Testo e traduzione di Luca Bartolommei
Tra poco, alle ore 19, canterò in diretta Facebook la canzone che vi racconto qui. Chi vuole ascoltarla si può collegare alla mia pagina o al mio canale YouTube.

Johnny Cash nella stanza di un motel, ritratto da Don Hunstein nel 1958 . http://www.morrisonhotelgallery.com
Oggi sul lago e tutt’intorno c’è una bella nebbia, nuvole basse che impediscono di vedere le montagne di fronte a noi e anche l’acqua.
Clima ideale per sognare di muoversi da qui, di viaggiare, tanto più in queste giornate di quasi immobilità forzata, per la quale in ogni caso io non soffro molto. Chissà, forse avevo bisogno di fermarmi, anche a lungo.
La musica, e che altro poteva essere, mi viene in aiuto e mi fa venire in mente un viaggio, una specie di viaggio lungo un fiume, il “grande fiume”. Attenzione, mica quello di Giovannino Guareschi, mica il Po di don Camillo e Peppone (qui sì che la nebbia è parte integrante dell’ambientazione) che con un viaggetto di poco più di seicento chilometri sei già finito in mare, no, no, qui parliamo di migliaia di chilometri, meglio, di miglia, scusate il calembour…Vabbè, il percorso è lungo, ma dobbiamo proprio farlo tutto, non c’è modo di accorciarlo in qualche maniera? Nossignore, perché viaggiamo per amore, se così si può dire, insomma stiamo rincorrendo una donna che sembra proprio non voglia farsi acchiappare. E noi piangiamo per questa situazione, piangiamo tanto, tantissimo, potremmo anche farlo esondare ‘sto fiume, ma guarda un po’.
E mentre piangiamo e dialoghiamo con lui attraversiamo da nord a sud gli Stati Uniti d’America, dal Minnesota alla Louisiana, da St. Paul, sobborgo di Minneapolis a Nuova Orléans, quasi affacciata sul Golfo del Messico. Il Mississippi, eccolo il Big River, termina la sua corsa proprio lì.
Johnny Cash pubblica la canzone nel 1958 per la Sun Records, e il pezzo arriva fino al quarto posto nelle country charts. Il brano, secondo il mio personalissimo punto di vista è divertente e il testo per niente pesante, nonostante il rischio d’inondazione da troppe lacrime che corrono i territori attraversati dal Missisippi. L’atmosfera rockabilly è quella vera, essenziale, con la chitarra acustica di Johnny Cash e i Tennessee Two ovvero Luther Perkins alla chitarra elettrica e Marshall Grant al contrabbasso. Non penso ci sia molto da aggiungere né sull’autore né sulla casa discografica, quindi vado avanti a parlare del brano.
Il protagonista dice di aver insegnato a piangere addirittura al salice piangente e di aver fatto vedere alle nuvole come si fa a coprire un bel cielo azzurro e terso, segue le tracce della tipa passando di città in città, sempre piangendo, ma lei ogni volta lo anticipa «è stata qui ragazzo, ma se n’è andata, è già partita» finché, arrivato a Baton Rouge, Louisiana, dice al fiume un po’ per rassegnazione un po’ perché si è stancato di perdere tempo, «portati quella donna giù fino a New Orleans, continua tu io ne ho abbastanza, e butta tutto il mio blues nel golfo… Big River, lei ama più te (la sua libertà) di quanto non ami me».
Ma vuoi vedere che non c’è uomo o “grande fiume” che tenga e che la vera protagonista è lei, la fuggitiva? Mah…
Big River – Johnny Cash – Sun Records 1958
Now I taught the weeping willow how to cry
And I showed the clouds how to cover up a clear blue sky
And the tears that I cried for that woman are gonna flood you Big River
Then I’m gonna sit right here until I die
I met her accidentally in St. Paul (Minnesota)
And it tore me up ev’ry time I heard her drawl, Southern Drawl
Then I heard my dream was back downstream cavortin’ in Davenport
And I followed you, Big River, when you called
Then you took me to St. Louis later on (down the river)
A freighter said she’s been here but she’s gone, boy, she’s gone
I found her trail in Memphis, but she just walked up the bluff
She raised a few eyebrows and then she went on down alone
* Well I pulled into Natchez next day down the river
But there wasn’t that much to make a rounder stay very long
But when I left it was rainin’ so nobody saw me cry
Big River why you doin’ me this way
Now, won’t you batter down by Baton Rouge, River Queen, Roll it on
Take that woman on down to New Orleans, New Orleans
Go on, I’ve had enough, dump my blues down in the gulf
She loves you, Big River, more than me
TRADUZIONE IN ITALIANO
Grande Fiume
Ho insegnato a piangere al salice piangente
E ho fatto vedere alle nuvole come coprire un bel cielo azzurro
E le lacrime che ho pianto per quella donna ti inonderanno Grande Fiume
Perciò starò seduto qui finché non morirò.
L’ho incontrata per caso a St. Paul, in Minnesota
E ogni volta che ascoltavo il suo accento del Sud soffrivo molto
Poi mi hanno detto che il mio sogno era tornato a valle a spassarsela a Davenport
E ti ho seguito quando mi hai chiamato, Grande Fiume.
Poi mi hai portato a St. Louis
E uno scaricatore mi ha detto «è stata qui, ragazzo, ma se ne è andata»
Ho trovato le sue tracce a Memphis, ma era già oltre l’argine
Si era fatta notare in giro ma poi se ne è andata da sola.
* Il giorno dopo ho seguito il fiume fino a Natchez
Ma non c’era motivo perché un giramondo rimanesse lì a lungo
Quando me ne sono andato pioveva, e nessuno mi ha visto piangere
Grande Fiume, perché mi tratti così…
Non finire la tua corsa a Baton Rouge, la regina del fiume, e continua a scorrere
Portati quella donna giù fino a New Orleans
Vai avanti, io ne ho abbastanza, scarica nel golfo tutto il mio blues
Grande Fiume, lei ti ama più di quanto non ami me.
Traduzione a cura di Luca Bartolommei
* Ho inserito nel testo questa strofa che nell’incisione originale non è stata inclusa, penso per ragioni di lunghezza del brano.
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