di e con foto di Paola Ciccioli
Questo è quel che ha scritto oggi la coordinatrice del nostro blog nel Gruppo Facebook di Donne della realtà.
Soltanto poche righe per rendervi partecipi della mia scelta di non affrettarmi a scrivere di Silvia Romano e assaporare piuttosto la libertà, che tanto ho inseguito, di rapportarmi ai fatti e alle notizie con quella umanità di cui ci si dimentica quando si è o ci si sente obbligati a dover commentare sempre e a qualsiasi costo.
Ho partecipato ieri al rientro in Italia della cooperante milanese attraverso la diretta televisiva di RaiNews 24, ho visto come tutti noi Silvia che scendeva la scaletta dell’aereo, che salutava, che sorrideva, che tornava sulla terra nell’abbraccio di sua madre, di sua sorella, di suo padre.
Al posto dei pensieri che mi hanno attraversato la mente, riferisco le parole uscite dalla profondità dell’animo di Domenico Quirico, in collegamento con il direttore Antonio Di Bella.
«Siamo obbligati al pudore», ha detto l’inviato de La Stampa che nel 2013 è stato sequestrato per 5 mesi in Siria.
Ha parlato da uomo che da quella atroce esperienza è tornato fisicamente vivo e non con la voce di un inviato di guerra che ne ha viste tante ed è pronto ad elencare le peggiori.
Ha parlato da giornalista mutato da quella esperienza e dunque dotato di maggiore e affinata sensibilità nei confronti del dolore degli altri o, come in questo caso, delle altre.
Il fatto che gli estremisti islamici non abbiano ucciso ma abbiamo rimandato a casa una ragazza europea di appena 24 anni, dopo 18 mesi di prigionia, è il fatto su cui dobbiamo concentrarci per leggere questa dolorosa vicenda.
Silvia Romano, sola dentro il male assoluto, è stata privata della libertà e costretta a cercare di sopravvivere in condizioni inimmaginabili.
Nessuna commentatrice o commentatore può, ora, secondo me, azzardarsi a spiegare l’indicibile.
Da lettrice, vorrei un giornalismo fatto di attenta osservazione, di prudenza e di ‘pudore’ . Magari anche fatto di riflessioni plurime che raccolgano la varietà e, a volte, la conflittualità delle vicende umane. La mente, magari, si affaticherebbe di più a leggere un articolo sì fatto ma non affogherebbe nella pigrizia del non-pensiero o non rischierebbe di acquisire notizie distorte. Aspetto i tuoi tempi, Paola, e il tuo senso del pudore.
Angela Giannitrapani
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