Testo e foto di Emma, 13 anni, allieva del Conservatorio di Udine*
An old shabby dad’s jacket, a yellow mom’s scarf, and a beach towel. The pierce pearl was too small, then a MOTHER-of-pearl (got the sense?) hanging earring looked perfect.
This is how Emma has turned into that painting, which she “really digs”, spotted in a magazine during a train trip.
Sono trascorsi ormai moltissimi anni da quando Jan Vermeer ha dipinto questo quadro. La ragazza con l’orecchino di perla. Una ragazza semplice… acqua e sapone; ma con un fascino ipnotico. Non tanto per la bellezza di per sé della ragazza, ma per il suo sguardo. Sguardo penetrante, affascinante, calmo. Io oggi ho provato a riprodurlo!
Ho preso una vecchia giacca trasandata di mio padre e un foulard giallo di mia mamma. Il mantello azzurro che vedete sotto non è altro che un telo da mare. Dopodiché, ho preso un orecchino dalla scatola dei gioielli di mia madre. Avrei preso una perla vera ma era troppo piccola. Così ho preso la MADRE perla!
Infine, tocco di classe. Un rossetto di lava! È così che ho provato a riprodurre uno dei quadri più famosi al mondo… con quello che avevo in casa! Prossima tappa, la Gioconda!
*«Emma, perché proprio La ragazza con l’orecchino di perla», le ho chiesto stamattina. «Mi piace un sacco, è il mio dipinto preferito, l’ho visto tempo fa in treno su una una rivista». Bambin* e adolescenti resistono alla costrizione della quarantena, alternano normalità e insofferenza e raccolgono ricordi, fantasia e suggestioni per ri-creare le loro giornate. La nostra Emma ci ha raccontato che cosa significa andare a scuola rimanendo in casa e in pigiama e ora ci mostra quante risorse sono chiamate a raccolta per riuscire a trasformarsi nel soggetto di un dipinto celeberrimo, custodito nel museo Mauritshuits a L’Aja, in Olanda, mai visto da vicino eppure capace di emozionare anche attraverso una riproduzione su un giornale. Emma ha condiviso questa sua opera nel gruppo telematico coordinato da una insegnante e affollato da sessanta ragazze e ragazzi che si sono cimentati nella stessa avventura artistica. Quando il quadro casalingo era stato perfezionato, lei si è fatta un autoscatto cercando attraverso vari tentativi di centrare l’inquadratura e poi, via, la condivisione. «Cosa ti hanno detto i tuoi compagni?». «Wow, Forte, Bello, Ciao… non sono di tante parole». (p.c.)
Emozione, commozione, speranza dall’immagine di Emma. Se si aggiunge che l’ho incontrata in una assolatissima mattina d’estate a Marina di Ragusa quando aveva tre anni, si comprende la commozione. Ma sono certa che, indipendentemente da questo, La ragazza con l’orecchino di Madreperla dimostri la vitalità, l’intelligenza e la forza di progetto dei giovani, soprattutto in tempi di clausura.
Angela Giannitrapani
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