Testo e foto di Gabriella Cabrini – diario dall’ospedale di Cremona
«Sono NEGATIVA al virus». La carissima Gabriella Cabrini ha informato così della sua guarigione le amiche e gli amici (reali, virtuali o comunque diventati familiari grazie al colloquio quotidiano su Facebook). Noi siamo felicissim* per lei e ci congratuliamo anche per il modo con cui Gabriella ha affrontato la malattia, la degenza, i momenti di sconforto e le dimissioni dall’ospedale per continuare le terapie nell’isolamento domestico e con l’amorevole vicinanza del marito. Continuiamo a scorrere insieme la sua testimonianza social dalla malattia, ricordando che la pubblicazione avviene all’incontrario: cioè dal ritorno a casa e giù giù fino alla sofferenza della febbre altissima, del ricovero, della diagnosi.
Questi i link alle precedenti pagine del suo diario: «Allelujia, alleluja, alleluja, sono stata dimessa dall’ospedale di Cremona»; Gabriella, l’ospedale da campo della Samaritan’s Purse e il canto degli uccelli; “Resta poco della notte, perché il sole sta già inondando l’orizzonte”. (p.c.)

Abbiamo chiesto a Gabriella Cabrini di raccontarci anche delle foto che è riuscita a scattare con il cellulare durante il ricovero ospedaliero: «Dalla finestra della camera in chirurgia al terzo piano vedevo la Chiesa di San Sigismondo con il monastero delle monache domenicane in clausura»
Undicesimo risveglio in stanza. 22° giorno dall’inizio della febbre.
La febbre dà ancora cenni di resistenza, il respiro è sempre in autonomia (non ringrazierò mai abbastanza il Cielo), il resto stabile, la radiografia di controllo non è stata fatta per i troppi casi in ricovero.
Dopo lo sconforto la vita ritorna a farsi sentire, se non ho dolori è più facile pensare che un altro giorno è passato. Qui stanno iniziando i lavori nel parcheggio interno per un ospedale da campo per circa 80 posti perché tutti i letti sono occupati. Sono sempre più grata a tutte le persone che si prendono cura di noi, che cercano di aiutarci a guarire.
Dopo lo sconforto la vita ritorna a farsi sentire, se non ho dolori è più facile pensare che un altro giorno è passato. Qui stanno iniziando i lavori nel parcheggio interno per un ospedale da campo per circa 80 posti perché tutti i letti sono occupati. Sono sempre più grata a tutte le persone che si prendono cura di noi, che cercano di aiutarci a guarire.
Ieri ho riletto Erri De Luca che mi fa apprezzare le piccole cose:
“Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.“
Grazie per il conforto che mi state dando, per i vostri pensieri e parole che sono un regalo e che allargo a tutti quelli che sono qui.