«Una grande notizia: mi hanno tolto l’ossigeno»

Testo e foto di Maria Grazia Nichetti

Un mese di sofferenze causate dal Coronavirus, di ansie per il marito contagiato e solo a casa, di coraggio, di commozione e calore arrivati in ospedale attraverso i contatti telefonici con i figli, di fiducia ed empatia con i medici, di solidarietà con le altre pazienti. Si conclude il racconto della psicologa milanese che ha generosamente messo a disposizione di tutte/i gli appunti su come ha vissuto personalmente la malattia che ha infettato la terra.

Qui le prime due parti: «Tutto è iniziato con un raffreddore», il diario dal Covid di Maria Grazia Nichetti e «La notte mi assale l’emozione: e se ricoverano anche Andrea?».

Ecco, tutto è pronto per tornare a casa.

19 novembre, sfebbrata. Pressione 110/70, 98 saturazione /70. Ieri sera poi non mi hanno dato le gocce, perché non prescritte dal medico, quando incontri infermiere giovani, non si prendono la responsabilità di dartele se non sono state prescritte anche se dico che il dottore era d’accordo. Ma non le hanno scritte nel mansionario, così anche alla signora M. non vengono date, per la stessa ragione. Alle 3 la signora M. comincia ad agitarsi, ha ansia, chiama, le sembra di non respirare, provoca un po’ di trambusto e poi alle 4 chiama di nuovo per la padella e così ci sono un po’ di interruzioni al mio ricercato sonno.

Al solito giro dei medici scherziamo con il dottor Pelucchi e la dottoressa Caimi, dicono che la situazione va bene, infatti ormai mi fanno solo cortisone per bocca ed eparina. Il dottore informa la dottoressa che non mi voglio spostare perché mi trovo bene qui, sì, preciso, anche se sono contenta di passare alla convalescenza, dicono che ho lavorato bene e io aggiungo che anche loro sono stati bravi a curarmi, diciamo che c’è stata una collaborazione positiva in sinergia e si ride insieme. Oggi però non ci sarà ancora lo spostamento perché non ci sono posti liberi: mi metto tranquilla… Andrea: andato a fare la visita a Villa Marelli con ecocardiogramma, radiografia ai polmoni (leggera polmonite a sinistra in basso), prelievo arterioso e venoso e poi il medico gli ha detto di continuare la cura già in atto e gli dà appuntamento per l’indomani alle 12 per leggere insieme gli esiti e vedere come proseguire.

20 novembre, pressione 115/60, 99/70 saturazione, sfebbrata, ho preso la vitamina D che mi sono fatta portare da casa, fatto prelievo venoso alle 6 e lastra ai polmoni in mattinata. Una grande notizia: il dottor Pelucchi, visto che stavo bene e la saturazione era a 100, mi ha tolto l’ossigeno. Sono andata a fare la lastra senza, e ora mi sono mossa un po’ nella stanza, su e giù e non sento per nulla affanno particolare. Che bello, mi sembra di rinascere un’altra volta! Solo pochi giorni fa pensavo molto lontano ancora questo momento.


Primo starnuto “serio” senza ossigeno. Verso le 11,30 mi avvertono che andrò a Villa Igea, di prepararmi perché fra poco ci sarà lo spostamento… oddio, la mia preoccupazione è: ma come, non mangio? Sembra che lo spostamento sia imminente. Preparo in fretta le mie cose nelle borse e, siccome sono anche senza ossigeno, mi preoccupo un po’ sul come farò… Poi di fatto riesco a mangiare e anche a riposare un po’ sul letto in attesa dell’ambulanza che mi verrà a prendere, così verso le 14,45 vengo spostata insieme a due uomini. Uno verrà portato a casa, a Bresso, perché dimesso guarito e l’altro verrà anche lui portato a Villa Igea, insieme a me.

Scendo le scale e attraverso il giardino per raggiungere l’ambulanza in ciabatte e pigiama, cammino per la prima volta dopo venticinque giorni di letto e malattia… e senza ossigeno!!! È una grande sorpresa perché non ho minimamente affanno, nonostante l’agitazione e l’emozione anche di salutare tutto il personale che mi ha accompagnato in queste giornate, è veramente emozionante lasciare questa “famiglia” che mi ha curata e accudita con professionalità e umanità… Alle 16 circa, dopo aver attraversato Milano in una bella giornata di sole e visto di nuovo le strade, riconoscendole, con piacere arriviamo a Villa Igea, anche qui scendo per la strada e raggiungo l’ascensore in un cortile, mi vergogno un po’ per le persone che mi vedono, devo sembrare una profuga o semplicemente un’ammalata che si sposta.

Arrivo al terzo piano con l’aiuto dell’infermiere per il trasporto delle borse che avevo accumulato. Mi portano alla stanza 309: stanza a due letti con una signora già ricoverata, con la tv e un bagno tutto piastrellato di rosa, con doccia e bidè, sembra di essere in albergo. La mia compagna si chiama A. e ha 74 anni, è stata ricoverata il 23 ottobre alla Multimedica per problemi di cuore, lì le è stata fatta un’operazione molto rischiosa, le hanno salvato la vita ma si è presa il Covid, e così è qui a Villa Igea dall’inizio di novembre, aspettando l’esito negativo del tampone che le hanno già fatto ma è risultata sempre positiva. La stanza è silenziosa, dà su via Marcona, è molto calda, tanto che lasciamo aperta la finestra sempre, anche di notte. All’inizio temo un po’, ma in effetti fa molto caldo. Al mio arrivo mi fanno elettrocardiogramma, prelievo arterioso (sempre con fatica, alla ricerca delle mie arterie che “scappano”), visita e domande sulla mia vita. In teoria qui dovrei stare fino a quando sarò negativa, già la prossima settimana mi faranno il tampone (oggi è venerdì) e il dottore mi spiega che un conto è essere negativa e quindi andare a casa, anche se la polmonite sarà un po’ più lunga a passare. Sono due cose distinte. Andrea: fatta visita dalla quale programmano la diminuzione del cortisone. È stata una giornata intensa e alla fine sono un po’ stanca, tenendo presente che sono senza ossigeno dalla mattina, ormai.


21 novembre, saturazione 94, pressione 104/56 ore 8. Sono stata tutta notte senza ossigeno, ho dormito tutta notte bene tranquilla, con le gocce che mi hanno dato anche qui. Fatto prelievo venoso alle 6. Vediamo cosa dicono i medici quando passano. Qui sembra proprio di stare in albergo, c’è silenzio con la porta chiusa, non come in ospedale che senti rumori, suoni e parole dei medici tutta notte. Il personale entra solamente per le terapie e per pulire la stanza o portare il cibo.

Sentito Andrea, è tranquillo, saturazione 94, ha dormito, si sente bene, ha un po’ di tosse ma riesce a fare anche ginnastica. Io non riesco, al massimo faccio qualche esercizio di stretching… e coinvolgo anche A. in questo. Ore 13 saturazione 96 /70. pressione 123/54; sfebbrata. Fatto un bel riposino dopo pranzo e poi riesco a fare un pediluvio per togliere tutta la pelle secca ai piedi, che poi ammorbidisco con un po’ di crema. Fatta una bella video chiamata con mio figlio Michele e la sua compagna Sara, molto intensa di emozione sia da parte mia che loro, anche Sara era emozionata. Credo che questa esperienza ci unirà di più in modo autentico. Ore 17,42: pressione 120/60, saturazione 97.

22 novembre (domenica), ore 8 saturazione 97 e pressione 110/60. Temperatura 37,4. La notte è stata un po’ più agitata, continuavo a girarmi. Infatti questa mattina sono un po’ più stanca, meno pimpante di ieri. Il respiro però va bene. Finalmente dopo che ho preso le gocce di cortisone mi sento un po’ più in forza. Andrea sta bene anche lui, sempre sfebbrato, 64 gocce di cortisone, eparina, la saturazione 97. Oggi si farà pollo con patate al forno e stasera pizza con lievito madre. Dai che stiamo risalendo ! Vediamo cosa dirà domani, lunedì, il medico. In questi giorni non si è visto. Ore 13 saturazione 98/70, temperatura 37. Ore17,30: 98/70, sfebbrata, pressione 120/65.

23 novembre, ore 6 prelievo venoso, ore 8 temperatura 37, pressione 108/42, saturazione 97/74. La giornata è andata meglio, sono riuscita anche a fare la doccia, ho lavato due cose, perché A. dice che possono portare il cambio ma non si può dare niente… Michele mi ha portato qualche cosa che mi serviva e ci siamo salutati dalla finestra, che caro, in questo periodo è sempre venuto lui per il cambio, è un tesoro. Anche Jacopo, pure se lontano, mi telefona e lo sento vicino, mi ha mandato un video di saluti con la piccola Olivia nei primi giorni, di incoraggiamento, che mi commuove ancora a vederlo…

La dottoressa Maria Grazia Nichetti in un selfie scattato il giorno in cui le è stata tolta la maschera dell’ossigeno.

Oggi è un mese da quando ho cominciato a stare male: un mese incredibile, fuori dalla realtà dal 28 ottobre al 9 di novembre, quando ho cominciato a scrivere questo diario. Ore 11: non è ancora passato il medico (in realtà non si vedono molto i medici, sono più gli infermieri che ci accudiscono). Sentito Andrea, saturazione 95 e pressione 110/70, sfebbrato, ha fatto il tampone. Ore 13: saturazione 99/77; 110/54 pressione sfebbrata, ho riposato dalle 13,15 alle 14,45. I valori sono buoni ma il medico non si è fatto vedere e quindi non so niente del prelievo di oggi e di sabato. Ore 17,30: saturazione 100/77, pressione 110/60, 36,9 temperatura.

24 novembre, ore 8 sfebbrata, 95 saturazione, 125/60 pressione. Ho passato una notte molto buona dalle 23,30, finito il film, fino alle 8 ho dormito con una sola alzata per pipì. Ore 8,45 siamo in attesa di fare il tampone e quindi senza colazione… ore 9 fatto tampone bocca e naso: domani si saprà l’esito. Ore 11,30 sfebbrata, pressione 110/60, 98 saturazione. È passata la dottoressa, sollecitata da me,: linfociti 49.000, evvai abbassati (nei controlli del mese di dicembre ulteriormente abbassati fino a 13.000), emoglobina 8.1 (sabato 9.1) un po’ bassa ma non tale da fare trasfusioni. Quadro clinico Covid va bene con la saturazione del respiro, quindi stiamo a vedere l’esito del tampone. Mi hanno pesata 49,9… ho perso 3 chili dall’inizio della malattia. Andrea ha fatto anche lui il tampone, vediamo… è andato a piedi a Villa Marelli e sta bene.

25 novembre 2020 Ore 8 pressione 94/54, bassa, saturazione 98/70, sfebbrata. Quando apro il cellulare c’è l’avviso della Regione Lombardia con l’esito del tampone: NEGATIVO. Sono emozionata, euforica, non me lo aspettavo, anche perché A. che è al suo terzo tampone è ancora risultata positiva e non potrà tornare a casa, ora è in uno stato depressivo. L’ultima volta era debolmente positiva e ci si aspettava lei negativa e io positiva e invece… È passata la dottoressa che mi conferma le dimissioni alle 14. Michele mi verrà a prendere, Andrea sta preparando i vestiti che gli ho detto… che emozione, torno a casa dopo 25 giorni di ospedale e più di un mese di malattia… anche Andrea risulta negativo…

Uscita dalla clinica Villa Igea alle 14,17… finalmente alle 15 sono a casa… che emozione abbracciare Michele e Andrea, è una cosa meravigliosa. Ore 18 saturazione 98/80, pressione 123/69… mi si è anche alzata la pressione rispetto a questa mattina… ora vado a fare una doccia e mi laverò anche i capelli con acqua e shampoo per la prima volta dopo un mese: È FINITO UN INCUBO!!!!!!!!!!!!!

Considerazioni post Covid
Nei primi giorni dopo le dimissioni sento la stanchezza, il fiato sempre buono ma quando vado in bagno, soprattutto alla sera e al mattino, tossisco spesso e ho la sensazione che la tosse mi prenda “per abitudine”
di quando ero in ospedale con l’ossigeno… La mia pelle nei giorni seguenti la fine delle cure (cortisone e eparina) comincia a squamarsi come quando prendi tanto sole ma triplicato, lascio pelle secca ovunque, che
brutta sensazione. Per fortuna, dopo una settimana circa, e dopo potenti creme per il corpo, la cosa termina. Il 28 dicembre ho fatto la radiografia ai polmoni e la polmonite è regredita ma non passata… ci vorrà tempo dicono. Io sto bene, le forze mi sono ritornate anche se ho sempre una fragilità generica su qualsiasi dolore che sento e che si è riaffacciato dopo la fine dell’assunzione del cortisone. Nessuno sa se il Covid porta conseguenze e io ho sempre paura. Mi tornano in mente i giorni più pesanti all’ospedale: non avevo paura di non farcela, grazie anche al sostegno di parenti e amici, che si facevano sentire con incoraggiamenti, mi sono sempre sentita forte, e grazie alla cura dei medici, alla loro professionalità e umanità. Ora stranamente mi sento più fragile. Probabilmente è anche dovuto all’incognita del futuro, anche se lo stato di buona salute mi dovrebbe far sentire meglio. Vedremo…

Fine.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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