di ANPI – Dongo*
Vilma Conti Salice, la staffetta Partigiana, è andata OLTRE. È stata una colonna portante dell’antifascismo comasco. Ha condiviso la sua Memoria, vivace e ricca, con tante generazioni, nelle scuole dove incontrava con entusiasmo i giovani.

La luce del cielo e del lago, le rose, tanta gente commossa e la musica della banda per Vilma Conti nel sagrato della chiesa di San Vincenzo di Gravedona (Como) dove si è svolta la funzione religiosa dopo l’omaggio pubblico nel cortile dell’abitazione della partigiana scomparsa l’11 agosto 2022 all’età di 93 anni (Foto di Paola Ciccioli).
La sua presenza, nei luoghi dove ricordiamo il sacrificio dei partigiani, dava valore e significato alla Memoria. Senza retorica, con voce gentile e decisa, com’era la sua bella persona, trasmetteva pensieri maturati nella sua vita di staffetta partigiana. Lei, una ragazzina cresciuta in una famiglia di convinti antifascisti, che aveva maturato la sua scelta e aveva deciso da che parte stare: quella della libertà.
Giovanissima saliva sui monti dell’Alto lago per consegnare lettere e messaggi ai Resistenti. Di lei si fidavano: tra tutti il commissario politico Enrico Caronti. Il coraggio di Vilma era quello di vincere la paura. Come quando, sola, in bicicletta raggiunse il padre, partigiano, detenuto nelle carceri di Como.
Questa forza conservò anche nella sua professione a guerra finita. Quante donne aiutò a partorire la levatrice Vilma, raggiungendo anche in piena notte i paesi della valle.
Amante della Vita buona e giusta.
ANPI Dongo la saluta con immensa gratitudine e riconoscenza per gli ideali in cui ha creduto e per la sua testimonianza. Andremo avanti con un grande vuoto.
Bella ciao Vilma!
*Questo è il discorso con cui la sezione ANPI di Dongo ha salutato la sua Maestra di impegno e Memoria. Alla stesura del testo hanno partecipato gli iscritti e la lettura, dopo la messa officiata da don Roberto Vaccari, è stata affidata dalla presidente Daniela Poncia a Teodolinda Piccinini.
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«Abbiamo fatto l’Italia, che non c’era. C’era l’Italia fascista, adesso c’è l’Italia. Punto» (vedi qui).
Quando ho letto sulla pagina dell’Anpi Dongo che nel pomeriggio si sarebbero tenuti a Gravedona i funerali di Vilma Conti – un nome che su lago di Como significa Resistenza – ho preso l’aliscafo e sono andata sull’altra sponda del Lario.
Al molo, mentre scendevo dalla passerella, ho sentito una campana suonare nel silenzio. Arrivava da un punto piuttosto lontano, alla mia sinistra, dove ho scorto un campanile: ho capito che quella doveva essere la chiesa di San Vincenzo dove – avevo letto – si sarebbe tenuta la funzione religiosa.
Era il 13 agosto e c’era quella luce di certi giorni qui sul lago, quando sembra che ogni cosa risplenda di bellezza.
Camminando verso la chiesa, prima ho avvertito il silenzio: non una macchina, un motorino, un clacson, niente. E poi, un passo dopo l’altro, ho lasciato che fossero le note di una banda a guidarmi. Così sono arrivata nel cortile della casa dove la staffetta partigiana Vilma Conti ha vissuto fino a 93 anni da “custode dei valori della Costituzione” (Paola Ciccioli sul suo profilo Facebook).
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