La Pietra dove inciampa la sensibilità

di Paola Ciccioli

#GiornodellaMemoria

Fotoriproduzione da schermata di Paola Ciccioli

La sapienza delle bambine e dei bambini è Maestra, anche quando si tratta di comprendere il significato profondo del fare Memoria.

Questo disegno è stato fatto da un bambino autistico che ha partecipato con la sua classe, in Toscana, a un percorso didattico sulla deportazione degli ebrei e degli antifascisti e sulle pietre d’inciampo che li ricordano. Nessuno di noi avrebbe saputo fare di meglio, lo ha sottolineato la presidente dell’Associazione Figli della Shoah, Daniela Dana Tedeschi, che ha mostrato il disegno su un grande schermo il 18 gennaio scorso, durante il seminario promosso dal dipartimento di Pedagogia dell’Università Cattolica di Milano, diretto dalla prof Milena Santerini, e al quale anch’io ho partecipato (qui).

Di seguito una parte del testo della lettera della insegnante del piccolo artista della Memoria:

«Il giorno della consegna mi ha portato un suo fumetto. Sono rimasta senza parole, mi è sembrata un’immagine potente e al tempo stesso poetica, ha saputo usare un tono lieve, struggente, perfino ironico per un tema micidiale. Siamo per strada, due bambini giocano davanti a casa. È la casa da cui è stato portato via un deportato, vediamo in primo piano una Pietra d’inciampo. I bambini giocano, una farfalla vola. Accanto a loro, partecipe dei giochi e sorridente, la figura del deportato – è assente e presente allo stesso tempo, disegnato in trasparenza – porta la stella come simbolo di riconoscimento. È con loro: deportato eppure è tornato a casa, ucciso eppure vive. Un paradosso, un desiderio, una speranza. Un modo di ricordare diverso eppure e efficace e persistente. Ci tenevo a raccontarlo, per me è stato consolatorio da tanti punti di vista».

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