggere integralmente, è stata rappresentata da Claudia Signoretti di Pangea

“Quando comunicazione fa rima con discriminazione”

Martedì 17 Settembre 2013
Ore 14.30 – 18.30
Sala Alessi – Palazzo Marino
Piazza della Scala 2 – Milano
Quando comunicazione fa rima con discriminazione
La pubblicità riveste un ruolo dominante nella nostra società: costruisce immagini, veicola messaggi, influenza idee. Ancora troppo spesso pubblicità e media tendono ad abusare dell’immagine delle donne, svilendone il ruolo e offendendone la dignità Proprio per questo motivo, il Comune di Milano, ha messo al centro dell’attenzione non solo il tema della violenza contro le donne, ma anche quello della pubblicità sessista

Berlusconi: «Non ho mai, mai, licenziato». Un falso troppo facile da smascherare

di Paola Ciccioli

Irritante? Infastidente? Sgradevole? Non trovo l’aggettivo e allora scrivo semplicemente che è falso.

È falso quanto dichiarato dall’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel videomessaggio diffuso la sera del 30 luglio, dopo la condanna in Cassazione a 4 anni di reclusione per frode fiscale. Silvio Berlusconi afferma inequivocabilmente il falso quando dichiara «di non avere mai, mai, in decenni di attività, licenziato uno solo dei collaboratori delle mie aziende».

Io, Paola Ciccioli, sono stata licenziata dalla Arnoldo Mondadori Editore il 23 marzo del 2012 e sono stata reintegrata l’8 gennaio del 2013…

Panorama e un caso di scuola: il tragicomico “complotto D’Addario”

Ho inviato questa mail al direttore di Panorama (ora anche indagato per corruzione) e all’intera redazione il 6 febbraio 2011. Cioè un anno prima che il medesimo mi facesse licenziare

Gentile direttore,

la prego di scusarmi se rivolgo a lei e alla redazione una riflessione, a margine dell’incontro che abbiamo avuto venerdì con la direzione generale periodici. Durante il suo intervento l’ho sentita accostare il nostro giornale all’immagine di un “bambino” fragile e bisognoso di attenzioni e cure. Apprezzo moltissimo le metafore e penso che la sua sia particolarmente efficace. Sebbene costringa a dolorose considerazioni. Un po’ come succede a Brad Pitt nel film “Il curioso caso di Benjamin Button”, infatti, si potrebbe dire che il giornale abbia vissuto un percorso alla rovescia, diventando progressivamente “bambino” dopo essere stato ragazzo, adulto, vecchio…

Dato che vado a Dublino

Quasi un apologo sulla “Chi”izzazione del giornalismo italiano

Paola Ciccioli in Irlanda, luglio 1992 (il camper è di Leonardo Angeletti)

di Paola Ciccioli*

I- ALL’ORA DI CENA

«La giornalista irlandese Elisabeth Murphey è stata trovata uccisa questa mattina nella sua casa di Dublino. La giovane cronista aveva realizzato dei servizi sui collegamenti tra la malavita organizzata e alcuni ambienti politico-finanziari del suo Paese. La Murphey, che lo scorso anno aveva vinto il Premio internazionale di giornalismo Veritas, aveva 33 anni. Le hanno sparato un colpo alla nuca da distanza ravvicinata».

Tutto qui. Quando il conduttore del telegiornale finì di leggere queste nove righe, dallo schermo scomparve anche l’immagine di una ragazza dai capelli rossi e un sorriso da liceale. Senza audio, si sarebbe potuto pensare a un servizio sugli esami di maturità. E invece era la notizia di un omicidio

“Ecco chi è Ico Gasparri, ecco cosa ha fatto contro lo scempio dei corpi femminili in pubblicità”

icodi Zaira Kasongo*

Il 24 gennaio 2013 ho intervistato il fotografo, archeologo e scrittore, Ico Gasparri con l’obiettivo di comprendere com’è nata la sua idea di fotografia e com’è maturata la volontà di raccontare le sue sensazioni nel primo libro “Chi è il maestro del lupo cattivo?” , relativamente all’oggettivazione sessuale nel mondo pubblicitario utilizzando il metodo iconografico per la descrizione delle immagini. La passione per la fotografia nasce nel 1975 (“un bel giorno i miei mi hanno regalato una macchina fotografica e da lì ho capito di avere una dote, potevo guardare il mondo attraverso le immagini”)

“Caro Servizio Pubblico, sei prezioso ma pericolosamente sessista”

Giulia Pavon

di Giulia Pavon*

Buongiorno, mi chiamo Giulia Pavon, sono una giovane riabilitatrice psichiatrica e psicologa clinica. Vivendo da anni la rabbia e l’umiliazione di vivere in un Paese come il nostro apprezzo enormemente gli sforzi di informazione e in una certa misura di “formazione” che Servizio Pubblico fornisce alla popolazione. Vi scrivo però perché faccio sempre più fatica a sopportare ahimè la prospettiva sessista che questo programma chiaramente abbraccia. A parteGiulia Innocenzi, rara e meravigliosa eccezione, tutti i professionisti di Servizio Pubblicosono maschi (Santoro, Travaglio, Vauro, Dragoni, Ruotolo, ecc). Non metto in dubbio che ci siano dei professionisti donna che lavorano dietro le quinte (conosciamo tutti bene il triste detto: “dietro ogni grande uomo c’è una grande donna”), ma non è sufficiente

Violenza contro le donne e Fabri Fibra: dov’è la vera censura?

di Patrizia Romito*

Breve cronistoria. In aprile, alcuni quotidiani hanno riportato la notizia che il rapper Fabri Fibra (FF) avrebbe cantato al Concertone del Primo maggio, promosso a Roma dai sindacati. I testi di alcune sue canzoni contengono espressioni di grandissima violenza contro le donne (per esempio: “ragazze contattatemi scopatemi…
 non conservatevi, datela a tutti anche ai cani, 
se non me la dai io te la strappo come Pacciani”, oppure “giro in casa con in mano questo uncino, ti ci strappo le ovaie e che c…. me le cucino”!) e contro gli omosessuali. Moltissime donne e non pochi uomini hanno ritenuto che questi testi banalizzino paurosamente la violenza contro le donne e siano fonte di ulteriore sofferenza per le donne che hanno subito direttamente queste violenze e per i loro familiari. Basti pensare ai genitori delle ragazze e ragazzi uccise e sfigurate da Pacciani e dai suoi complici…

Sessismo e Pubblicità, Milano tradisce l’Europa. DonneInQuota crea una rete internazionale: è nata Wecams

Donatella Martini

di Donatella Martini

Sarà  anche vero, per dirla con Lucio Dalla, che Milano è vicina all’Europa. Ma in fatto di pubblicità sessista, e di azioni concrete per ripulire la città  da manifesti e immagini che offendono le donne, Milano e la sua amministrazione sono lontane dalle disposizioni europee in materia».

Donatella Martini, presidente di DonneinQuota, annuncia così la nascita di una coalizione di livello internazionale contro l’uso offensivo e distorto del corpo femminile nei media e in pubblicità

Ico Gasparri: “Ecco perché ho lasciato il tavolo contro la pubblicità sessista”

Di seguito il testo della lettera inviata dal fotografo, che ha anticipato di decenni l’analisi critica della cartellonistica stradale, alle componenti dell’organismo istituito dal Comune di Milano….

 

Bollate ha il suo blog con lode grazie a Sabrina

Un’idea virale per il lavoro di tesi: dalla Bicocca a Bollate

di Sabrina Flisi*

Ho scelto come Laurea magistrale “Teoria e Tecnologia della Comunicazione” (TTC) per la sua particolarità; si tratta infatti di un corso multidisciplinare, dal carattere ibrido, che fonde due ambiti di studio apparentemente molto diversi: la Psicologia e l’Informatica.

In realtà queste due materie si amalgamano bene, e il Corso di Laurea forma persone in grado di muoversi all’interno della Rete, capaci di creare con dimestichezza progetti che sfruttano i mezzi tecnologici (siti Internet, advertisement..), tenendo conto del target di riferimento e delle sue esigenze…

1 marzo 2013: Premio Immagini Amiche, Sala Alessi – Comune di Milano

L’Amministrazione Comunale di Milano e la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità, Francesca Zajczyk, Vi invitano il 1° marzo alla presentazione della III° edizione del Premio Immagini Amiche che si terrà per la prima volta a Milano e che si inserisce nelle iniziative in occasione della Festa delle donne. Il Premio “Immagini Amiche” si ispira alla Risoluzione del Parlamento europeo, votata il 3 settembre 2008, sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne ed uomini…

Milano aderisce alla campagna “Città libere dalla pubblicità offensiva”

Il Comune di Milano ha aderito alla campagna “Città libere dalla pubblicità offensiva” promossa dall’Unione Donne in Italia (Udi) a favore della moratoria delle pubblicità lesive della dignità della donna. La campagna prende impulso dal Parlamento europeo che, tramite la risoluzione n. 2038 del 3 settembre 2008, ha evidenziato come la pubblicità contribuisca ad alimentare e a consolidare gli stereotipi di genere, determinando un impatto negativo sulla parità tra i sessi e come la percezione del corpo femminile in quanto oggetto da “possedere” possa incentivare i comportamenti violenti

“22 anni di immagine della donna nella pubblicità stradale”. Mostra di Ico Gasparri a Milano

“Che tempo che fa” anche in America?

Dalla donna-oggetto alla donna-sentimentale: le tacite regole della tv italiana

di Francesca Brasca

Già nel marzo 1996, la Commissione ONU sulla Condizione delle Donne (CSW –Commission on the Status of Women) aveva identificato le donne e i media come uno dei temi critici da portare all’attenzione del Consiglio, sottolineando come gli stereotipi di genere nelle pubblicità e, più in generale, nei media rappresentassero uno dei principali fattori di ineguaglianza tra uomini e donne. Oggi, in Italia e a poco più di dodici anni di distanza, la situazione è cambiata? Stando alle parole di Lorella Zanardo, autrice del celebre documentario Il Corpo delle Donne (2009), pare proprio di no…

Panorama: i fiduciari deplorano la pubblicazione dei nomi dei redattori collegati alle notizie diffuse sul licenziamento di Paola Ciccioli

Riceviamo dai fiduciari di Panorama, e pubblichiamo:

Ai siti
– donne della realtà
francoabruzzo.it
– articolo 21
Al Fatto quotidiano

Vi trasmetto questo comunicato dei fiduciari di Panorama invitandovi, ai sensi della legge sulla stampa, a darne opportuna pubblicazione sui vostri siti e/o testate. Distinti saluti
Edmondo Rho
Oggetto: DIFFUSIONE NOMI A MEZZO STAMPA, PIENA SOLIDARIETA’ DEI FIDUCIARI DI PANORAMA AI COLLEGHI

Deploriamo con forza la diffusione dei nomi dei colleghi di Panorama inseriti in una mail messa su alcuni siti online e ripresi in un articolo pubblicato martedì 24 aprile da «Il Fatto quotidiano»

Ecco perché Paola Ciccioli è stata cacciata da Panorama: il testo integrale delle mail

Oggetto: da Paola Ciccioli a Roberto Briglia

Gentile direttore, prima di tutto Buon Anno.

Sono vent’anni esatti che lavoro in Mondadori, includendo il periodo della Sbe di corso Europa. Non ho mai bussato alla sua porta, come invece vedo e ho visto fare con sistematicità a molti miei colleghi. Se mi permetto di disturbarla oggi è perché la decisione di Giorgio Mulè, comunicata via mail ai fiduciari di Panorama, di promuovere Antonio Carnevale e Lucia Scajola mi appare come la classica goccia che fa traboccare il vaso. Scusi, ma non trovo al momento metafore più brillanti per esprimerle tutte le mie contrarietà e indignazione. Dopo aver messo all’istante nero su bianco questo sentire ai rappresentanti di testata, e al vice direttore Raffaele Leone, ho cominciato a pensare a una lettera da inviarle. I fatti e le valutazioni da circostanziarle sono talmente tanti, gravi e delicati che rinvio la stesura del “trattatello” a un futuro molto prossimo, limitandomi ora a una semplice mail…

Donne e media: incontro al ministero

Incontro a Roma il 6 marzo, al ministero del Lavoro e del Welfare, tra la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra e il Comitato Immagine Differente, promotore di una proposta di legge per equiparare l’Italia agli altri Paesi europei in materia di donne e media. Del Comitato Immagine Differente, costituito a Milano nel 2010, fanno parte la Cgil e le associazioni Amiche di abcd e DonneInQuota

Lettera a Bruno Manfellotto direttore dell’Espresso

Gentile Dott. Manfellotto,
in risposta alle critiche che alcune donne le fecero su “L’Altra Copertina” del novembre scorso, che mostrava un servizio sull’influenza illustrato da una donna mezza nuda in posizione sexy, lei scrisse:
“Da che mondo è mondo nell’arte, nel cinema, nel teatro, nella poesia l’immagine della donna è sempre segno di serenità e vitalità. Non c’è nulla di cui scandalizzarsi, l’importante è muoversi sempre nell’ambito dell’eleganza, del buon gusto e del rispetto per il mondo femminile. E così mi sembra che sia stato.”
“Sono direttore dell’Espresso da poco un anno e mezzo sono sempre stato molto attento a non strumentalizzare l’immagine femminile: provi a ripercorrere le 75 mie copertine e altrettante “Altra copertina” dell’Espresso e ne avrà la conferma: non si arriva alle dita di una mano.”…

La rete delle donne: una nuova proposta per tutte

Per iniziativa di numerose donne, singole e appartenenti a diverse associazioni, è nato su fb un nuovo gruppo femminile, che si chiama “La rete delle donne”. In questa nota spieghiamo come è nato e perché propone di incontrarsi (il primo incontro, per comodità, sarà nella città di Roma, il 28 gennaio).Certo l’ennesimo “gruppo” non serve a niente e tantomeno l’ennesima “rete” che venga intesa come “alternativa” a qualcosa che già esiste. E allora cosa vogliamo? La CHIAREZZA richiede un po’ di concentrazione, perciò vi chiediamo anche un po’ di pazienza; andiamo per punti…

Natalia Aspesi, regina di cuori

di Fabrizio Ravelli

natalia_aspesi_01Lei che ha conosciuto la povertà, la cronaca nera, i fasti della moda, la guerra, il cammino delle donne, il declinante cattivo gusto, l’arte e la letteratura, i tormenti del cuore di una sterminata platea. E che pure ha il vezzo, lei strepitosa giornalista, di dichiararsi ignorante, smemorata, una che vive alla giornata. In casa, fra librerie colorate, le due scrivanie (una per leggere e una per lavorare) e il bellissimo terrazzo, mostra una sua foto da bambina. «Ero una bambina biondissima, con la frangetta, pettinata come adesso. Quasi bianca di capelli. Che ha avuto una prima infanzia bruttissima, perché a un certo momento ho avuto la pertosse, per cui non camminavo più. Ho avuto un’infanzia senza padre, perché mio papà è morto che io ero molto piccola, e prima era malato quindi non me lo ricordo. Con una mia sorella e la mia mamma, che era una maestra elementare qui a Milano, in periodo fascista. E lei era una delle rare maestre antifasciste, come tutta la sua famiglia. Quindi noi eravamo delle piccole italiane, come tutte, ma magari con una scarpa nera e una marrone, oppure con la gonna sbagliata»…

“Chi è il maestro del lupo cattivo?” Il libro di Ico Gasparri

La donna nella pubblicità stradale. Milano 1990-2011

Il 15 novembre 2011 sarà disponibile Chi è il maestro del lupo cattivo?, libro di Ico Gasparri, artista sociale e fotografo, che arricchisce l’omonimo progetto, partito nel 1990 e costituito da una mostra fotografica itinerante con oltre 70 opere, conferenze e seminari per adulti e studenti e un la­bo­ratorio teatrale. Tutto è dedicato al tema delle radici culturali della violenza sulla donna rintracciabili nella pubblicità stradale. Lo scenario per gli scatti è la città di Milano, ma l’allarme è nazionale.  Il libro fornisce un prezioso strumento di indagine e ap­pro­fon­di­men­to sul tema quanto mai attuale della pessima rap­pre­sen­tazione me­dia­tica della donna nel nostro paese, pur limitandosi al solo capitolo della “comunicazione obbligatoria” della cartellonistica stradale.

Da Lorella Zanardo: “Milano 2011″

Mi scrive stamane una lettrice milanese che la città deve cambiare, che ce la dobbiamo riprendere, che serve un segnale forte. Bene, la prendo in parola.

Chiedo cortesemente al Sindaco Pisapia e ai suoi assessori e assessore che provvedano a rimuovere il manifesto che qui vedete e che ha letteralmente invaso la città. Ieri ad un incrocio c’era un gruppo di ragazzini, direi sui 12 anni, tutti a testa in su a guardare la “patonza”, come ci insegna il Premier, della signorina. Più in là le loro compagne attendevano.
Roma, Firenze e molte altre città si sono già espresse contro le pubblicità mortificanti che infestano i muri delle città, vogliamo adeguarci?
Cosa serve per intervenire velocemente? Laura Albano che ha seguito con Libere Tutte il lavoro della giunta fiorentina che ha deciso il bando di questo tipo di pubblicità, ci può consigliare sull’iter? Le amiche romane?
In questi giorni noi qui a Milano siamo tra due fuochi: la moda che blocca la città con la sua proposizione di donne trasparenti e irreali, e il MiSex con le immagini che vedete…

«Gioco a calcio con amiche lesbiche e so quanto male fa la cattiva informazione sul mondo gay»

di Federica Mariani

Il documentario “Diversamente etero” offre degli spunti di riflessione sul tema dell’omosessualità in televisione. Il filmato nasce dall’interesse di un gruppo di professioniste, tutte dichiaratamente lesbiche, di chiedersi come passi in tv il tema dell’omosessualità. L’evento che ha dato spunto al loro lavoro è stato un bacio tra due concorrenti donne, nell’edizione del Grande Fratello 10. La serata del capodanno 2010 è stata quella in cui per la prima volta due donne, in Italia, si sono baciate davanti alle telecamere…

Cara Rai, vogliamo più donne e più qualità

Lettera di DonneinQuota ai vertici della televisione pubblica, adesioni da associazioni e mondo accademico 

Preso atto

– del Codice Etico sottoscritto dall’azienda

– dei 12 emendamenti introdotti del Contratto di Servizio

– della Risoluzione del Parlamento Europeo del 3 settembre 2008 (2008/2038(INI)) sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini, che estende le proprie raccomandazioni anche alla informazione e programmazione dei grandi media

Considerato

– la relazione annuale AGCOM sull’attività svolta e sui programmi di lavoro del 14 giugno 2011, che evidenzia come nella Comunicazione e nel pluralismo nell’era di internet in Italia sia ancora la tv il veicolo per l’informazione: quasi il 90% nel 2010; seguita dai quotidiani col 61%; e da internet per ora soltanto al 20%. Appreso che “In un secolo in cui l’informazione è potere e la televisione ne rappresenta la forza d’occupazione (AGCOM)” e visto che il potere e la rappresentanza sono ostinatamente squilibrate in Italia in maniera del tutto anomala rispetto al quadro europeo per quanto riguarda la partecipazione femminile…

Video su Siena oscurata dal Tg1: “Ma lei, signora Lei, cosa risponde”?

“Lettera giornaliste Rai a Lorenza Lei. Con postilla finale nostra (di noi donne sconosciute)”. E’ il titolo di un video che mette insieme la lettera di protesta delle giornaliste del Tg1 e il servizio della corsa sui tacchi a spillo mandata in onda dal tg della rete ammiraglia lo stesso giorno in cui ha censurato le donne a Siena

Siena: dalle mobilitazioni spontanee alla rete stabile

di Letizia Mosca

Da Siena si riparte con un movimento che vuole essere il più possibile organizzato, un movimento che vuole occupare la scena politica e “dare inizio a un’agenda delle donne” come è stato detto. Le donne vogliono fare politica, non subirla. Un movimento che nasce da un patto tra donne differenti, tra generazioni. Differenze da accogliere come ricchezza. E’ certamente un percorso da verificare, da modificare strada facendo se davvero la rete vuole essere, come è stato annunciato, inclusiva e aperta…

Foto delle donne a Siena (9-10 luglio)

Se non ora quando un paese per donne (foto di Letizia Mosca)

Striscia l’aggressione

dal Blog di Alessandra Faiella

L’ennesimo atto di stalking nei confronti di Lorella Zanardo, autrice del documentario e del libro Il corpo delle donne, è culminato con un atto che non esito a definire di stampo fascista. Lorella, che è persona politicamente corretta e squisitamente gentile, non avrebbe mai usato questo termine: fascista”, ma dato che, come molti di voi avranno capito, io non sono così corretta (con chi non si merita rispetto), non posso fare a meno di definire in questo modo un agguato vergognoso e volgarmente aggressivo….

Comunicare significa anche rispettare

La pubblicità rispetta l’immagine femminile? Un convegno promosso dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia di Mantova

La Commissione Pari Opportunità della Provincia di Mantova, conformemente agli indirizzi espressi dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 3 settembre 2008 sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini, ritiene fondamentale garantire il rispetto della dignità umana e dell’integrità della persona vigilando affinché il marketing e la pubblicità non comportino discriminazioni dirette e indirette, non contengano messaggi di incitamento all’odio basato su sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale e non includano elementi di approvazione, esaltazione o incitamento alla violenza contro le donne…

Gabanelli: Berlusconi nervoso ormai i fatti parlano chiaro

ROMA – Milena Gabanelli, conduttrice e autrice di Report, sempre sotto pressione nell’era berlusconiana ma forte di ascolti imbattibili per un programma d’inchiesta, dice che avrebbe risposto al premier come ha fatto Gad Lerner. Parola per parola. Ossia, «vada a farsi interrogare dai magistrati», «cafone». Di fronte al mucchio di insulti pronunciati dal premier durante la diretta dell‘Infedele si sarebbe comportata allo stesso modo. Del resto il nervosismo del Cavaliere va capito. «La materia è molto delicata – spiega Gabanelli – . E il racconto sta diventando credibile anche per gli scettici»….

Come tu mi vuoi? Donne a pezzi nell’immaginario di alcuni uomini italiani

Il Consorzio “Vera pelle italiana conciata al vegetale”, basato in Toscana, con lo scopo, si presume, di far conoscere un prodotto artigiano nazionale di grande qualità, ha commissionato al signor Toscani un calendario corredato da fotografie in primo piano di 12 pubi femminili, di donne o di ragazzine: nient’altro che pelle e pelo, anzi, come scrive Toscani stesso nella presentazione del calendario su Internet, 12 “magnifiche tarte au poil” (torte al pelo). Il calendario è stato presentato alla Stazione Leopolda a Firenze, il 13 gennaio, in un “evento” su “La forza della natura. Incontro sulla femmina”, organizzato dal Consorzio in collaborazione con Rolling Stone Magazine e Pitti Immagine, con ospiti d’onore quali Crepet, Sgarbi e Ripa di Meana. Lo Spazio Alcatraz, dove si svolgeva il tutto, era stato allestito per l’occasione con 12 pezzi di pelle attaccati a dei ganci, tra le colonne della sala, per rendere ancora più esplicita l’associazione tra pelle di donne e pelle conciata degli animali…

Gli insulti di Berlusconi all’Infedele

dal Blog di Gad Lerner

Verso la fine della puntata di ieri sera il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha chiamato in diretta L’Infedele producendosi in una raffica di insulti. Poi ha invitato la deputata europea del Pdl, Iva Zanicchi, ad abbandonare lo studio. Ho molto apprezzato la scelta della Zanicchi di non sottostare a quell’imposizione. Ecco il video dell’accadutol’articolo riportato da Repubblica.it…

Donne, non solo madri. Quello che non si può dire in TV

di Paola Leonardi

L’Italia, si sa, è il paese a più bassa natalità del mondo, ma ancora non si può affermare di non aver avuto/voluto figli per scelta, almeno in televisione. L’argomento pare ancora tabù nel nostro paese. Recentemente sono stata invitata in qualità di sociologa e psicoterapeuta alla trasmissione TVLa vita in diretta (lo scorso 5 novembre su Rai 1) per testimoniare l’esperienza mia e di altre 13 donne, raccolte nel libro che ho scritto con Ferdinanda Vigliani, Perché non abbiamo avuto figli. Donne speciali si raccontano, F. Angeli, 2009….

Monica Frassoni, nei primi 100 per «Foreign Policy»

«Io, unica italiana tra i pensatori chiudo l’epoca dei verdi tristi»

MILANO – La prima a essere sorpresa è proprio lei, Monica Frassoni, co-presidente del Partito europeo dei Verdi (eurodeputata fino al 2009), nata a Veracruz (Messico) 47 anni fa, cresciuta a Brescia e, soprattutto, «esplosa» a Bruxelles. La rivista americana Foreign Policy la colloca al trentaduesimo posto nella speciale classifica dei «100 migliori pensatori del mondo per il 2010» («top global thinkers»). Trentaduesima: subito dopo il premier inglese David Cameron. Ma prima dell’economista francese Jacques Attali e del Nobel per la letteratura, lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, in una graduatoria che vede ai primi tre posti, nell’ ordine, Warren Buffett, Bill Gates e il presidente del Fmi, Dominique Strauss-Kahn…

Ossessione Rosy

di Natalia Aspesi
L’altra sera a “L’infedele“, Gad Lerner indagava sul perchè il premier ce l’abbia tanto con l’aspetto di Rosy Bindi, e insieme non ne sono venuti a capo. Ma la risposta è semplice: perchè pur essendo lei molto intelligente (soprattutto per un politico), informata come nessuno, di pronta risposta, placida e sorridente, praticamente imbattibile, (l’altra sera a “Otto e mezzo” ha steso secco il pur zelante Rossella), non è brutta! 59 anni, quindi di 15 anni più giovane del suo detrattore, assomiglia a milioni di sue coetanee che hanno altro da pensare che tirarsi, tingersi, imbalconirsi, far diete, portare tacchi e scosciarsi. Sono le donne rassicuranti di famiglia, fisicamente piacevoli per quello che sono insostituibili e perciò molto amate, ricche di esperienza e saggezza per i ruoli che svolgono, di casalinga, di maestra, di ingegnere, di sindaco, di presidente di partito: aspirassero alla vita di escort, o di ballerina classica, o di cineseduttrice, ci sarebbe qualche problemino, oltre l’età. Per fortuna, non è il caso del 99% delle donne…

La maternità over 50 fa scandalo

di Caterina Pasolini

“Io ho 15 anni, mia madre 73. Detto così sembra una follia ma dovreste vederla e viverle accanto tutti i giorni. A quel punto chiamarla mamma nonna vi suonerebbe ridicolo nonostante le rughe che non nasconde. Perché quella pigra e stanca in casa sono io, lei tiene in riga tutta la famiglia. Altro che nonna, noi la chiamiamo il carabiniere tanto ci fa filare e scomandazza tutti”.

Claudia, un’adolescente dal sorriso aperto, gambe chilometriche e occhi chiari, ha i modi diretti di chi non ha paura della verità e sembra infischiarsene dei pregiudizi. Nel villino a due piani alle porte di Napoli, costruito dal padre con i risparmi di una vita da autotrasportatore, racconta la sua storia di straordinaria quotidianità. Nata da una tragedia familiare e dall’amore. Figlia della scienza e della forza di volontà di Maria, un metro e mezzo di grinta in sette decenni di volontà passati a faticare sempre, “perché a noi che abbiamo vissuto la guerra non ci ferma niente anche se non conosciamo i paroloni: io ho fatto solo la quinta elementare perché a dieci anni lavoravo come sarta per aiutare i miei fratelli, ma pur di stringere di nuovo tra le braccia un bambino dopo aver perso mio figlio, avrei fatto di tutto”….

I siti post-femministi delle Signore della Rete

di Elena Stancanelli

Jezebel.com è un sito post-femminista, secondo la definizione che la sua redazione, composta di sole donne, dà di se stessa. Nato all’interno diGawker.com, paradiso del gossip chic newyorchese, Jezebel si occupa di celebrità, moda e sesso, sempre declinate al femminile. Ha una rubrica con la quale incita i lettori, più o meno un milione e mezzo di persone, a denunciare gli orrori di photoshop sulle riviste, articoli che spiegano come usare al meglio i sex toys e inchieste sul valore erotico del sudore degli uomini. Ma non è affatto la sciocchezza totale che verrebbe da credere. O meglio: è filosoficamente sciocco, scientemente leggerissimo e mondano, molto molto post-femminista. Che cosa sia esattamente il post femminismo americano è difficile stabilirlo. Molte cose insieme…

Guarda cosa si inventa una donna

Ho letto nelle pagine di Cultura dell’Unità un articolo davvero sorprendente. Lo firma Silvia Santirosi che fa riemergere dall’oblio una «perla» di Gesualdo Bufalino, tratta dalla raccolta di articoli “La luna e il lutto” (Sellerio, 1998). Lo scrittore e poeta siciliano traduce la “lettera” di una donna al marito emigrato in Germania. Entrambi sono analfabeti e per comunicare usano disegni e numeri. Struggente e meravigliosa. (p.c.)

Sicilia, 1973. Lettera di una analfabeta

di Silvia Santirosi, L’Unità del 31 luglio
Capita di sfogliare testi ormai fuori catalogo da tempo, per caso fortuito o per la segnalazione di qualcuno, e di scoprire delle vere e proprie perle. Come quando scorrendo tra le pagine de La luce e il lutto (Sellerio, 1998) una raccolta di articoli scritti da Gesualdo Bufalino fra il 1982 e il 1987 per quotidiani e periodici, ci si imbatte in una lettera tutta particolare….

«L’Italia sana deve dire basta»: El Paìs intervista Milena Gabanelli

La giornalista lancia un accorato appello all’Italia migliore sul problema della legalità. «L’opposizione è inesistente e il popolo si fa sentire poco. C’è chi delinque, chi evade – dice la giornalista di Report – ma anche chi vede e non dice nulla»

di Miguel Mora *

Milena Gabanelli è una delle grandi giornaliste investigative italiane. Nata nel 1956 in un paesino della Brianza, vicino a Milano, lavorava come venditrice di mobili, ma si laureò in Storia del Cinema ed entrò alla Rai. Oggi, è la giornalista più querelata del Paese, nonostante non abbia perso una sola delle quasi 40 cause accumulate, per un valore di circa 300 milioni di euro. Milena Gabanelli è, oggi, lo spauracchio degli amministratori pubblici e degli amministratori delegati delle imprese italiane. «Secondo me, ha avuto un peso rilevante Andrea della Valle, proprietario di Tod’s; il mio nome compare nei suoi consigli di amministrazione almeno tre volte alla settimana», spiega. E che cosa dicono? «Avete visto che cosa ha detto domenica quella troia della Gabanelli?»…

Reggiseno e négligé, le foto osé delle deputate ceche

La polemica – Il calendario ha scandalizzato il Paese. Tra le modelle, la vice presidente della Camera. Accusate di proporre vecchi stereotipi, le donne si difendono: «Così siamo libere»

di Maria Serena Natale
BERLINO — Picconatrici con lo stiletto, ennesimo equivoco sulla mercificazione del corpo o ironica rivincita delle belle-e-intelligenti? Il calendario delle deputate pin-up accende l’estate in Repubblica Ceca — il Paese dell’ex premier Topolánek, abituato agli scatti osé. Il partito di centrodestra Affari pubblici, una delle rivelazioni delle elezioni politiche dello scorso maggio, ha lanciato sul mercato un calendario che ritrae le sue donne in pose provocanti, i cui proventi saranno devoluti a un ospedale pediatrico. Le foto sono in bianco e nero, le signore, alcune deputate, disinvolte e sorridenti…

Dunja Mijatovic (Osce): “No alla legge bavaglio”

Intercettazioni, bocciatura senza appello dall’Osce

L’Osce contro il Ddl intercettazioni: il provvedimento segna una tendenza alla criminalizzazione del lavoro dei giornalisti. L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) chiede pubblicamente all’Italia di non approvare il testo licenziato dal Senato lo scorso 10 giugno. Nel caso lo si voglia comunque approvare sono indispensabili degli emendamenti, affinché la nuova legge possa essere in linea con gli standard internazionali in materia di libertà di espressione e con l’attività portata avanti dall’Osce. La raccomandazione si legge in una nota pubblicata online sul sito dell’organizzazione ed è a firma di Dunja Mijatovic, delegata per la libertà dei media. “Sono preoccupata – spiega la Mijatovic – che il Senato, nonostante i diversi ammonimenti da parte del mio ufficio, abbia approvato un testo che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia…

Lidia Ravera: I have a dream

Ha sognato che non c’era più Berlusconi. Non ricordo se era serenamente dipartito o era stato democraticamente “pensionato”. Certo non c’era stato nulla di violento. È da un pezzo che non sogno più la rivoluzione. Il nuovo ordine non rifletteva un mutamento radicale. È da un pezzo che non sogno più il socialismo. Era, l’Italia in cui vivevo, un Paese Normale. I due rami del Parlamento promulgavano discutevano e poi votavano leggi che riguardavano la vita dei cittadini: salari e ammortizzatori sociali, criteri di tassazione progressiva, servizi, beni comuni, difesa dell’ambiente, diritti civili, misure per aiutare i cittadini a superare gli effetti della crisi economica mondiale, regolarizzazione dei lavoratori immigrati…

Iran, censura contro il film su Neda

Un anno fa Neda Agha-Soltan è diventata un simbolo della protesta antigovernativa a Teheran quando è stata uccisa durante una manifestazione. Oggi, a quasi un anno dalla sua morte, il film documentario prodotto dall’americana HBO su Neda è stato boicottato dalle autorità iraniane che hanno fatto ricorso ad interferenze nelle trasmissioni satellitari e a tagli dell’energia elettrica per impedire alla popolazione di Teheran di vederlo…

Isabella Ferrari: “Voglio fare la rivoluzione”

isabella-ferrari-06-12L’attrice: “Siamo il paese meno credibile del mondo. È il momento di reagire, basta con i sofismi e le vigliaccherie: l’arte non può servire il potere”.

di Malcom Pagani – da il Fatto Quotidiano del 28 maggio ’10

Gli occhiali non sono uno schermo. Proteggersi è vano. “Guarda, Isabella Ferrari”. Lei cammina a braccia conserte, saluta. La mano è un ventaglio. Il passato, uno scrigno da aprire con prudenza: “Raccontare è difficile, descriversi faticoso. Forse inutile”. Roma, pomeriggio inoltrato. Scirocco, caldo africano, ambulanze, caos. Solide facciate pastello di palazzi apparentemente immutabili. “Cambia tutto invece, noi per primi”…

Addio alle giornaliste in trincea

Le donne del TG. Ruolo di primo piano per il vicedirettore Petruni. Alle 20 arriva la giovane Chimenti. Finisce l’era delle «movimentiste», battagliere anche in riunione

di Paolo ContiCorriere della Sera 22 maggio 2010

Qualsiasi lettura sessista delle vicende di un’azienda di comunicazione come la Rai è sicuramente odiosa e incongrua. Ma Maria Luisa Busi lascia il Tg1 delle 20 e il notiziario ammiraglio della tv pubblica cambia definitivamente pelle. Senza sopravvalutare il peso e il ruolo di un «volto» (per ricorrere all’espressione utilizzata dalla stessa Busi come sostituto della firma nel giornalismo televisivo) il telegiornale di Augusto Minzolini non sarà mai più quello di prima…

Su City intervista a Teresa Vergalli, partigiana: «Eravamo “eroine”, e non lo sapevamo»

di Elena Tebano
da City del 23 aprile 2010

Maestra in pensione,Teresa Vergalli è una bella signora di 83 anni. Quando ne aveva 16 sfidava i posti di blocco fascisti e nazisti, disarmata: era una staffetta partigiana.
Com’è che una ragazzina di 16 anni inizia a fare la guerra?
Di nascosto da mia madre e mio padre, che pure era un partigiano, ma non voleva: sapeva quali rischi avrei corso…

“Il femminismo non ha liberato le donne” dice Susanna Tamaro. Si apre il dibattito sulle pagine del Corriere della Sera

Le ragazze italiane, le nostre figlie, sono meno libere di quanto fossimo noi vent’anni fa? Hanno minori possibilità di scelta nella vita di tutti i giorni e modelli femminili insufficienti a indicare loro una strada? E in Italia le battaglie femministe hanno fallito nel conquistare diritti ottenuti invece in altri Paesi democratici, come la condivisione degli impegni domestici in famiglia e gli asili nido, una parità effettiva sul lavoro e un maggiore peso nella politica attiva? Il dibattito è partito da un intervento di Susanna Tamaro sul Corriere della Sera di sabato 17 aprile. A cui risponde oggi con un commento Maria Laura Rodotà. Ve li proponiamo…

Le donne della realtà ci sono in TV

di Wally Festini
Ci sono nella RAI. Ci sono ma sono nascoste. Per vederle bisogna essere pensionate (o casalinghe non indaffarate) e fare la cyclette nel pomeriggio. Quindi niente giovani, niente persone che lavorano e neppure pensionati e pensionate tra l’audience.
Qualcuno arriccia il naso sulla TV del pomeriggio: ricongiunzioni famigliari, disgrazie, lavori inusuali, vite complicate. Le trasmissioni, è vero, hanno la lacrima facile. Inoltre i conduttori, tanto per non perdere punti di share, mescolano le donne della realtà con le stelle televisive. Bella forza parlare di extracomunitarie accostando la badante alla conduttrice televisiva di successo. Oppure cercano di presentare le donne della realtà come fenomeni da baraccone….

Napolitano: Dignità della donna disprezzata nei media

“E’ importante che si ponga un argine a questo dilagare della tendenza alla sottovalutazione o all’aperto disprezzo della dignità femminile, educando fin dall’infanzia i giovani al rispetto delle donne, le ragazze a pretenderlo e ancor di più i ragazzi a esprimerlo”. Lo ha affermato Giorgio Napolitano in un messaggio al Presidente del Comitato per le Pari Opportunità, Mirella Ferlazzo in occasione di un convegno sui media.

NAPOLITANO: DONNA OGGETTO PORTA VIOLENZA. PORRE ARGINE A DISPREZZO DIGNITA’ FEMMINILE(ANSA) – ROMA, 15 APR – “Uno stile di comunicazione che offende le donne ne può offrire un contesto favorevole per atti di violenza”, ha detto Napolitano. Il presidente della Repubblica è intervenuto con un messaggio al convegno “Donne in Tv e nei media”. Napolitano ha sottolineato che bisogna “porre argine all’immagine di una donna ornamentale, vista come un bene di consumo, che ha alla base un evidente disprezzo della dignità femminile”….

Da un anno mia sorella è… «quella nelle foto»

di Ilaria Carosi

Il 6 aprile 2009 mia sorella è diventata quella sulle fotografie. Quella che ci sorride senza poter rispondere. Quella a cui si possono regalare solo fiori perché i cioccolatini non li mangia più. Io per molti sono diventata la sorella di Claudia, qualcuno mi ferma e me lo chiede titubante, quasi avesse paura di disturbare, quasi temesse una mia reazione di stizza in questa perdita di identità che invece mi dà un senso di piacere. Tanto stordita ci sono lo stesso…

Le Donne della Televisione – un articolo di Wally Festini

Mettiamoci dal punto di vista maschile: la bellezza e l’immagine sono tutto. Allora le donne rappresentate in TV si dividono in 3 categorie: le divine,  le gradevoli, le donnedellarealtà.

LE DIVINE sono già dotate di carrozzeria superlativa da Madre Natura. Quelle gambe chilometriche non te le confeziona certo il chirurgo estetico. Sono giovanissime e i nuovi modelli spiano già da dietro le quinte. Possiamo pensare che il volto perfetto sia la bellezza dell’asino. Ma le tette no. Le tette il fascinoso chirurgo le ha staccate da un corpo più tozzo e più prosperoso e gliele ha incollate al posto giusto. Belle sì, eccessive sempre. A pensar male vengono in mente le stravaganze delle trans, con rispetto per loro. Ma forse è tutta invidia.  Che poi le divine farebbero la loro bella figura anche con un abito dei grandi magazzini. Invece no. Abiti da sera luccicanti e colorati sembrano fatti di proposito per sottolineare le loro grazie. E  pencolano pure sui tacchi a spillo…

Elvira Dones su la Repubblica parla in nome delle belle ragazze albanesi: “Signor Berlusconi, basta battutacce”

elvira donesda la Repubblica del 15 febbraio 2010

La lettera. Elvira Dones, scrittrice e giornalista albanese replica alla battuta di Berlusconi

“Quelle donne le ho incontrate. Mi hanno raccontato le loro vite violate, strozzate, devastate”

In nome delle belle ragazze albanesi

“Signor Berlusconi, basta battutacce”

Token show

di Chiara Volpato

Annozero, giovedì 7 gennaio 2010.  In studio, intorno a Santoro cinque uomini (Castelli, Mentana, Travaglio, Vauro, Vendola) e una donna (Alba Parietti). Una perfetta situazione di tokenism. Quando due gruppi sono fortemente asimmetrici nei rapporti di potere, scegliere un rappresentante del gruppo debole e farlo sedere tra gli eletti serve a mostrare apertura mentale, paternalistica disponibilità verso l’altro, ma soprattutto serve a lasciare inalterato lo status quo. Il prescelto diventa un token, illusorio simbolo di una possibile ascesa sociale, mero specchietto per le allodole. Il token/alibi ha una funzione precisa: salvaguardare lo stato di cose esistenti togliendo forza alle voci di protesta: non è vero che nei talk show le donne non hanno voce, sono rappresentate da Alba Parietti…

Ma che c’entrava Alba Parietti ad Annozero?

Sandra Covre, che fa parte del gruppo  Donne della realtà, dopo aver assistito all’ultima puntata di Annozero, ci ha mandato questa mail, che volentieri pubblichiamo.

Giovedì sera, ho visto tutto Annozero assieme a mia figlia (26 anni) ed entrambe abbiamo continuato, per tutto il tempo, ed ancora la mattina dopo – quindi a freddo – a chiederci il senso della presenza di Alba Parietti. Premetto che non eravamo prevenute, anzi: l’idea che, assieme a Nichi Vendola, Travaglio, l’ex ministro Castelli e Mentana fosse stata invitata una donna soubrette poteva essere un’ottima scelta. È intervenuta due volte, dicendo due cose di una banalità mortificante, tra l’altro a seguito di ragionamenti articolati in una forma splendida da parte di Vendola, ma a giudicare da come l’occhio della telecamera si concentrava sui particolari del viso, i capelli, labbra, gambe, pochi prestavano attenzione ai contenuti…

Belle (e brave): la grande carica delle Telegiornaliste

Il critico televisivo del Corriere della sera commenta il richiamo fatto dalla sottosegretaria inglese alle Pari Opportunità (che lui chiama sottosegretario, al maschile) alla Bbc: la rete tv, infatti, preferirebbe mandare in video giornaliste più giovani e gradevoli di aspetto, emarginando di fatto quelle più esperte e mature. Cosa farebbe, povera sottosegretaria, se fosse in Italia? Una domanda del genere Aldo Grasso la pone alla nostra ministra Mara Carfagna (che il critico ovviamente chiama ministro, al maschile). E il tema della competenza che nei luoghi di lavoro viene a volte mortificata per dare spazio ad altre qualità, per esempio l’aspetto fisico, è tutto aperto e da affrontare…

Roberto Castelli a Concita De Gregorio: “Dimostri che non è una prostituta…”

Una giornalista donna che argomenta le proprie posizioni, un politico che in diretta tv si rivolge a lei con una frase del tipo: «E se le dessero della prostituta?». É successo martedì sera durante la trasmissione di Rai2 Ballarò. Vi proponiamo la registrazione dell’intervento della direttrice dell’Unità Concita De Gregorio, alle prese con le “argomentazioni” provocatorie del vice ministro Roberto Castelli.

Si tratta, a nostro parere, di un nuovo esempio della distorsione dell’immagine delle donne e della violenza verbale che viene troppo spesso esercitata su di loro sui media e persino nelle tv del servizio pubblico. Un episodio che va al di là della stessa De Gregorio, e che non perde il suo valore e il suo impatto negativi sul pubblico con le goffe scuse successive di Castelli…

E adesso basta con la tv che degrada le donne – Gabriella Cims su Italia oggi

Ripubblichiamo l’intervento su Italia Oggi di Gabriella Cims, responsabile dell’Osservatorio sulla direttiva europea per le tv del Ministero delle comunicazioni. Donne della realtà ha aderito e rilanciato la sua proposta di sostenere  modifiche al “Contratto di servizio pubblico radiotelevisivo” per valorizzare la “dignità umana, culturale e professionale” delle donne. Finora Italia Oggi è stato l’unico quotidiano italiano ad aver pubblicato l’appello della Cims.

Si potrebbe evitare di condire ogni trasmissione tv con un pezzo di carne di donna. Perché è di questo che si tratta…

Da City – Le donne italiane non ne possono più

CHIARA VOLPATO Insegna psicologia sociale all’università di Milano-Bicocca. Un suo articolo sul New York Times ha fatto il giro del mondo: sostiene che le italiane sono pronte a scendere in piazza. Professoressa Volpato, perché le donne italiane dovrebbero protestare? Il modo in cui la classe dirigente italiana le tratta non ha uguali nelle democrazie occidentali. Anzi, in una democrazia non è tollerabile. Si riferisce all’imprenditore che ha confessato di aver pagato donne per far sesso con il premier Silvio Berlusconi e un politico locale del Pd, per ottenerne i favori?
Mi riferisco a quello, alle cosiddette veline in politica, alle donne che tuttora compaiono in tv svestite e mute, accanto a uomini vestiti, più anziani e parlanti…

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