di Amélie Nothomb
Il 21 febbraio 2023 uscirà in Italia, edito da Voland, Il libro delle sorelle – titolo originale Le livre des soeurs (qui) – dell‘amatissima scrittrice belga Amélie Nothomb che il 23 e il 24 febbraio parteciperà a due incontri a Napoli e a Firenze: noi la seguiremo nei nostri canali social e vi daremo tutte le coordinate. Intanto le confermiamo la nostra ammirazione con questo breve estratto da Metafisica dei tubi (qui) in cui descrive magistralmente la propria ripulsa verso la discriminazione.

Gattino e “Metafisica dei Tubi” (titolo originale Métaphysique des tubes”) è uscito in Italia nel 2002 per Voland, la casa editrice che pubblica in italiano tutti i libri di Amélie Nothomb, tradotta in tutto il mondo. La foto è di Paola Ciccioli.
Maggio iniziò bene.
Le azalee attorno al Laghetto Verde esplosero di fiori come se una scintilla avesse dato fuoco alle polveri, tutta la montagna ne fu contagiata. Ormai nuotavo in mezzo al rosa acceso.
Di giorno la temperatura non scendeva mai sotto i venti gradi: l’Eden. Stavo quasi per pensare che maggio fosse un mese eccellente, quando scoppiò lo scandalo: i genitori piantarono in giardino un palo in cima al quale sventolava, come una bandiera, un grande pesce di carta rossa che schioccava al vento.
Chiesi che cosa fosse. Mi spiegarono che era una carpa in onore di maggio, il mese dei ragazzi. Dissi che non vedevo il nesso. Mi fu risposto che la carpa era il simbolo dei ragazzi e che questo tipo di effigie pescosa veniva innalzato nelle dimore delle famiglie con un figlio di sesso maschile.
– E qual è il mese delle ragazze? – indagai.
– Non esiste.
Rimasi senza parole. Che ingiustizia era mai questa?
Hugo e mio fratello mi guardarono con aria beffarda.
– E perché una carpa per un ragazzo? – chiesi ancora.
– E perché i bambini chiedono sempre perché? – mi fu ribattuto.
Andai via offesa, certa della pertinenza della mia domanda.
Avevo ovviamente già notato una differenza sessuale ma la cosa non mi aveva mai turbato. C’erano molte differenze sulla terra: i Giapponesi e i Belgi (credevo che tutti i Bianchi fossero belgi tranne me, ritenendomi io giapponese), i piccoli e i grandi, i buoni e i cattivi, ecc. Mi sembrava che donna o uomo fosse semplicemente un’altra opposizione. Per la prima volta, ebbi il sospetto che sotto ci fosse ben altro.
Mi piazzai sotto il palo del giardino e mi misi a osservare la carpa. In che modo questo pesce evocava mio fratello più di me? E per quale motivo la mascolinità era così formidabile da consacrargli una bandiera e un mese e addirittura un mese di dolcezza e azalee? Mentre non si dedicava nemmeno uno stemmino, neanche un giorno alla femminilità?
Diedi un calcio al palo, il quale non reagì in nessun modo. Non ero più tanto sicura che maggio mi piacesse. Inoltre i ciliegi del Giappone erano sfioriti: sembrava esserci stato un autunno di primavera. Era appassita una freschezza che non avevo visto rinascere due cespugli più in là.
Maggio meritava proprio di essere il mese dei ragazzi: era un mese di declino.
(A cura di Paola Ciccioli)
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