di Paola Ciccioli
«Nel Quarantotto la città di Milano conta poco più di 160.000 abitanti, con ampi spazi di verde che si estendono soprattutto nella parte orientale e ancora in gran parte stretta nella cerchia delle mura spagnole, al cui ridosso sorgono i “Corpi Santi”: una striscia irregolare di territorio che comprende i primi insediamenti dei sobborghi del contado, e poi oltre si estendono i paesi e località della cerchia, che oggi costituiscono le periferie della città moderna. In una di esse, a Turro, presso la cascina omonima, ebbe modo di riunirsi il Governo Provvisorio dopo la cacciata egli austriaci». Così lo storico Pietro Esposito nella prefazione a Dell’insurrezione di Milano nel 1848 di Carlo Cattaneo, l’intellettuale che nella terza delle cinque giornate di rivolta (18 – 22 marzo) contro l’occupazione austriaca assunse il comando del Consiglio di Guerra. Pubblicato originariamente in francese e poi in italiano, il libro è stato ristampato in parte da Meravigli edizioni nel 2018.
E questa è stata la mia lettura dalla terrazza di Bellano, sul lago di Como, domenica 22 marzo 2020, giornata di campane ascoltate in lontananza, di fiori ammirati alla finestra, di notizie sull’epidemia da Corona Virus seguite al computer e in Tv.
Grazie anche oggi a Luca Bartolommei per l’indispensabile collaborazione tecnica.