Testo e foto di Paola Ciccioli
Diario dal confine dell’umanità.

Domenica, 31 luglio 2022.
«Era buono e tranquillo, insieme alla sua famiglia era perfettamente integrato, non ha mai dato alcun problema. Ha chiesto aiuto solo due volte ai servizi sociali… ma niente altro. Era orgoglioso e voleva essere indipendente per provvedere alla sua famiglia».
Ho letto queste parole della sindaca di San Severino Marche, Rosa Piermattei, sul quotidiano online Cronache Maceratesi (qui l’intero articolo).
Sono certa che il Comune marchigiano, la Caritas, le istituzioni scolastiche aiuteranno Charity Oriachi, la vedova di Alika Ogorchukwu, ucciso venerdì a Civitanova, e il loro bambino di 8 anni.
Sono altrettanto certa, però, che quell’orfano con la pelle nera abbia assoluto bisogno di un atto riparatorio pubblico, che lo aiuti a crescere nonostante le immagini che porterà per sempre negli occhi del corpo di suo padre sotto un lenzuolo lungo la strada.
Aiuti e sostegno economico sono necessari. Indispensabile è la dignità, il rispetto di chi ci vive accanto. La sindaca di San Severino Marche indossi la fascia tricolore, prenda per mano questo piccolo cittadino senza diritti, tenga lontani chiasso e opportunismi politici, proclami il lutto nella sua bella città e, così facendo, consoli la famiglia ferita e chiunque creda nell’umanità.
Sabato 30 luglio, ore 18.
Unisco la mia voce a quella di chi ha chiesto il lutto cittadino a Civitanova e a San Severino Marche (leggi qui).
I sindaci coinvolgano cittadine e cittadini perché un uomo inerme e disabile è stato massacrato per strada, perché la sua vedova e il loro bambino possano – almeno per un giorno – sentire sulla propria pelle lo sguardo del rispetto.
Sabato 30 luglio, ore 13,05.
Se l’indignazione, la protesta e il cordoglio per l’omicidio di Civitanova Marche sono sinceri, le nostre parole non dovrebbero essere la didascalia di quelle immagini barbare. Evitiamo di diffonderle.
Sabato 30 luglio, ore 13,37.
«La Regione Marche chiederà di costituirsi parte civile nel procedimento che si aprirà, per difendere l’identità, i valori e l’immagine dei marchigiani e delle Marche».
Queste le parole lanciate su Twitter da Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche (qui il testo completo).
Dunque l’eventuale costituzione di parte civile nel processo a carico dell’omicida di Civitanova Marche dovrebbe basarsi sulla difesa dell’onore dei marchigiani e non della famiglia dell’uomo massacrato, di sua moglie e del suo bambimo nato in Italia e residente a San Severino Marche?
In quale codice etico, prima ancora che di procedura penale, è prevista una cosa del genere?
Sabato 30 luglio, ore 00,04.
Dolore per Alika Ogorchukwu: nessuno e per nessuna ragione dovrebbe morire come è morto lui oggi a Civitanova Marche.
Ucciso mentre la gente filmava, tra le vetrine e il mare, da Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo.
Pietà per una città e una regione che dovrebbero tornare a risplendere della loro bellezza non solo paesaggistica, ma soprattutto umana.
(Dalla pagina Facebook della coordinatrice del blog, dove si possono leggere anche i numerosi commenti.)
#donnedellarealtà #donnedellarealtàblog #donnedellarealtàeditrice
Anch’io mi unisco al cordoglio per la famiglia di Alika, uomo onesto e libero, ammazzato da un essere dis-umano che ha perso la bellezza della nascita umana che uguale per tutti.
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La città adotti questa famiglia fino al suo dignitoso inserimento sociale e lavorativo. La legge individui i presenti all’orribile gesto impegnati a guardare e a filmare. È mancanza di soccorso! Una bella lezione potrebbe servire per il futuro per tutti. Lo Stato e la Chiesa parlino con i fatti. Temo che non succederà nulla. Ci sarà un poco di carità / detersivo e poi guarderemo altrove.
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